Da tempo circola tra gli automobilisti un’idea piuttosto diffusa, quasi una leggenda metropolitana: fare benzina di notte, quando la temperatura ambientale è più bassa, consentirebbe di risparmiare perché la benzina sarebbe più densa. Ma qual è il fondamento scientifico di questa convinzione? E qual è la realtà dietro il fenomeno della variazione della densità della benzina in relazione alla temperatura? Facciamo luce su questo aspetto, aggiornando anche il contesto industriale e commerciale che ruota attorno al settore dei carburanti e della gestione delle riserve liquide.
Il mito della benzina fredda e la sua apparente validità scientifica
L’idea alla base di questa credenza è fondata su un principio fisico noto: i liquidi si contraggono quando la temperatura diminuisce, aumentando la loro densità. Questo vale anche per la benzina, un liquido altamente infiammabile e volatile derivato dalla raffinazione del petrolio. Teoricamente, un litro di benzina fredda conterrebbe quindi una quantità maggiore di massa rispetto a un litro di benzina calda, suggerendo un potenziale risparmio nell’acquisto durante le ore più fresche.
Numeri alla mano, ipotizzando un pieno da 50 litri con una temperatura che scende da 15 a 0°C, la contrazione volumetrica potrebbe teoricamente far risparmiare quasi un litro di carburante, traducendosi in circa 2 euro nel prezzo finale. Tuttavia, questo calcolo trascura elementi fondamentali legati alla struttura dei distributori e alle condizioni reali di conservazione del carburante.

La realtà nei distributori: serbatoi sotterranei e temperatura stabile
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la benzina non è esposta direttamente agli agenti atmosferici. Nei distributori, infatti, viene immagazzinata in serbatoi sotterranei, spesso posizionati a diversi metri di profondità, dove la temperatura si mantiene pressoché costante e tende a non risentire delle fluttuazioni termiche giornaliere, né del freddo notturno né del caldo estivo.
Questa situazione termica stabile fa sì che la benzina erogata abbia una temperatura uniforme durante tutto l’arco della giornata. Gli sbalzi termici esterni, dunque, non incidono praticamente sulla densità del carburante fornito al cliente. Di conseguenza, il vantaggio economico derivante dall’acquisto di benzina “fredda” è praticamente nullo.
Fare benzina di notte conviene?
Nel concreto, la variazione di densità e quindi di volume della benzina tra giorno e notte, considerando la conservazione in serbatoi sotterranei, comporta un risparmio che si misura in pochi centesimi per un pieno, una differenza così esigua da risultare impercettibile al momento del pagamento.
La persistenza di questo mito è da ricondurre al mix tra una base scientifica parziale – la dilatazione termica dei liquidi – e una rappresentazione semplificata che non considera le condizioni reali di stoccaggio e distribuzione del carburante. Inoltre, la voglia di “fregare il sistema” alimenta la diffusione di questa credenza, nonostante la realtà imponga una visione più razionale e dettagliata.

