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Dove raccogliere castagne nel Lazio: i boschi più belli da scoprire tra colori e profumi d’autunno

Quando l’estate lascia spazio all’odore della pioggia e il sole comincia a filtrare tra le nuvole basse, il Lazio cambia volto

by Vittorio De Bellaro
17 Ottobre 2025

Le colline si coprono di sfumature calde, i sentieri si riempiono di foglie secche e l’aria si fa più leggera. È il periodo in cui la natura invita a rallentare, a camminare tra gli alberi e a riscoprire il piacere delle piccole cose. Tra queste, raccogliere castagne resta una delle esperienze più autentiche e amate, un gesto che unisce generazioni e che ogni anno porta centinaia di famiglie nei boschi del Lazio.

In pochi altri momenti la regione riesce a essere così suggestiva: il rumore delle foglie sotto i passi, il crepitio dei ricci che si aprono, il silenzio interrotto solo da qualche uccello nascosto tra i rami. È un viaggio semplice ma pieno di significato, un ritorno alle origini, al contatto con la terra e ai sapori dell’autunno. E non serve andare lontano: a meno di un’ora da Roma si trovano alcuni dei boschi di castagne più belli d’Italia, dove la raccolta diventa un rito e il paesaggio un racconto di colori.

Monti Cimini e Castelli Romani: il cuore delle castagne laziali

Tra i luoghi più amati e storici dove raccogliere castagne nel Lazio ci sono i Monti Cimini, nel cuore della provincia di Viterbo. Un territorio che da secoli custodisce un legame profondo con i castagneti, tanto che la “Castagna dei Cimini” è diventata un simbolo della tradizione locale. I comuni di Caprarola, Canepina, Soriano nel Cimino, Vallerano e Ronciglione sono circondati da foreste che in autunno si trasformano in un mare dorato.
Camminando tra i sentieri, si respira il profumo della legna bruciata e delle caldarroste che cuociono nelle piazze, mentre i paesi celebrano la stagione con sagre antiche e tavolate che riportano alla memoria i sapori di un tempo.

A Vallerano, ogni anno, la Sagra della Castagna attira migliaia di visitatori: si possono degustare piatti tipici, partecipare a visite guidate nei boschi e scoprire le antiche tecniche di essiccazione nei “cannicci”, i tradizionali essiccatoi in pietra. Qui la castagna è una vera eccellenza riconosciuta DOP, e chi arriva a ottobre trova un’atmosfera unica, fatta di convivialità, camini accesi e bancarelle di dolci e vino novello.

Più a sud, nei Castelli Romani, la raccolta delle castagne diventa un’esperienza di pura bellezza. I boschi di Rocca di Papa, Monte Cavo, Nemi e Lariano sono un invito a staccare dal ritmo della città. Il terreno morbido, l’aria umida e i panorami che si aprono sui laghi vulcanici creano uno scenario da cartolina. I sentieri sono accessibili e ben segnalati, ideali anche per chi vuole trascorrere una giornata in famiglia.
Passeggiando tra i castagni, capita di incontrare raccoglitori esperti con i loro cesti intrecciati, pronti a dare qualche consiglio su dove trovare i frutti migliori. E quando il cestino è pieno, si può scendere in paese per pranzare con piatti tradizionali come la polenta con salsiccia e funghi, il castagnaccio o le tagliatelle ai porcini, annaffiate da un bicchiere di Cesanese.

Nei giorni più limpidi, dalle alture dei Castelli si intravedono Roma e il mare in lontananza. È un colpo d’occhio che racconta tutto il fascino di questa zona: una terra che conserva il gusto delle tradizioni e la calma delle stagioni che scorrono lente.

Dai Monti Lepini alla Sabina: i luoghi nascosti dove l’autunno sa di silenzio e bosco

Chi ama i percorsi meno battuti può spingersi più a sud, verso i Monti Lepini, tra Cori, Carpineto Romano e Gorga. Qui la raccolta delle castagne ha il ritmo lento della montagna e il profumo delle giornate d’un tempo. Il marrone segnino, tipico della zona, è tra le varietà più pregiate del Lazio: la buccia sottile, la polpa chiara e dolce lo rendono perfetto sia per le caldarroste che per le ricette tradizionali.
Le pro loco dei paesi organizzano passeggiate guidate e giornate dedicate alla raccolta, dove si impara anche a distinguere le varietà e a riconoscere i castagni più produttivi. Non mancano le feste paesane, dove tutto ruota attorno a questo frutto: dalle zuppe calde servite nelle piazze ai dolci casalinghi preparati con farina di castagne.

Spostandosi verso nord, nel Bosco Macchia Grande di Manziana, a pochi chilometri dal lago di Bracciano, si trova un altro luogo ideale per chi cerca tranquillità e natura autentica. È un’area protetta di grande valore naturalistico, dove querce, faggi e castagni convivono creando un paesaggio fiabesco. La raccolta qui è libera, ma sempre nel rispetto dell’ambiente: bastano guanti resistenti, un cestino e la pazienza di chinarsi più volte per trovare le castagne più belle.
Il silenzio del bosco è rotto solo dal fruscio del vento e dal rumore dei ricci che si aprono. Chi arriva la mattina presto può assistere a spettacoli di luce incredibili, con i raggi del sole che attraversano le chiome dorate e disegnano ombre leggere sul terreno.

Infine, verso la provincia di Rieti, la Sabina regala paesaggi che sembrano usciti da un dipinto. Attorno ad Antrodoco, i castagneti si arrampicano sui versanti dei monti e offrono frutti abbondanti e di ottima qualità. È una zona meno turistica ma ricchissima di fascino: qui la raccolta delle castagne si accompagna spesso a escursioni, degustazioni di miele e olio nuovo, e momenti di convivialità nelle osterie locali. Le famiglie passeggiano lungo i sentieri con i bambini, mentre il fumo delle prime caldarroste sale lento tra le case in pietra.

Nelle giornate limpide, il paesaggio reatino è un mosaico di colori: il rosso degli aceri, il giallo delle querce, il verde cupo dei castagni secolari. È un autunno pieno, denso, che profuma di bosco e silenzio.

Raccogliere castagne nel Lazio significa vivere una delle stagioni più vere dell’anno, quando la natura si fa teatro di un rito antico e il tempo rallenta. Non è solo un passatempo o una gita, ma un modo per ritrovare equilibrio e pace. L’esperienza è alla portata di tutti: bastano scarponcini, guanti, un cestino e la voglia di camminare.
Le castagne migliori si trovano già a terra, cadute naturalmente: il trucco è scegliere quelle con la buccia lucida e senza fori. Meglio evitare di staccare ricci ancora chiusi o di raccogliere nei terreni privati senza permesso; in molti comuni è possibile chiedere informazioni alle pro loco o ai carabinieri forestali, che segnalano le zone libere.

Chi ama completare la giornata con un tocco di gusto può approfittare delle sagre di ottobre e novembre: dalle feste di Canepina e Vallerano a quelle dei Castelli Romani, ogni evento è un’occasione per assaggiare ricette tipiche e respirare il calore della comunità.
Tra caldarroste fumanti, vino novello e dolci di castagne, l’autunno nel Lazio diventa una festa diffusa che coinvolge tutti: viaggiatori, famiglie, curiosi e fotografi a caccia dei migliori scatti tra i boschi.

Alla fine della giornata, con il cestino pieno e le mani che profumano di terra, si ha la sensazione di aver ritrovato qualcosa che si era perso: la semplicità. Quella di camminare senza fretta, di ascoltare il silenzio del bosco e di sentire che ogni gesto, anche il più piccolo, ha ancora valore.
Perché raccogliere castagne non è solo un modo per riempire il tempo libero: è un invito a riconciliarsi con la natura, a lasciare che l’autunno entri dentro di noi e ci ricordi che la bellezza, spesso, vive proprio nelle cose più semplici.

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