Il modello ECMWF conferma un’irruzione fredda sull’est Europa tra il 15 e il 16 ottobre. Per l’Italia, gli effetti saranno contenuti e riguarderanno quasi esclusivamente il nord, con cali termici moderati e venti da est sul medio Adriatico.
Un’irruzione di aria fredda si prepara a investire l’Europa orientale a metà ottobre. Secondo le ultime elaborazioni del modello ECMWF, il nucleo gelido colpirà in modo deciso i Paesi dell’est, mentre sull’Italia gli effetti saranno più attenuati rispetto a quanto ipotizzato nei giorni scorsi. Nelle proiezioni fino a 24 ore fa si ipotizzava un ingresso più marcato sul nostro territorio, ma le nuove simulazioni hanno ridimensionato l’impatto.
Tra il 15 e il 16 ottobre, un modesto spiffero riuscirà comunque a penetrare sul nord Italia, determinando un abbassamento delle temperature di circa 4-5 gradi a tutte le quote. La massa d’aria fredda, pur attenuata, riuscirà quindi a lasciare il segno almeno sulle regioni settentrionali.
Gli effetti attesi tra nord e medio Adriatico
La mappa prevista a 1500 metri evidenzia il rientro di correnti fredde sul catino padano, con valori che potrebbero scendere a 2-3°C a quella quota e fino a 0°C a 1800 metri. In pianura le massime non dovrebbero superare i 13-14°C, segnando un netto cambiamento rispetto ai giorni precedenti.
Il medio Adriatico sarà interessato da venti sostenuti di Grecale e Tramontana, con temperature a 1500 metri comprese tra 5 e 6°C. Sul resto della Penisola, invece, l’irruzione fredda sarà quasi impercettibile: al massimo si perderanno un paio di gradi, senza variazioni significative sulle condizioni generali.
Gli esperti escludono la possibilità che il nocciolo gelido, che porterà valori anche di -5°C a 1500 metri sull’est Europa, riesca a colpire più duramente l’Italia. La traiettoria dell’aria fredda, secondo i modelli aggiornati, rimarrà confinata oltre i nostri confini orientali.
Le prospettive dopo il 18 ottobre
Dopo il passaggio freddo, le proiezioni indicano una probabile variazione della circolazione atmosferica. Dal 18-19 ottobre, le correnti dovrebbero disporsi da ovest, con nuove configurazioni bariche e scenari più dinamici per il Mediterraneo.
In questo contesto, il tempo si manterrà instabile sulle Isole Maggiori tra il 15 e il 18, con piogge localmente intense. Nei giorni successivi, le precipitazioni potrebbero estendersi anche al centro-sud, mentre il nord resterà più protetto.
L’evoluzione dipenderà soprattutto dalla corrente a getto, il “fiume d’aria” che scorre a 10 km di altezza, e dall’eventuale cedimento dell’anticiclone. La spinta del jet stream e la distribuzione delle pressioni saranno i fattori chiave per capire se l’instabilità potrà intensificarsi o se prevarranno fasi più asciutte.






