Il 4 novembre è una data che unisce mondi lontani. Antico Egitto e America contemporanea, fede e politica, scoperte archeologiche e rivoluzioni sociali. È un giorno che profuma di storia e cambiamento.
San Carlo Borromeo, il pastore che riformò la Chiesa
Il santo del giorno è San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e figura cardine della Controriforma. Nato nel 1538, fu uno dei protagonisti del Concilio di Trento e un instancabile difensore della disciplina ecclesiastica. Non era solo un uomo di potere, ma di azione: durante la peste del 1576 restò in città mentre molti fuggivano, portando conforto ai malati e ai poveri. La sua immagine rimane quella di un pastore rigoroso ma umano, simbolo di carità vissuta e di una Chiesa che si riforma partendo dal basso.
1922: il giorno in cui il tempo si fermò nella sabbia
Il 4 novembre 1922, nella Valle dei Re, Howard Carter scoprì l’ingresso della tomba di Tutankhamon. Il ritrovamento del secolo. Dopo millenni di silenzio, la storia tornò a respirare sotto la polvere del deserto. Carter bussò alla camera sepolcrale e chiese di aprirla. «Vedo cose meravigliose», avrebbe sussurrato davanti al tesoro più iconico dell’archeologia.
Oro, amuleti, sarcofagi e mistero: la maledizione del faraone alimentò leggende e paura. Ma quella scoperta, al di là dei miti, cambiò per sempre la percezione dell’antico Egitto, restituendo al mondo la sua grandezza perduta.

2008: Obama e il sogno americano che diventò realtà
Saltiamo di ottantasei anni. È il 4 novembre 2008 e il mondo guarda Chicago. Barack Obama, figlio di un keniota e di una donna del Kansas, diventa il 44° presidente degli Stati Uniti. È il primo afroamericano alla Casa Bianca.
«Yes, we can». Tre parole che diventarono un’eco planetaria. Per molti, quella sera, non vinse solo un politico, ma una nuova idea di America: inclusiva, multietnica, capace di guardare avanti.
Nella folla, tra bandiere e lacrime, la Storia sembrò tornare a credere in se stessa.
1995: Yitzhak Rabin, la pace che non riuscì a sopravvivere
Ma il 4 novembre è anche una data ferita. Nel 1995, a Tel Aviv, Yitzhak Rabin venne assassinato da un estremista israeliano al termine di una manifestazione per la pace.
Rabin, eroe di guerra e poi premier, era riuscito a stringere la mano al suo nemico storico, Yasser Arafat, firmando gli Accordi di Oslo. Il mondo gli consegnò il Premio Nobel per la Pace, ma in patria si attirò odio e sospetto. Morì cantando, pochi minuti prima di essere colpito, “Shir LaShalom” — il canto della pace. Il simbolo di una speranza che, ancora oggi, il Medio Oriente non è riuscito a mantenere.
Una giornata di intrecci
Dalla fede di Borromeo al sogno di Obama, dal silenzio dei faraoni alla voce spezzata di Rabin, il 4 novembre racconta un’umanità in cerca di equilibrio tra forza e fragilità.
Un giorno che ci ricorda quanto ogni scoperta, ogni rivoluzione, ogni gesto di fede o di coraggio, sia un tassello dello stesso mosaico: la nostra storia.






