Roma, 28 novembre 2025 – L’attenzione verso il benessere comportamentale degli animali domestici è in costante crescita e un tema che sta suscitando particolare interesse è il ruolo del cannabidiolo (CBD) nel migliorare il comportamento dei cani, in particolare nel ridurre l’aggressività. Negli ultimi anni, numerosi studi hanno indagato gli effetti del CBD sul sistema nervoso canino, cercando di comprendere se possa rappresentare un valido supporto nell’affrontare problematiche comportamentali complesse.

Comprendere l’aggressività nel cane: cause e segnali
L’aggressività non va mai interpretata come un’espressione di cattiveria, ma come un comportamento con radici precise, spesso multifattoriali. Essa si manifesta attraverso comportamenti quali il ringhio, l’abbaio intenso, scatti improvvisi o addirittura morsi, tutti mezzi con cui il cane cerca di aumentare la distanza da uno stimolo percepito come minaccioso o di difendere una risorsa preziosa. Le origini di questo comportamento possono includere paura, ansia, dolore, territorialità o una socializzazione carente durante le fasi sensibili dello sviluppo.
Secondo studi recenti, l’aggressività nei cani è spesso correlata a problemi di salute, carenze ambientali e gestione quotidiana non ottimale. Tra i fattori che maggiormente contribuiscono a questo disturbo comportamentale si annoverano: paura e ansia persistenti; esperienze traumatiche o mancanza di socializzazione adeguata; dolori articolari o visceralmente percepiti; conflitti per il possesso di risorse come cibo, giochi o spazi; routine quotidiane imprevedibili o stressanti.
Inoltre, elementi demografici come età, sesso e razza possono influenzare l’insorgenza e l’intensità dell’aggressività. È fondamentale saper riconoscere i segnali premonitori prima che il comportamento sfoci in episodi più gravi: irrigidimento, sguardo fisso, orecchie abbassate, coda tesa, leccamento del naso, sbadigli frequenti, ringhi e abbaio eccessivo sono campanelli d’allarme che consentono un intervento tempestivo.
Il ruolo del CBD e altri rimedi naturali nel supporto comportamentale
Tra i molteplici approcci per la gestione dell’aggressività canina, l’uso di rimedi naturali si sta affermando come un complemento importante, soprattutto se integrato in un piano di intervento più ampio che comprenda educazione, gestione ambientale e valutazione veterinaria.
Il CBD, noto per le sue proprietà modulatrici del sistema endocannabinoide, è al centro di ricerche che indagano il suo potenziale nel ridurre stress e tensione nei cani. Il sistema endocannabinoide regola numerose funzioni fisiologiche, inclusi stress, dolore e omeostasi, e l’interazione del CBD con i recettori serotoninergici e GABAergici sembra giocare un ruolo chiave nel modulare l’umore e la risposta comportamentale.
Tuttavia, gli studi disponibili presentano risultati eterogenei: alcuni evidenziano una diminuzione di marcatori di stress come il cortisolo e una riduzione di comportamenti negativi in determinate situazioni, mentre altri non confermano un effetto ansiolitico significativo in presenza di stimoli paurosi. Per questo motivo, il CBD non può essere considerato un sedativo universale per cani aggressivi, ma piuttosto un supporto da inserire in un contesto di gestione più complesso e personalizzato.
Formulazioni come oli topici, ad esempio EU4DOG, vengono proposte come ausili cosmetici per momenti di rilassamento, favorendo rituali prevedibili e rassicuranti senza sovraccaricare l’animale. Questi prodotti sono pensati come complemento all’educazione positiva e alla gestione dei trigger comportamentali, ma non sostituiscono una terapia veterinaria o un percorso di modificazione comportamentale.
Altri rimedi naturali che possono contribuire a migliorare l’equilibrio emotivo del cane includono integratori a base di L-triptofano, precursore della serotonina, e piante come camomilla, valeriana, passiflora e avena. Sebbene la letteratura veterinaria sia ancora limitata e i risultati spesso contrastanti, questi elementi possono favorire un effetto calmante se utilizzati con cautela e sotto controllo medico.
Strategie integrate per la gestione dell’aggressività nei cani
L’approccio più efficace per aiutare un cane aggressivo si basa su una combinazione di interventi educativi, ambientali e medici. È essenziale escludere sempre cause mediche sottostanti, come dolori muscolo-scheletrici o patologie viscerali, prima di intervenire sul comportamento.
L’educazione positiva, basata sul rinforzo dei comportamenti desiderati tramite premi alimentari, gioco e attenzioni, riduce le tensioni e facilita l’apprendimento. È importante evitare punizioni o urla, che aumentano ansia e rischio di aggressione. L’esposizione graduale e controllata agli stimoli scatenanti, accompagnata da rinforzi per la calma, è fondamentale per migliorare la risposta comportamentale.
L’arricchimento ambientale, attraverso giochi interattivi, puzzle alimentari, routine stabili e spazi tranquilli, aiuta a prevenire noia e frustrazione, elementi spesso alla base dell’aggressività. La gestione dello stress prevede inoltre la prevenzione di incontri non controllati con altri cani e l’utilizzo di segnali calmanti appresi con il supporto di un trainer professionista.
L’attività fisica regolare è un ulteriore pilastro: deve essere modulata in base all’età, alla salute e al livello di reattività del cane, privilegiando passeggiate strutturate e giochi a basso conflitto.
La collaborazione con un team di esperti, comprendente veterinari comportamentalisti ed educatori cinofili, è imprescindibile per elaborare un piano personalizzato che integri valutazioni cliniche, modificazione comportamentale e, se necessario, terapie farmacologiche. Solo così è possibile garantire un percorso efficace e sicuro per migliorare la qualità della vita del cane e della sua famiglia.






