L’11 ottobre è una data che segna la storia della Chiesa cattolica e quella della politica mondiale. È il giorno dedicato a San Giovanni XXIII, il papa che con il Concilio Vaticano II trasformò il volto della cristianità, ma anche quello che nel 1976 vide la Cina avviarsi verso la modernità con l’ascesa di Deng Xiaoping. Una giornata di confini che si aprono, di rivoluzioni pacifiche e cambiamenti che hanno ridefinito la storia.
San Giovanni XXIII, il “papa buono” che aprì le porte al mondo
Quando Angelo Giuseppe Roncalli fu eletto papa nel 1958, nessuno immaginava che in soli cinque anni avrebbe lasciato un’impronta così profonda nella Chiesa e nella società. Figlio di contadini bergamaschi, cresciuto tra semplicità e disciplina, non cercò mai il potere: cercò la bontà. La sua voce, calma e ferma, seppe parlare a credenti e non credenti in un’epoca segnata dalla paura atomica e dalle tensioni della Guerra Fredda.
“Non guardate al male, ma cercate il bene che c’è in ogni uomo”, amava dire. Una frase che riassume l’essenza del suo pontificato: un invito alla speranza e al dialogo. Fu chiamato “il papa buono” proprio perché riuscì a trasformare la gentilezza in una forza rivoluzionaria.

1962: il giorno in cui la Chiesa cambiò volto
L’11 ottobre 1962, nella basilica di San Pietro, Giovanni XXIII inaugurò ufficialmente il Concilio Vaticano II. Davanti a oltre 2.500 vescovi provenienti da tutto il mondo, pronunciò parole che avrebbero cambiato per sempre il rapporto tra la Chiesa e la modernità:
“La Chiesa non è un museo da conservare, ma un giardino da coltivare.”
Fu un evento senza precedenti. Si abbandonò il latino nelle messe, si introdusse il dialogo interreligioso, si rinnovò la pastorale. La Chiesa uscì dalle sacrestie per entrare nella vita quotidiana dei fedeli, affrontando le sfide della povertà, della pace e della giustizia.
Giovanni XXIII morì nel 1963, prima di vedere concluso il Concilio, ma la sua eredità spirituale rimase intatta. Nel 2014, Papa Francesco lo proclamò santo, insieme a Giovanni Paolo II, come riconoscimento di una visione che ancora oggi ispira il rinnovamento ecclesiale.
1976: la Cina verso la rivoluzione economica
Mentre l’Occidente ricordava il Concilio, a migliaia di chilometri di distanza la Cina viveva un altro 11 ottobre di svolta. Nel 1976, pochi mesi dopo la morte di Mao Zedong, il suo successore Hua Guofeng annunciava le proprie dimissioni, aprendo la strada all’ascesa di Deng Xiaoping.
Fu l’inizio di una nuova era.
Da lì nacque la trasformazione economica che avrebbe portato la Cina a diventare una potenza mondiale. Deng abbandonò il rigore ideologico della Rivoluzione Culturale per introdurre il socialismo di mercato, aprendo il Paese agli investimenti stranieri e all’iniziativa privata.
Quell’11 ottobre del 1976 rappresenta simbolicamente il passaggio tra due epoche: la fine del maoismo e la nascita della Cina moderna. Da quel momento, la nazione cominciò a cambiare pelle — da potenza agricola a centro industriale globale — segnando il destino dell’economia mondiale.
Hollywood: Joan Cusack e Luke Perry, due generazioni di stelle
L’11 ottobre è anche una giornata di compleanni nel mondo dello spettacolo.
Nel 1962 nasceva Joan Cusack, attrice di talento, ironia e profondità, protagonista di film come In & Out e Working Girl. Il suo stile raffinato e la capacità di passare dal comico al drammatico l’hanno resa una delle interpreti più versatili del cinema americano.
Quattro anni dopo, nel 1966, nasceva Luke Perry, l’indimenticabile Dylan McKay della serie Beverly Hills 90210. Simbolo di una generazione, ha incarnato la malinconia e il fascino del ragazzo ribelle, lasciando un vuoto profondo nel cuore del pubblico dopo la sua scomparsa nel 2019.
L’11 ottobre è un giorno che parla di rinnovamento: quello spirituale di Giovanni XXIII, quello politico della Cina di Deng Xiaoping, e quello culturale di chi, come Cusack e Perry, ha lasciato un segno nella memoria collettiva.
Ogni cambiamento nasce dal coraggio di aprire una porta. E il mondo, quel giorno, lo fece due volte.






