Nel terzo trimestre 2025 Prime Video conquista il primo posto tra le piattaforme di streaming in Italia con il 26% del mercato, scavalcando Netflix al 25%. Prezzi in aumento, restrizioni sugli account e un’offerta percepita come meno indispensabile hanno frenato la crescita della piattaforma californiana.
Gli ultimi dati di JustWatch raccontano un cambiamento che segna un passaggio di testimone nel mercato dello streaming. Per la prima volta da quando il video on demand è diventato centrale nelle abitudini digitali degli italiani, Netflix non è più la piattaforma numero uno. Il primato passa a Prime Video, che nel terzo trimestre 2025 ha raggiunto il 26% della quota di mercato, contro il 25% di Netflix. Un sorpasso minimo nei numeri, ma simbolico nel significato: gli equilibri dello streaming stanno cambiando, e il pubblico italiano sembra aver scelto la strada del risparmio e della convenienza.
Netflix rallenta: prezzi alti e meno flessibilità
Il rallentamento di Netflix in Italia ha radici precise. A fine 2024 la piattaforma ha aumentato i prezzi di tutti i suoi piani. Il pacchetto Premium è salito a 19,99 euro al mese, e con un utente extra arriva a 24,98 euro, una cifra vicina al costo medio di una connessione internet domestica. Anche i piani Standard (13,99 euro) e Standard con pubblicità (6,99 euro) hanno subito rincari.
Alle tariffe più alte si sono aggiunte le limitazioni sugli account condivisi, una delle pratiche che aveva reso Netflix popolare negli anni. Il risultato è stato un’ondata di malcontento, visibile nei forum e sui social, dove migliaia di abbonati hanno espresso la decisione di disdire o sospendere l’abbonamento.
C’è poi il tema dei contenuti. Nonostante un catalogo ampio, Netflix sembra aver perso la forza attrattiva dei primi anni. Le nuove produzioni originali raramente diventano fenomeni globali, mentre i concorrenti puntano su titoli locali e produzioni mirate al pubblico europeo. La piattaforma californiana appare meno innovativa e, per molti, meno giustificata rispetto al prezzo richiesto.
Prime Video conquista: inclusione e valore aggiunto
Il sorpasso di Prime Video non è frutto di un singolo fattore, ma di una strategia che ha saputo sfruttare il momento. Il servizio è incluso nell’abbonamento Amazon Prime da 49,90 euro l’anno, che garantisce consegne rapide, musica, e-book e altri vantaggi. Per milioni di utenti italiani, quindi, Prime Video rappresenta un beneficio “automatico”, senza la percezione di un costo aggiuntivo.
La piattaforma ha rafforzato anche la sua presenza con produzioni italiane ed europee, puntando su storie e registi locali. Un modo per parlare direttamente al pubblico, differenziandosi dalle grandi produzioni globali di Netflix.
Secondo i dati JustWatch, Prime Video ha perso un punto percentuale rispetto al trimestre precedente, ma la flessione di Netflix è stata più marcata (-2%). Disney+ continua a crescere, arrivando al 19%, e Apple TV+ sale all’8%, segno che il mercato italiano si sta frammentando ma resta dinamico.
Il messaggio è chiaro: mentre Netflix chiede di più, Amazon offre di più. In un periodo in cui il pubblico conta ogni euro, il valore complessivo di Prime diventa l’elemento decisivo.






