Lo stramonio, conosciuto anche come erba del diavolo o erba delle streghe, è una delle piante più enigmatiche del mondo vegetale. La sua bellezza scenografica, unita alla pericolosità delle sue sostanze, l’ha resa oggetto di leggende e superstizioni. Il suo nome scientifico è Datura stramonium, appartenente alla famiglia delle Solanaceae, la stessa di pomodori e patate, ma con una differenza sostanziale: ogni sua parte è tossica.
Nonostante la sua natura insidiosa, viene coltivata a scopo ornamentale per i suoi fiori a forma di tromba, che sbocciano al tramonto e diffondono un profumo intenso. Coltivarla non è difficile, ma richiede prudenza: basta qualche accortezza per godere del suo fascino senza rischi.
Dove collocare lo stramonio
Originario delle regioni centro-nordamericane, lo stramonio si è adattato nel tempo ai climi caldi e temperati di molti Paesi, Italia compresa, dove cresce spontaneamente in terreni incolti o lungo i margini delle strade. Si tratta di una pianta erbacea annuale, con fusto eretto e ramificato, foglie grandi e dentate e fiori bianchi o violacei a forma di imbuto, che si aprono soprattutto nelle ore serali.
La sua fioritura si concentra tra luglio e ottobre, con infiorescenze di breve durata ma in successione continua. Dopo la fioritura compaiono i frutti spinosi, piccole capsule ovali che contengono semi tossici e allucinogeni.
La datura può essere coltivata sia in giardino sia in vaso, purché venga posizionata in zone soleggiate e lontane dalla portata di bambini e animali domestici, vista la sua tossicità. Ama il calore e tollera bene il sole, ma durante le giornate più torride gradisce un po’ d’ombra. È sensibile al freddo: in inverno deve essere protetta dalle gelate.
Il terreno ideale è fertile, ben drenato e leggero, preferibilmente sabbioso, per evitare ristagni che possono compromettere le radici.
Stramonio e la coltivazione
La coltivazione dello stramonio è sorprendentemente semplice, ma richiede attenzione e cautela. Il periodo migliore per piantarlo è la primavera, dopo le ultime gelate, oppure l’autunno nelle regioni più miti. È fondamentale indossare guanti quando si maneggia la pianta o i semi.
In piena terra, occorre preparare il terreno eliminando erbacce e sassi e mescolandolo con compost o terriccio organico. I semi si interrano a circa 0,5-1 cm di profondità, lasciando almeno 40-50 cm di distanza tra una pianta e l’altra, poiché cresce in modo rapido e ampio. Germina in 1-3 settimane.
In vaso, invece, è bene scegliere un contenitore ampio (almeno 30-40 cm di diametro) con fori di drenaggio sul fondo. Anche qui il terreno deve essere soffice e drenante, arricchito con concime organico naturale. È importante mantenere il substrato leggermente umido, senza eccessi, e assicurarsi che la pianta abbia spazio per svilupparsi.
Attenzione: all’aperto lo stramonio tende a riseminarsi spontaneamente e può diventare invasivo, quindi conviene controllarne la diffusione.

Cura dello stramonio: irrigazione, concimazione e potatura
Lo stramonio non è una pianta esigente, ma alcune cure di base ne esaltano la crescita e la fioritura.
Per l’irrigazione, il terreno deve restare umido ma mai zuppo. Da primavera a estate è bene annaffiare una o due volte a settimana, aumentando in caso di caldo intenso. In autunno le innaffiature si riducono, mentre in inverno bastano irrigazioni occasionali, solo quando il terreno è completamente asciutto.
La concimazione si effettua una o due volte l’anno, in primavera, con fertilizzanti organici per stimolare la produzione di nuovi fiori.
La potatura è un passaggio importante: serve a mantenere la pianta compatta e armoniosa. Si esegue in primavera, accorciando i rami troppo lunghi e rimuovendo fiori appassiti e rami secchi, in modo da favorire nuove fioriture.
Malattie e parassiti
Sebbene resistente, lo stramonio può essere colpito da parassiti e malattie fungine. Gli afidi sono tra i più comuni: succhiano la linfa e causano l’ingiallimento delle foglie, risolvibile con insetticidi naturali o sapone molle potassico.
Altro nemico è il ragnetto rosso, che si annida sotto le foglie e provoca macchie gialle: in questi casi serve un acaricida specifico o nebulizzazioni d’acqua frequenti per aumentare l’umidità.
Anche le cocciniglie possono infestare la pianta, visibili come piccoli scudi bianchi o marroni da rimuovere manualmente o con prodotti biologici. Il marciume radicale è invece causato da ristagni idrici: evitare di eccedere con l’acqua è essenziale per la sua salute.
Tra i funghi più frequenti c’è l’oidio, che forma una patina biancastra sulle foglie: in caso di infezione è opportuno rimuovere le parti colpite e trattare con un fungicida specifico.
Con poche attenzioni e molta prudenza, lo stramonio può trasformarsi in una presenza scenografica nel giardino, affascinante come poche altre piante, ma da trattare sempre con rispetto e consapevolezza.






