Si avvicina la data limite per uno dei sostegni più richiesti degli ultimi anni, una misura che molto spesso diventa l’unica possibilità per chi ha bisogno di un aiuto psicologico ma non può permetterselo. Il Bonus Psicologo 2025 sta per chiudere la finestra utile per presentare la domanda, e il conto alla rovescia riguarda migliaia di persone che, come negli anni scorsi, stanno provando a ottenere un contributo che continua a essere insufficiente rispetto alla mole di richieste. L’Inps conferma che il termine ultimo è fissato al 14 novembre, dopo due mesi di apertura della piattaforma, e già ora si profila un afflusso enorme che ricorda quanto questa misura sia diventata ormai vitale per molte famiglie.
Gli ultimi dati parlano chiaro: in Italia si stimano circa cinque milioni di persone che avrebbero bisogno di supporto psicologico ma non possono permetterselo. E il divario tra domanda e risorse è evidente anche per il 2025. Le disponibilità economiche arrivano a 9,5 milioni di euro, una cifra che – secondo le stime Inps – potrà coprire poco più di 6.300 beneficiari, numeri quasi simbolici se confrontati con la reale dimensione del disagio psicologico nel Paese. La selezione rimane rigorosamente legata all’Isee più basso, e, a parità di valore, alla velocità con cui la domanda viene presentata. Un meccanismo che inevitabilmente avvantaggia chi riesce a muoversi subito, mentre altri rischiano di restare fuori anche avendone pieno diritto.

Chi può richiedere il bonus e quali importi sono previsti: come funziona davvero la misura più discussa degli ultimi anni
Il bonus rimane destinato a chi ha un Isee inferiore a 50mila euro, con importi diversi in base alla fascia di reddito: fino a 1.500 euro per chi si colloca sotto i 15mila, mille euro per i redditi medi e 500 euro per chi arriva alla soglia massima prevista. Importi che possono sembrare modesti, ma che rappresentano un aiuto importante per accedere a un percorso psicoterapeutico strutturato, spesso troppo costoso anche per chi ha un reddito stabile. La domanda può essere presentata da chiunque risieda in Italia, senza limiti di età, e può essere inoltrata anche per figli minorenni o per persone che, per vari motivi, hanno bisogno di un tutore che le rappresenti.
Il dossier ricorda che il bonus, nato come misura emergenziale nel 2021, è diventato strutturale solo nel 2023, proprio perché si è rivelato indispensabile. Basti pensare che nel 2024 sono arrivate oltre 400mila richieste e il contributo è stato assegnato a poco più di 3.300 persone, numeri che mostrano chiaramente quanto il fabbisogno sia molto più alto delle risorse messe in campo. Una forbice che continua ad allargarsi nonostante i benefici evidenti: lo studio del Cnop mostra che chi usufruisce del bonus registra meno giorni di malattia, minori assenze dal lavoro e un miglioramento complessivo della qualità della vita. Per il solo 2022 si parla di un risparmio stimato di 312 milioni di euro, che potrebbe superare i 21 miliardi se l’intera popolazione con disturbi psicologici potesse accedere regolarmente a un percorso terapeutico.
Per fare domanda, tutto passa dal portale dell’Inps, nella sezione “Contributo sessioni psicoterapia”. Non sono previste procedure alternative, né moduli cartacei, e l’accesso richiede ovviamente Spid, CIE o CNS. La finestra utile rimane quella fissata tra il 25 luglio e il 24 ottobre 2025, e chi non rispetta le scadenze dovrà aspettare un nuovo anno di finanziamento. Un limite che pesa soprattutto su chi vive un disagio urgente e non sempre può permettersi di attendere mesi per ottenere un sostegno.
Il tema rimane centrale nel dibattito pubblico: il bonus psicologo è diventato uno specchio di un Paese che fa ancora fatica a garantire un’assistenza psicologica accessibile. Ed è proprio questo squilibrio tra necessità e risorse che continua a far discutere.






