Il 2026 si apre per le famiglie italiane con una combinazione di ritocchi economici e strumenti digitali pensati per semplificare il rapporto con il welfare. L’Assegno Unico, la misura che accompagna milioni di nuclei con figli, sarà rivalutato per seguire l’andamento dell’inflazione, mentre l’Inps si prepara a mettere online il Portale della Famiglia e della Genitorialità, un ambiente unico che riunirà bonus, congedi e servizi oggi sparsi in più piattaforme. Due interventi distinti, ma con la stessa ambizione: rendere più chiaro e meno frammentato l’accesso ai sostegni economici, soprattutto in una fase in cui il potere d’acquisto continua a risentire delle pressioni inflattive.
Le rivalutazioni dell’Assegno Unico, gli aumenti per fasce ISEE e i ritocchi alle maggiorazioni
Il passaggio chiave del 2026 sarà la rivalutazione automatica dell’Assegno Unico sulla base dell’inflazione che i Ministeri dell’Economia e del Lavoro renderanno ufficiale entro fine anno. Le ultime stime Istat indicano un incremento dei prezzi tra l’1,4% e l’1,5%, un valore più basso rispetto alle proiezioni precedenti ma comunque sufficiente a modificare sia gli importi mensili sia le soglie ISEE utilizzate per calcolare il contributo. È una modifica apparentemente tecnica, ma che incide direttamente su quanto le famiglie percepiranno ogni mese.
La prima fascia ISEE, quella che dà diritto all’importo massimo, passerà dagli attuali 17.227 euro a 17.468 euro. Chi rientra in questo valore riceverà un assegno che salirà da 201 a 203,8 euro per figlio. Allo stesso modo, anche la fascia più alta subirà piccoli aggiustamenti, con il limite che salirà da 45.939 a 46.582 euro e l’importo minimo che passerà da 57,5 a circa 61 euro. Siamo di fronte a incrementi contenuti, perché il contesto economico non vede spinte inflattive elevate come negli anni recenti, ma la rivalutazione resta comunque essenziale per non erodere ulteriormente il potere d’acquisto dei nuclei familiari.
Per capire che cosa cambia davvero, basta guardare agli esempi elaborati con i nuovi parametri. Con un ISEE di 18.100 euro, l’importo aumenterebbe da 196,5 a 200,3 euro, mentre con un ISEE di 25.100 si passerebbe da 161,4 a 165,4 euro. Anche per livelli più alti, come 35.100 euro, la crescita è minima ma costante: da 111,5 a 115,3 euro, e se si sale verso i 40.100 euro, l’assegno aumenterà da 86,2 a 90,2 euro. Sopra i 46.500 euro, l’importo minimo raggiungerà 58,3 euro.
Ci saranno poi ritocchi anche alle maggiorazioni previste per figli con disabilità, per le madri under 21 e per i nuclei con doppio percettore di reddito. Per i figli non autosufficienti sotto i 21 anni l’importo aggiuntivo passerà da 120,6 a 122,3 euro, mentre in caso di disabilità grave si arriverà a 110,6 euro. Aumenti leggeri, ma che contribuiscono a mantenere il valore reale del sostegno economico in un contesto di costi quotidiani sempre più elevati.

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda i tempi e le procedure. I nuovi importi saranno applicati da febbraio 2026, con gli arretrati pagati a marzo. Non è necessario presentare una nuova domanda, ma sarà obbligatorio aggiornare la DSU per consentire all’Inps di calcolare l’importo corretto sulla base dell’ISEE del nuovo anno. Se la DSU non viene aggiornata, l’assegno verrà erogato nella misura minima. Chi la presenta entro il 30 giugno 2026 riceverà tutti gli arretrati. Una scadenza che può pesare parecchio: dimenticarla può significare rinunciare a diverse centinaia di euro all’anno.
Il nuovo Portale della Genitorialità e la digitalizzazione dei servizi per famiglie e mamme lavoratrici
Accanto alle rivalutazioni economiche, il 2026 segnerà un passaggio digitale che l’Inps considera fondamentale per semplificare l’accesso ai servizi. Si tratta del Portale della Famiglia e della Genitorialità, una piattaforma – disponibile anche in versione app – che riunirà in un ambiente unico oltre cinquanta strumenti dedicati ai genitori, spesso oggi dispersi tra siti diversi e procedure frammentate. Dall’Assegno Unico ai bonus nascita, dai congedi parentali ai sostegni pensati per le mamme lavoratrici, la nuova interfaccia punta a diventare un punto di riferimento immediato, riducendo la quantità di passaggi richiesti per ottenere informazioni o inoltrare domande.
L’ispirazione arriva dal Portale Giovani, attivo dal giugno 2025, che ha superato il milione e mezzo di utenti autenticati e ha dimostrato quanto un sistema centralizzato possa facilitare il rapporto con l’amministrazione. Il nuovo spazio digitale dedicato alle famiglie seguirà lo stesso principio, integrando strumenti diversi che riguardano cicli di vita differenti. L’idea alla base è di trasformare il welfare in qualcosa di più accessibile, soprattutto per i nuclei che devono muoversi tra lavoro, figli piccoli, scadenze, permessi e documentazione.
Il portale non sarà solo una raccolta di link, ma un ecosistema capace di dialogare con i servizi Inps già attivi e con le piattaforme in arrivo. La digitalizzazione progressiva dei documenti e delle procedure, che negli ultimi anni ha coinvolto molti settori della Pubblica Amministrazione, punta a ridurre lungaggini e duplicazioni. Per i genitori potrebbe significare meno accessi agli sportelli fisici e più possibilità di gestire tutto in autonomia, direttamente da smartphone.
È un cambio culturale oltre che tecnico, perché consente di avvicinare famiglie molto diverse tra loro, comprese quelle che spesso faticano a orientarsi tra regolamenti, modulistica e nuovi bonus. La speranza dell’Inps è di migliorare la qualità del contatto con i cittadini, sostenendo soprattutto chi ha meno familiarità con strumenti digitali. Ed è anche un percorso che promette di consolidare il rapporto fra genitori, welfare e lavoro, in un momento storico in cui il tempo è una risorsa sempre più preziosa e la gestione dei figli richiede una rete di supporto più chiara, immediata e stabile.






