Dal 1° gennaio 2026 l’Assegno Unico per i figli sarà rivalutato in base all’inflazione: importi più alti, nuove soglie Isee e conferma delle maggiorazioni.
L’Assegno Unico e Universale rappresenta ormai da anni una delle misure cardine a sostegno delle famiglie italiane. Nel 2026 arriveranno importanti novità, con un aumento automatico degli importi legato alla rivalutazione Istat. La misura, già prevista dal decreto legislativo n. 230/2021, garantisce che i benefici economici seguano l’andamento del costo della vita, evitando così una perdita di potere d’acquisto.
Ma di quanto aumenteranno concretamente gli importi? E quali passi dovranno fare le famiglie per non perdere l’adeguamento?
Rivalutazione 2026: come funziona e perché conviene
Dal 1° gennaio 2026 scatterà l’adeguamento dell’Assegno Unico sulla base dell’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Istat. L’aumento medio stimato sarà compreso tra l’1,6 e l’1,7%, in linea con l’inflazione attesa per il 2025.
Questo significa che:
l’importo massimo mensile per figlio passerà da 201 a circa 204 euro,
l’importo minimo salirà da 57,5 a 58,5 euro.
Non solo: la rivalutazione coinvolgerà anche le soglie Isee, le maggiorazioni per figli disabili e quelle per i nuclei numerosi, garantendo un adeguamento a tutto tondo.
Le nuove fasce Isee e gli importi aggiornati
Secondo le simulazioni dell’Inps, gli importi 2026 per figlio, in base alle principali soglie Isee, saranno:
Isee fino a 17.520 euro → 204,4 euro al mese (contro i 201 del 2025)
Isee tra 21.700 e 21.800 euro → 182,8 euro (contro 179,7)
Isee tra 26.100 e 26.300 euro → 160,6 euro (contro 157,9)
Chi non presenta Isee → 58,5 euro (contro 57,5)
Il sistema di calcolo prevede anche un lieve innalzamento delle soglie Isee utilizzate per determinare le decurtazioni, così da mantenere stabile il potere d’acquisto delle famiglie rispetto all’anno precedente.
Maggiorazioni per figli disabili e famiglie numerose
Un capitolo particolarmente rilevante riguarda le maggiorazioni per i figli con disabilità. Anche in questo caso scatterà la rivalutazione:
per i figli non autosufficienti l’importo aggiuntivo salirà a 122,7 euro al mese (contro 120,6),
per i figli con disabilità grave sarà di circa 111 euro (contro 109,1),
per la disabilità media l’importo stimato sarà di 99,4 euro (contro 97,7).
Confermate anche le maggiorazioni per i nuclei con almeno tre figli e per quelli con madri under 21, tutte rivalutate secondo l’indice Istat.
Cosa devono fare le famiglie: aggiornare l’Isee
Uno degli aspetti più importanti è la necessità di presentare una nuova DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per ottenere un Isee aggiornato al 2026.
Chi non provvede entro gennaio riceverà solo l’importo minimo, pari a 58,5 euro al mese, fino a quando non regolarizzerà la propria posizione.
Il portale Inps – Assegno Unico e Universale mette a disposizione strumenti di simulazione che permettono di calcolare in tempo reale l’importo spettante in base all’Isee. La domanda non va ripresentata se già attiva: sarà sufficiente aggiornare l’Isee, a meno che non ci siano variazioni nella composizione del nucleo familiare (nascita, decesso, maggiore età o variazione dello stato di disabilità).
Quando arriveranno i nuovi importi
Gli adeguamenti dell’Assegno Unico 2026 saranno effettivi a partire dai pagamenti di marzo, come avvenuto negli anni precedenti.
L’Inps riconoscerà automaticamente i nuovi importi a tutti i nuclei che:
hanno già una domanda attiva,
presentano un Isee aggiornato.
Secondo i dati ufficiali, nei primi sette mesi del 2025 l’Inps ha erogato oltre 11,5 miliardi di euro a più di 5 milioni di famiglie. Con la rivalutazione 2026, la spesa complessiva supererà probabilmente i 12 miliardi di euro.
Perché questa rivalutazione è fondamentale
L’aumento, seppur contenuto, rappresenta un passo importante per garantire equità e sostegno economico in un contesto di inflazione e rincari. Senza questo adeguamento, molte famiglie vedrebbero erodere il valore reale del beneficio.
L’Assegno Unico non è solo un sostegno economico, ma una misura che punta a ridurre le disuguaglianze sociali e a favorire la natalità in un Paese che da anni registra tassi di denatalità preoccupanti.
La certezza di un aggiornamento automatico, unita alla possibilità di maggiorazioni specifiche, consente di avere un sistema più flessibile e vicino ai bisogni reali dei cittadini.
Conclusioni: cosa cambia dal 2026
Dal prossimo anno le famiglie italiane potranno contare su:
aumenti medi dell’1,6–1,7% sugli importi mensili,
nuove soglie Isee aggiornate,
maggiorazioni rivalutate per figli disabili e famiglie numerose,
pagamenti aggiornati da marzo 2026,
necessità di presentare la nuova DSU per non perdere l’importo pieno.
In pratica, per una famiglia con reddito basso, l’aumento si tradurrà in qualche euro in più al mese per figlio, ma con un impatto concreto sul bilancio annuale, soprattutto per i nuclei numerosi.
Il messaggio chiave è chiaro: l’Assegno Unico 2026 sarà più alto, ma solo chi aggiornerà l’Isee potrà beneficiarne.






