Il giornalista racconta il suo dimagrimento con Tirzepatide e il percorso condiviso con la figlia Clara, che affronta l’anoressia
La storia di Mario Adinolfi non è solo quella di un personaggio noto che decide di perdere peso. È il racconto di un uomo che, arrivato a un punto critico della propria vita, ha scelto di mettersi in gioco seriamente, affidandosi a un protocollo medico complesso e a una nuova disciplina quotidiana. In 75 giorni ha perso 52 chili, ma non vuole fermarsi: entro Natale l’obiettivo è togliere altri 48 chili, un traguardo che potrebbe segnare una svolta definitiva per la sua salute.
Il dato che colpisce non è solo numerico. Dietro a questa scelta radicale c’è anche un legame familiare profondo: il percorso di Adinolfi si intreccia con quello della figlia Clara, che combatte contro l’anoressia nervosa. Padre e figlia, pur vivendo problemi alimentari opposti, hanno deciso di affrontare insieme questa battaglia, trasformando la sofferenza in una testimonianza di coraggio.
Un dimagrimento rapido, ma seguito da medici
Dopo l’esperienza all’Isola dei Famosi, Mario Adinolfi era tornato in Italia con 34 chili in meno, frutto di settimane di vita dura in Honduras. Quel calo, però, era stato accompagnato da forti dolori e complicazioni fisiche. Una volta rientrato a Roma, la ripresa dell’alimentazione abituale lo aveva portato a riacquistare rapidamente una parte del peso perso.
Da lì la decisione di cambiare approccio: basta improvvisazioni, serviva un percorso medico. Così ha scelto di affidarsi a una equipe di specialisti che lo ha seguito passo passo, costruendo per lui un protocollo basato sull’uso di Tirzepatide, un farmaco iniettivo nato per la cura del diabete di tipo 2 e oggi utilizzato anche contro l’obesità.
Dal 9 luglio 2025 Adinolfi ha iniziato a sottoporsi a iniezioni settimanali, abbinate a una dieta personalizzata e a un piano di attività fisica quotidiana. In poco più di due mesi, il risultato è stato netto: 28 chili persi con la sola terapia farmacologica, che si sommano ai chili già smaltiti dopo il reality. Il totale fa 52 chili in meno rispetto ai 227,9 iniziali.
Lo stesso giornalista ha sottolineato che questo percorso non sarebbe stato possibile senza il supporto medico: “Perdere peso non è un gioco. Senza controlli clinici si rischia seriamente la salute. Dieta, farmaci e sport devono andare di pari passo, guidati da professionisti”. Una frase che riflette un cambio di mentalità rispetto al passato, quando Adinolfi aveva affrontato le diete con approcci più spontanei e meno controllati.

La prossima sfida è chiara: altri 48 chili in meno entro Natale, con l’obiettivo di migliorare non solo l’aspetto fisico ma soprattutto la qualità della vita.
La motivazione più forte: il legame con Clara
Se l’impegno medico e fisico è determinante, il motore che alimenta la costanza di Adinolfi ha un nome preciso: Clara. La figlia del giornalista affronta da tempo una battaglia delicata contro l’anoressia nervosa, una patologia che stravolge il rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
Adinolfi ha raccontato che la sua scelta di cambiare radicalmente abitudini nasce proprio dal desiderio di lanciare un messaggio simbolico e affettivo: affrontare i disturbi alimentari, seppur in forme opposte, è possibile con volontà e sostegno. “Lo facciamo insieme, passo dopo passo. Stamattina ce lo siamo detti: la felicità è la lotta”, ha spiegato.
Il loro percorso parallelo diventa così un esempio che va oltre la sfera privata. Da un lato un padre che cerca di liberarsi dall’obesità, dall’altro una figlia che prova a uscire dall’anoressia. Entrambi accomunati dalla volontà di ritrovare la salute, ma soprattutto di sostenersi a vicenda nei momenti di difficoltà.
La testimonianza di Adinolfi mette in luce una verità che spesso passa in secondo piano: i disturbi alimentari, che si manifestino con l’eccesso o con il rifiuto del cibo, sono due facce della stessa medaglia e hanno bisogno di cure, attenzione psicologica e vicinanza umana.
In un Paese come l’Italia, dove milioni di persone convivono con problemi legati al peso e all’alimentazione, la sua vicenda ha il potere di accendere i riflettori su un tema che non riguarda solo chi ne soffre, ma anche le famiglie e la società.
La sfida di Adinolfi non si esaurisce quindi nella bilancia. È una sfida simbolica che parla di resilienza, di lotta condivisa e di una speranza concreta: quella che la salute, se affrontata con impegno e con il giusto supporto, possa tornare a essere alla portata di tutti.






