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I bonus che restano e quelli che spariscono: cosa cambia davvero con la Manovra 2026

Dalla ristrutturazione alla spesa per i figli, ecco come la Legge di bilancio ridisegna le agevolazioni fiscali nel 2026 e quali incentivi non torneranno più

by Matilde Giunti
16 Novembre 2025

La Manovra 2026 mette mano a un sistema di bonus che negli ultimi anni ha sostenuto la casa, le famiglie e il lavoro, operando una selezione che riduce alcune agevolazioni e ne allunga altre per evitare vuoti improvvisi in settori già sotto pressione. Con circa 18 miliardi di risorse in gioco, la legge di bilancio non proroga tutti gli incentivi in scadenza, mentre alcuni contributi cambieranno intensità e aliquota. Per chi ha lavori in corso o per le famiglie che contano su sostegni mirati, questa è una stagione decisiva perché ridisegna l’intera mappa dei benefici disponibili a partire dal 2026, con un impatto reale sui bilanci domestici e sulle scelte di investimento dell’anno che verrà.

Bonus casa, incentivi energetici, aiuti per neonati e figli: cosa rimane, cosa cambia e cosa scompare nella nuova Legge di bilancio

Nel capitolo che riguarda la casa e il mondo dell’edilizia, il Governo ha scelto una linea di continuità controllata, mantenendo per il 2026 molte delle agevolazioni che hanno accompagnato la riqualificazione degli immobili negli ultimi anni ma introducendo una curva discendente che ridurrà gradualmente il valore delle detrazioni. La detrazione al 50% per le ristrutturazioni rimane attiva per tutto il prossimo anno, con una distinzione importante che riguarda la prima casa: per chi interviene sull’abitazione principale l’aliquota resterà al 50% fino al 2026, per poi scendere al 36% nel 2027. Negli altri casi, cioè per gli immobili diversi dalla prima casa, il passaggio al 36% avverrà già nel 2026, con un ulteriore calo al 30% nel 2027, segnando l’inizio di un percorso che punta a riportare le detrazioni verso i livelli pre-pandemia.

Anche ecobonus e sismabonus saranno presenti nel 2026, con aliquote al 36% e al 50% a seconda degli interventi. L’obiettivo resta quello di sostenere tanto l’efficientamento energetico quanto la messa in sicurezza nelle zone sismiche classificate 1, 2 e 3. Sono agevolazioni che negli anni hanno creato un sistema di interventi molto ampio e che ora, con l’uscita di scena del superbonus, diventano ancora più centrali per chi deve ristrutturare. Il superbonus, infatti, si avvia alla conclusione definitiva, salvo eccezioni limitate alle aree colpite dai terremoti. Finisce così un’epoca di detrazioni straordinarie fino al 110%, introdotte durante la pandemia per spingere gli interventi “trainanti” e “trainati” e oggi considerati non più sostenibili dal punto di vista dei conti pubblici.

Accanto a queste misure, la Manovra conferma anche il bonus mobili con detrazione del 50% su arredi ed elettrodomestici fino a 5mila euro collegati ai lavori in casa. E potrebbe trovare spazio un’ulteriore proroga per il bonus elettrodomestici, che prevede uno sconto fino a 200 euro modulato in base all’Isee per l’acquisto di apparecchi ad alta efficienza con contestuale rottamazione dei modelli vecchi. Questo incentivo, legato a un click day fissato per il 18 novembre, potrebbe essere esteso al 2026 e al 2027 con nuovi criteri e limiti in caso di risposta positiva da parte dei cittadini. Non rientrerà invece tra le agevolazioni disponibili dal 2026 il bonus barriere architettoniche, la cui detrazione al 75% termina formalmente il 31 dicembre 2025 salvo modifiche parlamentari, segnando la fine di una misura che aveva dato una spinta importante all’abbattimento degli ostacoli domestici.

Sul fronte famiglia, il Governo ha scelto di concentrare le risorse sui sostegni demografici e sui servizi per l’infanzia. Resta confermato il bonus nuovi nati, un contributo da mille euro destinato alle famiglie con Isee sotto i 40mila euro per ogni nascita, adozione o affidamento avvenuti dal 1° gennaio 2025. A questo si affianca la proroga del bonus asili nido, che dal 2026 arriverà fino a 3.600 euro in base all’Isee e includerà non solo asili pubblici e privati autorizzati, ma anche i micronidi, strutture dedicate ai bambini da 3 a 36 mesi, riconoscendone il ruolo nella cura e nella socializzazione dei più piccoli. Si tratta di una delle modifiche più attese perché amplia il ventaglio delle strutture coperte e risponde a una domanda crescente da parte delle famiglie che nelle grandi città vivono da anni un problema strutturale di posti disponibili.

Cambia invece l’importo del bonus mamme lavoratrici, che crescerà da 40 a 60 euro mensili e continuerà a essere esentasse. Lo riceveranno le madri lavoratrici, dipendenti o autonome, con Isee fino a 40mila euro, a condizione che abbiano almeno due figli. Il bonus rimarrà valido fino ai dieci anni del figlio più piccolo o fino ai diciotto in caso di famiglie con tre o più figli. A completare il quadro, l’Assegno unico per i figli, che dal prossimo anno sarà rivalutato per effetto dell’inflazione, aumentando in base all’Isee e mantenendo il sostegno per tutti i nuclei con figli fino a 21 anni o senza limiti d’età in caso di disabilità. Una misura che resta il perno dell’intero sistema di aiuti alle famiglie, soprattutto in una fase in cui il costo della vita continua a crescere e mette a dura prova i redditi medi.

Cosa significa davvero questa Manovra per famiglie e imprese: una mappa tra nuove priorità, riduzioni graduali e il ritorno alla normalità fiscale

Vista nel suo insieme, la Manovra 2026 disegna un percorso che punta a riportare gradualmente i bonus a una dimensione più sostenibile per i conti pubblici, senza però lasciare vuoti improvvisi in settori cruciali. Il taglio alle aliquote edilizie va in questa direzione: una riduzione che permette allo Stato di recuperare margini di bilancio ma che richiede alle famiglie una pianificazione più attenta, soprattutto per chi contava sul 50% di detrazione come elemento determinante per avviare lavori importanti. La fine del superbonus, d’altra parte, porta con sé la chiusura di un capitolo controverso: un’iniziativa che ha generato un’enorme quantità di interventi e una spinta economica significativa ma che ha anche pesato in modo rilevante sui conti pubblici e sul sistema dei crediti fiscali. Nel 2026 l’attenzione torna quindi su misure più tradizionali, meno generose ma più stabili nel tempo.

Nel campo dei consumi e dei servizi per la casa, la Manovra tenta di bilanciare esigenze diverse: da un lato sostiene l’acquisto di arredi e elettrodomestici per chi ristruttura, dall’altro riduce o non rinnova agevolazioni che negli ultimi anni erano diventate strutturali. Il possibile rinnovo del bonus elettrodomestici conferma però che il Governo è pronto a intervenire in modo selettivo su incentivi che hanno un impatto diretto sul rinnovamento degli apparecchi energivori, un tema su cui l’Europa continua a esercitare pressione. Il mancato rinnovo del bonus barriere architettoniche, invece, rischia di lasciare scoperto un ambito molto delicato, soprattutto in un Paese con un patrimonio edilizio tanto datato quanto complesso dal punto di vista dell’accessibilità.

Sul fronte della demografia, la scelta di potenziare bonus nido e sostegni alle madri lavoratrici indica una direzione chiara: sostenere i nuclei familiari giovani e accompagnare la natalità attraverso un sistema di aiuti più mirato. L’aumento dell’Assegno unico, legato alla rivalutazione, rappresenta uno dei pochi automatismi che continueranno a funzionare anche nei prossimi anni, confermando la centralità di questa misura nel quadro complessivo. La Manovra 2026, quindi, non elimina il sistema dei bonus ma lo riordina, lo struttura e lo rende più allineato ai limiti fiscali del momento, lasciando però aperti diversi interrogativi su cosa accadrà nel 2027 quando molte aliquote scenderanno definitivamente.

Alla fine, ciò che emerge è un quadro in evoluzione, dove alcune agevolazioni restano, altre cambiano pelle e altre ancora scompaiono, delineando una mappa che famiglie e imprese dovranno imparare a leggere con attenzione. La Manovra riduce, seleziona, focalizza, cercando di accompagnare un Paese che ha ancora bisogno di sostegni ma che deve necessariamente confrontarsi con un ritorno progressivo alla normalità fiscale.

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