Federico Chiesa, simbolo dell’Italia campione d’Europa nel 2020, ha svelato un lato inaspettato: fuori dal campo, l’attaccante del Liverpool è un appassionato collezionista di Magic: The Gathering, il gioco di carte che da trent’anni unisce strategia, arte e nostalgia. Un hobby diventato parte della sua identità, un antidoto mentale alle pressioni del calcio professionistico.
Federico Chiesa e l’estate in Versilia che fece scoppiare la scintilla per Magic
Tutto nasce in Versilia, quando Chiesa aveva appena dieci anni.
Tra un pallone e un mazzo di carte, scoprì un mondo che non ha più abbandonato.
“Mi ricordano la mia infanzia — racconta —, le estati al mare, gli scambi negli stabilimenti balneari e i pomeriggi nei negozi con i miei genitori.”
Da allora, le Magic sono rimaste un filo invisibile che lo lega a quei ricordi. E, come nel calcio, anche qui collezionare è questione di passione e disciplina.
Collezionista prima che giocatore
Per Chiesa, le Magic non sono un investimento ma una forma di collezionismo puro.
“Non le vendo, hanno un valore affettivo,” ammette.
Ciò che lo affascina non è la singola carta rara, ma l’idea del mazzo completo, l’equilibrio tra logica e fortuna.
E mentre molti vedono il mercato delle carte come un business, lui lo vive come un rifugio personale.
“Mi dispiacerebbe se perdessero valore,” dice, “ma non cambierebbe nulla: le tengo perché mi rappresentano.”
Federico Chiesa e il fascino del formato Premodern di Magic
Il giocatore azzurro è un sostenitore del formato Premodern, che include le carte tra il 1995 e il 2003.
Lo considera “il formato giusto”: non impone aggiornamenti continui, non obbliga a comprare mazzi nuovi ogni mese.
È perfetto per chi, come lui, ha poco tempo ma non vuole rinunciare al divertimento.
In più, Chiesa ama la vecchia grafica: “Quelle carte nere vintage hanno un’anima. Le guardi e ti parlano.”

Aggressivo sul campo, aggressivo nel gioco
Anche davanti a un tavolo da gioco, Chiesa resta se stesso.
Niente mazzi blu da controllo, niente tatticismi esasperati: “Io sono Aggro,” dice sorridendo.
Preferisce i mazzi che spingono, che chiudono la partita in pochi turni.
Tra i suoi preferiti ci sono il Devourer Combo (versione Tinker Fling), i Goblin e gli Elfi, mazzi che incarnano lo stesso spirito che lo guida sul campo: attaccare, rischiare, vincere.
Una community più vicina di quanto sembri
L’amore per Magic non è isolato. Chiesa ha raccontato di aver ricevuto messaggi da colleghi calciatori, dal trapper Moonry e da altri artisti italiani appassionati di MTG. “Nel calcio molti collezionano qualcosa — auto, orologi, fumetti. Io colleziono emozioni,” scherza.
Un modo per dire che dietro ogni carta c’è una storia, e dietro ogni mazzo una parte di sé.
Gol o combo vincente? La risposta sorprende
Quando gli chiedono se sia più esaltante un gol al 90° o pescare la carta della vittoria, Chiesa ride:
“Il gol è il massimo, ma quando peschi quella carta che ti fa chiudere la partita… è lo stesso brivido.”
Ha raccontato un episodio contro la moglie: pescò “Tinker” e vinse la partita. “È stato come segnare in finale,” dice.
Tra calcio e Magic: il doppio volto di Federico Chiesa
Dietro il campione che corre all’Olimpico c’è un ragazzo che sfoglia carte rare, cerca sinergie e costruisce mazzi con la stessa concentrazione con cui prepara una partita di Champions.
Un equilibrio tra agonismo e immaginazione, pressione e libertà.
Perché anche per un atleta d’élite, serve un posto dove il tempo si ferma.
Per Federico Chiesa, quel posto si chiama Magic: The Gathering.

