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Gli over 70 che non dovranno più rinnovare la carta d’identità e cosa significa davvero per loro

Le nuove regole su documenti, scadenze, IT-Wallet e passaporti nel Decreto Semplificazioni che il governo porterà in Parlamento

by Matilde Giunti
15 Novembre 2025

Il 2026 segnerà uno dei cambiamenti più significativi degli ultimi anni nel modo in cui gli italiani gestiranno carta d’identità, passaporti e documenti digitali. Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha anticipato che, con il nuovo Decreto Semplificazioni, gli over 70 non dovranno più rinnovare la carta d’identità, mentre dal 3 agosto 2026 la versione cartacea non potrà essere utilizzata per l’espatrio. È un passaggio che rientra in un percorso più ampio: l’adeguamento dell’Italia al Regolamento Europeo 1157/2019, che punta alla sicurezza dei documenti d’identità attraverso la loro completa digitalizzazione e l’integrazione nell’IT-Wallet, lo strumento che sta progressivamente diventando il portafoglio ufficiale dei documenti dei cittadini.

Le nuove carte d’identità dal 2026 e l’addio alle scadenze per gli over 70

Il confronto politico degli ultimi mesi sulla semplificazione burocratica trova una delle sue ricadute più immediate proprio sulla carta d’identità. La misura più simbolica riguarda gli over 70, che non dovranno più preoccuparsi della scadenza del documento. Con l’entrata in vigore della riforma, la carta rilasciata dopo aver compiuto settant’anni sarà senza scadenza, eliminando un adempimento che per molti anziani rappresentava un ostacolo concreto, soprattutto nelle città dove gli uffici anagrafe fanno i conti con ritardi e sovraccarichi. L’idea del governo è chiara: ridurre le procedure e favorire un accesso più semplice ai servizi pubblici, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione. E oggi parliamo di numeri enormi, perché secondo i dati ISTAT aggiornati al 1° gennaio 2025, in Italia vivono 14,5 milioni di over 65, pari al 24,7% della popolazione.

Accanto a questa misura arriva un cambiamento che coinvolgerà milioni di cittadini: dal 3 agosto 2026, la carta d’identità cartacea non sarà più valida per l’espatrio. Significa che chi intende viaggiare all’estero all’interno dell’Unione Europea dovrà possedere la Carta d’Identità Elettronica (CIE). È un passaggio obbligato, previsto dal regolamento europeo che impone a tutti gli Stati membri l’adozione esclusiva di documenti elettronici entro il 2031, così da garantire una verifica più sicura ai confini e un’identificazione unificata per tutti i cittadini UE. L’Italia è tra i Paesi più veloci nella transizione, grazie all’attivazione dell’IT-Wallet, che già oggi ospita tessera sanitaria, patente e carta della disabilità. Entro fine 2025 o inizio 2026, secondo quanto anticipato, la CIE digitale arriverà nello stesso portafoglio, diventando accessibile da smartphone come documento ufficiale.

La digitalizzazione dei documenti d’identità punta anche a ridurre le attese negli uffici comunali, un nodo critico che molte città vivono da anni. Non si tratta solo di tecnologia, ma di un ripensamento dell’intero percorso burocratico legato all’identificazione del cittadino. La prospettiva del governo è che la CIE digitale diventi un punto unico di accesso ai servizi pubblici, facilitando la verifica dell’identità anche da remoto e alleggerendo il flusso agli sportelli fisici. Le semplificazioni annunciate includono inoltre misure che coinvolgeranno il settore sanitario, dalla gestione delle ricette all’accesso ai vaccini, sempre attraverso strumenti digitali centralizzati. Tutti tasselli di un progetto che punta a uniformare i servizi pubblici europei e creare una rete documentale comune, immediata e molto più sicura rispetto alle versioni cartacee.

Le nuove regole sui passaporti, i pagamenti digitali e la modernizzazione della procedura dal 2025

La riforma non riguarda solo la carta d’identità. Dal 1º dicembre 2025, infatti, cambierà anche la modalità di pagamento richiesta per ottenere il passaporto italiano. Fino a oggi il versamento dei 42,70 euro avveniva tramite il tradizionale bollettino postale. La nuova norma prevede invece che il pagamento venga effettuato tramite i canali messi a disposizione da Poste Italiane, sia digitali che fisici, oppure attraverso la piattaforma PagoPA, ormai utilizzata per gran parte dei pagamenti verso la Pubblica Amministrazione. Il cambiamento non incide sull’importo, ma semplifica un passaggio che spesso rallentava la procedura, perché permetterà di pagare anche da remoto seguendo una struttura più chiara e centralizzata.

La digitalizzazione dei passaporti mira a ridurre gli errori nelle domande, a velocizzare la verifica dei dati anagrafici e a uniformare il sistema di prenotazioni, che negli ultimi anni ha mostrato limiti evidenti soprattutto nelle grandi città. Con l’introduzione del pagamento tracciabile, ogni richiesta potrà essere associata immediatamente al codice fiscale e al nominativo della persona per cui si richiede il documento, un requisito obbligatorio anche quando si tratta di minori. Questo permette agli uffici di identificare più rapidamente eventuali incongruenze, riducendo tempi di attesa e pratiche incomplete.

Il percorso di rinnovamento non termina qui: la digitalizzazione progressiva dei documenti italiani procede di pari passo con l’integrazione nell’IT-Wallet. Una volta completata l’implementazione della CIE in versione digitale, anche il passaporto potrebbe seguire la stessa strada, o comunque dialogare con il portafoglio elettronico per facilitare controlli aeroportuali e procedure di identificazione. L’obiettivo è creare un ecosistema documentale che possa essere verificato in pochi secondi, tramite QR o chip integrato, semplificando allo stesso tempo i passaggi più delicati per i cittadini. Quello che oggi appare come un cambiamento tecnico è in realtà l’inizio di una trasformazione strutturale dei documenti personali, destinata a ridisegnare il rapporto tra cittadini e amministrazione pubblica nei prossimi anni.

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