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Home Lifestyle

L’avreste mai detto? Il finanziere Carlo, la riservata Alba e la ribelle Evelina: i tre figli di Sgarbi oggi sono così, diversissimi e in lotta

by Andrea Casamassima
1 Ottobre 2025
Sgarbi e sua figlia

Vittorio Sgarbi è uno dei personaggi più divisivi della scena italiana. Critico d’arte, opinionista e politico, ha costruito un patrimonio imponente: una biblioteca da 280.000 volumi e la Collezione Cavallini-Sgarbi, con oltre 500 opere tra dipinti e sculture. Un tesoro che non riguarda soltanto i beni materiali, ma anche il valore culturale, con vincoli e normative da rispettare.

La sua vita privata, però, è stata tutt’altro che convenzionale. Non si è mai sposato, ha sempre dichiarato di non voler essere un padre nel senso tradizionale e ha definito se stesso un “padre biologico”. Nonostante questo, ha riconosciuto tre figli: Carlo (1988), Alba (1998) ed Evelina (2000).

Tre figli, tre destini diversi, tre modi di rapportarsi con un padre geniale e irascibile, e con un patrimonio che oggi — tra accuse, cause legali e alleanze fragili — rischia di diventare terreno di scontro.

Carlo Sgarbi, il primogenito che ha scelto la finanza

Carlo, nato nel 1988 dalla relazione con la stilista Patrizia Brenner, è il più riservato dei tre. Porta il cognome della madre ed è rimasto lontano dalla ribalta televisiva che spesso accompagna il padre.

La sua carriera è solida: è Managing Partner della società svizzera Continental Investment Partners SA, fondata a Lugano nel 2013. Con questa realtà ha seguito operazioni di private equity, real estate e club deal di alto livello. Tra le più rilevanti, l’acquisizione dell’80% della RanD Spa, azienda italiana attiva nel medicale e nelle tecnologie innovative.

Prima di fondare la società, Carlo ha lavorato in Banca IMI, specializzandosi nei mercati del debito (Debt Capital Markets). Oggi il suo nome compare tra figure di rilievo negli investimenti finanziari internazionali.

A livello personale, Carlo mantiene un profilo basso: poche interviste, rarissime apparizioni. Il suo rapporto con il padre è stato spesso descritto come freddo e distante: in più occasioni, si è parlato di una certa rottura affettiva, anche se il legame biologico e patrimoniale resta intatto.

In un futuro scenario ereditario, il suo peso sarà notevole: non solo perché è il primogenito, ma anche per la competenza nel gestire asset complessi come collezioni e investimenti.

Alba Sgarbi, discrezione e difesa del padre

Alba, nata nel 1998, è figlia della cantante lirica albanese Kozeta, conosciuta da Sgarbi in una relazione breve. È cresciuta a Tirana, lontana dall’Italia e dalle cronache mondane che hanno circondato il padre.

Rispetto a Carlo ed Evelina, Alba è la più riservata. Non ci sono informazioni concrete su un percorso professionale definito, ma la sua presenza emerge nei momenti di crisi familiare.

Nel 2025, quando la sorella Evelina ha chiesto al tribunale la nomina di un amministratore di sostegno per il padre, Alba si è schierata dalla parte di Sgarbi. In un post pubblico ha definito “fuori misura” le accuse della sorella, difendendo la dignità e l’autonomia del padre.

Secondo diversi articoli, Alba ha assunto il ruolo di figlia protettiva, che pur riconoscendo i limiti caratteriali e di salute del padre, non accetta di vederlo commissariato legalmente. Questo l’ha portata ad allontanarsi dalla sorella Evelina, con cui oggi i rapporti sembrano tesi.

Alba appare quindi come una figura mediana: discreta, lontana dalle cronache mondane, ma pronta a esporsi pubblicamente quando il padre viene messo in discussione.

Evelina Sgarbi, tra moda e conflitto aperto

Evelina, la più giovane, è nata nel 2000 dalla relazione di Sgarbi con Barbara Hary. È la figlia con più visibilità mediatica: presente sui social, vicina al mondo della moda e con una personalità che non ha paura dello scontro pubblico.

Nel 2025 è lei ad aver aperto la partita più delicata: ha chiesto al tribunale la nomina di un amministratore di sostegno per il padre, dichiarando che non è più in grado di gestire da solo i propri interessi economici e personali. La richiesta è stata motivata dalle condizioni di salute di Sgarbi, ricoverato al Policlinico Gemelli per una sindrome depressiva e in difficoltà nella gestione della vita quotidiana.

Questa iniziativa ha scatenato la furia del critico, che ha parlato di “offesa personale” e ha accusato la figlia di intromettersi nella sua autonomia. A rincarare le accuse, Sgarbi ha portato episodi come la richiesta di una borsa da 2.800 euro, usata come simbolo di presunti interessi poco trasparenti della figlia.

Evelina ha replicato sostenendo che la sua non è una mossa economica, ma un atto di tutela. Ha dichiarato: “Non voglio essere io l’amministratrice di mio padre, ma credo servano persone competenti che lo affianchino”. La madre, Barbara Hary, si è schierata apertamente dalla sua parte, affermando che Sgarbi “sta male, è sciupato, non è più in grado di vivere come prima”.

La disputa, però, ha spaccato la famiglia: Alba si è posta a difesa del padre, mentre Evelina ha scelto la via legale, dando vita a un conflitto che ha ormai superato i confini privati per trasformarsi in caso mediatico.

Il nodo dell’eredità: patrimonio, collezioni e quote legittime

Il patrimonio di Vittorio Sgarbi non è soltanto fatto di denaro. La sua biblioteca sterminata e la collezione d’arte, vincolata dal Ministero per i Beni Culturali, valgono milioni e rappresentano un tesoro di interesse nazionale.

Secondo il diritto italiano, i tre figli — Carlo, Alba ed Evelina — hanno diritto a una quota legittima. Sgarbi potrà disporre di una parte dei beni tramite testamento, ma non potrà intaccare le quote riservate agli eredi diretti.

In assenza di un testamento chiaro e pubblico, si prospettano anni di contese. La divisione non sarà semplice: non si tratta di spartire somme di denaro, ma opere d’arte, libri antichi e beni con valore storico e culturale. Qualsiasi scelta dovrà fare i conti non solo con la volontà del padre, ma anche con vincoli di tutela e possibili contenziosi giudiziari.

Il ruolo dei figli appare già definito:

  • Carlo potrebbe occuparsi della gestione economica, forte della sua carriera nella finanza.

  • Alba potrebbe fare da ponte tra la difesa del padre e la mediazione familiare.

  • Evelina ha scelto la via della legge, aprendo una battaglia che potrebbe ridefinire gli equilibri familiari.

Una famiglia divisa davanti a un futuro incerto

Il quadro che emerge nel 2025 è quello di una famiglia profondamente divisa. Carlo ha costruito la sua vita lontano, Alba cerca di difendere il padre, Evelina lo sfida apertamente chiedendo tutela legale.

Al centro di tutto, un uomo che ha fatto della contraddizione il proprio marchio: genio e provocatore, collezionista e polemista, capace di accumulare tesori culturali e, allo stesso tempo, di rifiutare il ruolo classico di padre.

Il futuro del patrimonio di Sgarbi sarà scritto non solo nei tribunali e nei testamenti, ma anche nella capacità — o incapacità — dei suoi figli di trovare un punto di incontro. Quello che è certo è che la vicenda non è più solo familiare: riguarda un patrimonio che appartiene, in parte, anche alla storia culturale italiana.

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