Tra i luoghi più fotografati d’Europa c’è un edificio così bizzarro da sembrare un’illusione. Ma esiste davvero: si chiama Krzywy Domek, è in Polonia e nasconde molto più di una semplice facciata strana.
C’è un punto preciso, nella frequentatissima via Bohaterów Monte Cassino a Sopot, in Polonia, dove ogni giorno turisti e curiosi si bloccano, alzano lo smartphone e scattano una foto. Davanti a loro, non una casa qualunque, ma una vera e propria opera d’arte urbana deformata: la Krzywy Domek, in polacco “casa storta”. Non si tratta di una trovata artistica temporanea, né di una scultura: è un edificio funzionale, attivo, che ospita al suo interno ristoranti, uffici, negozi e spazi pubblici, tutti perfettamente funzionanti, nonostante l’aspetto da mondo immaginario.
L’effetto visivo è quello di un’architettura liquida, come se la struttura si stesse sciogliendo sotto il sole o fosse appena uscita da una puntata dei Looney Tunes. Ma dietro quelle linee curve c’è un progetto architettonico molto serio, ispirato a due artisti visionari e pensato per attirare l’attenzione su un edificio commerciale. E, a giudicare dalla quantità di visitatori che affollano l’ingresso ogni giorno, ci è riuscito perfettamente.
Un’architettura fiabesca tra Gaudí, cartoni animati e cemento armato
La Krzywy Domek è stata completata nel 2004 ed è frutto del lavoro degli architetti Małgorzata e Szczepan Szotyński, in collaborazione con Leszek Zaleski. L’ispirazione arriva dalle opere di Jan Marcin Szancer, celebre illustratore di libri per bambini, e dal pittore Per Oscar Dahlberg, entrambi legati alla città di Sopot. Il risultato è un linguaggio architettonico unico, che mescola il decostruttivismo di Frank Gehry al modernismo catalano di Antoni Gaudí, con un forte richiamo al mondo delle fiabe illustrate.
La struttura si sviluppa su 4.000 metri quadrati ed è parte del centro commerciale Rezydent. L’obiettivo era semplice quanto ambizioso: rendere l’edificio immediatamente riconoscibile, aumentandone la visibilità in un contesto turistico molto competitivo. E così è stato. Il tetto in tegole smaltate blu e verdi ricorda le squame di un drago, mentre la facciata ondulata sembra riflessa in uno specchio deformante. Le finestre sono tutte diverse, eppure l’insieme appare coerente e armonico.
La costruzione non è stata affatto semplice: dietro quelle curve c’è una struttura portante in cemento armato, rinforzata da tralicci in acciaio che permettono di sostenere i contorni complessi della facciata. All’interno, però, tutto è normale: uffici e locali commerciali con planimetrie tradizionali, a conferma che l’aspetto visionario è tutto in superficie, progettato per stupire chi guarda da fuori.

Turismo, cultura e selfie: perché è diventata un’icona pop
Oggi, la Krzywy Domek è uno dei punti più riconoscibili di Sopot e una delle attrazioni architettoniche più amate della Polonia. Di fronte all’ingresso principale si trova la Polish Wall of Fame, un muro dedicato alle celebrità della cultura e dello spettacolo polacchi, che ha rafforzato la reputazione dell’edificio anche come luogo di riferimento culturale.
La casa è stata inserita nella lista dei “11 edifici più strani d’Europa” dalla CNN, accanto a strutture come la Dancing House di Praga, progettata da Frank Gehry e Vlado Milunić e nota anche come Fred & Ginger, per la forma che richiama due ballerini. A differenza della Krzywy Domek, la Dancing House è un edificio per uffici e conferenze, ma lo spirito che li accomuna è quello del movimento: pareti curve, finestre inclinate, volumi che sembrano sfidare la gravità.
Un altro esempio di casa “storta” naturale è la Crooked House of Windsor, nel Regno Unito, una casa da tè risalente al XVI secolo, il cui aspetto inclinato non è voluto ma frutto del cedimento del legno non stagionato utilizzato nella ricostruzione. Oggi è protetta come bene culturale di Grado II e rappresenta uno dei punti più fotografati della città.
Un’icona dell’architettura contemporanea (e di Instagram)
La Krzywy Domek ha saputo fare in modo semplice ciò che molti architetti inseguono per anni: diventare virale. Ogni giorno, migliaia di visitatori la condividono su Instagram, TikTok e Facebook, spesso senza nemmeno conoscerne la storia. È questo il potere di un’architettura che colpisce al primo sguardo, capace di raccontare, in una sola curva, l’incontro tra arte, commercio e immaginazione.
La sua esistenza dimostra che anche un semplice centro commerciale può trasformarsi in attrazione internazionale, se c’è una visione dietro le forme. Non serve essere un museo o una cattedrale per lasciare il segno: basta osare, mescolare riferimenti, e soprattutto avere il coraggio di sembrare strani.
Perché, come insegna la Krzywy Domek, anche l’architettura può sorridere. E a volte, per essere ricordati, basta solo avere una buona curva.






