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Home Lifestyle

Con un semplice rametto di 15 cm, la lavanda, il rosmarino e la salvia si moltiplicano senza limiti

by Matilde Giunti
10 Novembre 2025

C’è un piccolo trucco da giardinieri che negli ultimi mesi sta rimbalzando sui social: la possibilità di moltiplicare lavanda, rosmarino e salvia usando un semplice rametto lungo appena 15 centimetri. Non serve esperienza botanica, non servono prodotti complicati o serre professionali. Basta conoscere il momento giusto, il taglio corretto e qualche accortezza che spesso sfugge anche a chi ha il balcone pieno di vasi.

La propagazione per talea è uno dei gesti più antichi del giardinaggio domestico. È una piccola magia naturale: stacchi un pezzo di pianta e, se lo tratti bene, quel frammento ricostruisce da solo tutto il resto. Radici, foglie nuove, rami futuri. E soprattutto mantiene identico profumo, resistenza e caratteristiche della pianta madre, cosa che con i semi non è sempre garantita. Per questo molti coltivatori preferiscono moltiplicare così le aromatiche. Costa poco, è veloce, e in poche settimane ci si ritrova con piante nuove da usare in cucina o sul terrazzo.

Negli ultimi anni questa pratica è tornata di moda perché permette di creare piccoli giardini aromatici infiniti partendo da un’unica pianta. E se fatta nei mesi giusti, funziona in modo sorprendente.

Quando funziona meglio la propagazione e perché un taglio sbagliato rovina tutto

Ogni pianta aromatica ha un suo momento ideale per essere riprodotta per talea. È come se avesse un ritmo interno, una fase in cui il ramo è abbastanza maturo da reggere il distacco ma non ancora troppo legnoso da resistere alla formazione delle radici. Per il rosmarino, ad esempio, i giardinieri più esperti puntano due stagioni: la primavera e l’inizio dell’autunno, quando la pianta ha energia e clima mite intorno. La salvia, invece, dà risultati migliori ad aprile, mentre la lavanda reagisce quasi sempre positivamente verso fine estate, subito dopo la fioritura.

La fase iniziale è la più delicata. Il rametto che prelevi smette immediatamente di ricevere acqua dalla pianta madre, e da quel momento ogni secondo conta. Se perde troppa umidità nelle prime ore, la talea si secca all’interno e non riesce più a radicare. Per questo molti giardinieri tengono sempre vicino una ciotola con acqua o un panno umido in cui appoggiare il rametto appena tagliato, il tempo di preparare il vaso.

Il segreto più importante, spesso ignorato, è il tipo di taglio. Alla base deve essere obliquo e posizionato appena sotto un nodo, cioè il punto in cui nasce una foglia. È lì che si trova la maggiore concentrazione di cellule capaci di trasformarsi in radici. Un taglio piatto, o troppo lontano dal nodo, rallenta tutto o può perfino bloccare la radicazione.

Una volta tagliato il ramo, bisogna alleggerirlo. Le foglie consumano acqua, quindi lasciarne troppe significa costringere la talea a un lavoro impossibile: alimentare parti che non può ancora sostenere. È sufficiente lasciare un ciuffetto finale, giusto il necessario per mantenere attiva la fotosintesi.

Poi entra in gioco il clima. Le talee hanno bisogno di un ambiente calmo: niente vento forte, niente luce diretta che le brucia, niente freddo improvviso. Il posto ideale è un angolo luminoso ma in ombra, con temperatura stabile sopra i 15 gradi. È un periodo un po’ fragile, come se la talea stesse imparando da zero a vivere.

Molti usano gli ormoni radicanti, ma non sono obbligatori. Le aromatiche hanno una naturale capacità di emettere radici anche da sole. Serve solo pazienza, perché ogni varietà segue i suoi tempi. Il rosmarino, ad esempio, può impiegare più giorni della salvia, mentre la lavanda spesso accelera se il terreno è leggero e non troppo compatto.

La scelta del terriccio è un’altra parte cruciale. Se è troppo pesante rallenta tutto, se è troppo bagnato porta al marciume. La miscela migliore è quella composta da terriccio universale mescolato a sabbia o perlite, così l’acqua scorre via come dovrebbe e le radici trovano aria per respirare. È proprio l’ossigeno, infatti, a stimolare la formazione radicale.

Quando qualcosa va storto, le cause sono quasi sempre le stesse: troppa acqua, luce diretta, sbalzi termici. Una talea che affoga non ha tempo di formare radici, mentre una che si scalda troppo si disidrata. Tutto sta nel trovare un equilibrio che non è difficile, ma va rispettato con costanza. Se il terriccio rimane semplicemente umido, non fradicio, la percentuale di successo sale subito.

Molte persone non lo sanno, ma anche altre aromatiche navigano bene con questo metodo: timo, basilico, menta, tutte capaci di radicare velocemente, soprattutto se lasciate inizialmente in acqua. Basta togliere le foglie basse che altrimenti marciscono e intorbidiscono tutto.

Come preparare esattamente le talee di rosmarino, salvia e lavanda perché attecchiscano senza problemi

Il rosmarino è forse la pianta più semplice da moltiplicare, purché si scelga un ramo semi legnoso, abbastanza rigido da non spezzarsi ma ancora giovane. Il rametto ideale è lungo circa 15 centimetri. Una volta fatto il taglio obliquo sotto il nodo, si rimuovono quasi tutte le foglie, si apre un piccolo foro nel terriccio e si inserisce la talea con delicatezza, senza schiacciarla. Alcuni preferiscono mettere il rametto in acqua per qualche giorno: funziona, ma bisogna trasferirlo in terra appena compaiono le prime radici bianche.

La salvia ha una sensibilità diversa. I rami migliori sono quelli semi lignificati e vanno raccolti soprattutto ad aprile, quando la pianta è in piena ripresa vegetativa. La talea, più corta rispetto al rosmarino, si comporta meglio in una miscela di terriccio e sabbia, che evita ristagni. Anche qui è fondamentale togliere le foglie alla base e lasciare solo quelle vicino alla punta. La salvia soffre facilmente la luce diretta nelle prime settimane, quindi va posizionata in un punto luminoso ma protetto. Se il terreno si secca, rallenta. Se è troppo bagnato, muore. Bisogna trovare quella linea sottile che spesso si impara solo osservandola giorno dopo giorno.

La lavanda è la più affascinante da moltiplicare perché porta con sé il profumo dell’estate. Le talee vanno prese a fine stagione, quando la fioritura è terminata e i rami hanno abbastanza forza per radicare. Il taglio è sempre lo stesso: sotto un nodo. Ma la lavanda richiede un passaggio in più. Prima di interrare il rametto bisogna pulire la parte inferiore, eliminando foglie e gemme, e lasciare fuori dal terreno un paio di centimetri di stelo. È un dettaglio che fa la differenza perché permette alla pianta di emettere radici senza soffocare subito.

La lavanda ama il terreno fresco ma non zuppo, preferisce l’ombra luminosa e detesta il vento. Se la si mette in un angolo del balcone riparato, si alza la probabilità che la talea inizi a lavorare sottoterra già nei primi giorni. Le radici della lavanda sono sottili e rapide, ma anche fragili: se si prova a tirare la talea prima del tempo, si rischia di spezzarle. L’unico modo per capire se ha attecchito è aspettare che spunti un germoglio nuovo vicino all’apice. È il segno che la talea ha deciso di farcela.

Il mondo delle talee è pieno di false credenze. Una delle più diffuse è che tutte le piante reagiscano allo stesso modo, o che basti infilare un rametto in un vaso per ottenere un risultato. In realtà ogni specie ha il suo ritmo, e ciò che rovina una può favorire l’altra. Il basilico, per esempio, radica spesso anche solo lasciandolo in acqua qualche giorno, mentre il timo preferisce il terriccio leggero e ben drenato. La menta, invece, è quasi instancabile: radica ovunque, velocissima, e può diventare persino invadente.

Da un semplice rametto possono nascere interi vasi nuovi. È un modo economico, sostenibile e sorprendentemente gratificante per riempire balconi, terrazzi o piccoli giardini domestici. E forse il segreto più bello è che ogni talea, una volta cresciuta, diventa a sua volta una nuova pianta madre. Una catena infinita di profumi, foglie, colori.

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