Il 2 novembre è la giornata in cui il mondo cattolico si ferma. È la Commemorazione dei defunti, ricorrenza dedicata alla preghiera e al ricordo di chi non c’è più. Una data che appartiene alla tradizione, ma che parla anche a chi non crede: il bisogno di memoria è universale, un modo per restare umani.
Le campane suonano più lente, i cimiteri si riempiono di fiori, le città rallentano. È un giorno sospeso, in cui le parole contano meno dei gesti.
Nel calendario liturgico segue la solennità di Tutti i Santi, quasi a ricordare che la vita e la morte fanno parte dello stesso viaggio.
“Ricordare non è un atto di tristezza, ma di speranza”, ha detto Papa Francesco durante l’omelia dello scorso anno al Verano. “È un modo per costruire futuro sulle radici del passato”.
1917: la Dichiarazione Balfour e la nascita di un conflitto
Ma il 2 novembre non è solo un giorno di memoria spirituale. È anche una data che ha segnato la storia del Novecento.
Il 2 novembre 1917, nel pieno della Prima guerra mondiale, il ministro degli Esteri britannico Arthur Balfour scrive una lettera a Lord Rothschild, leader della comunità ebraica britannica. È la famosa Dichiarazione Balfour, con cui il governo del Regno Unito si dichiara favorevole alla creazione di una “casa nazionale per il popolo ebraico” in Palestina.
Quelle poche righe, 67 parole in tutto, sono considerate l’atto di nascita del conflitto arabo-israeliano. Per gli ebrei, rappresentano l’inizio di un sogno di autodeterminazione. Per i palestinesi, il preludio a un esodo e a una perdita. Più di un secolo dopo, quella promessa continua a bruciare, tra diplomazia e guerra, pace e propaganda.

1988: la prima connessione Internet italiana
Saltiamo avanti di 71 anni. È il 2 novembre 1988 quando, in una stanza del CNUCE di Pisa, parte il primo collegamento Internet tra l’Italia e gli Stati Uniti.
Il computer toscano dialoga con il Centro di ricerca di Roaring Creek, in Pennsylvania, e nasce così la prima connessione Internet italiana.
L’ingegnere Luciano Lenzini, che guidava il team, non poteva immaginare di aver appena aperto la porta al futuro. Una connessione lenta, rumorosa, quasi simbolica. Ma da quella linea partirà la rivoluzione digitale che cambierà tutto: il modo di lavorare, di informarsi, di comunicare e perfino di amare.
L’Italia diventa così il quarto Paese europeo a connettersi alla rete, dopo Norvegia, Regno Unito e Germania. Oggi, a distanza di 37 anni, quella scintilla accesa a Pisa illumina un mondo dove la connessione è diventata ossigeno.
Pasolini e l’ombra di George Bernard Shaw
Il 2 novembre porta con sé anche un ricordo più letterario. Nel 1950, muore George Bernard Shaw, drammaturgo irlandese, Premio Nobel per la Letteratura nel 1925. Ironico, corrosivo, scomodo: Shaw fu un intellettuale capace di unire umorismo e critica sociale, un uomo che usava il teatro per smascherare ipocrisie e illusioni.
Celebre per Pigmalione — da cui nacque My Fair Lady —, fu anche un polemista instancabile. Dalla satira politica alla difesa dei diritti civili, le sue parole restano un antidoto contro la superficialità: “Il progresso è impossibile senza cambiamento, e chi non può cambiare idea non può cambiare nulla.”
Due compleanni e un’eredità di cultura pop
Oggi festeggiano anche due volti noti della cultura pop americana: David Schwimmer, l’indimenticabile Ross Geller di Friends, nato nel 1966, e Kendall Schmidt, cantante e attore dei Big Time Rush, classe 1990. Due generazioni diverse ma unite da un linguaggio universale: quello dello spettacolo che fa sognare.
Tra memoria e connessione
Il 2 novembre vive di contrasti. È il giorno del ricordo e del silenzio, ma anche della prima connessione che avrebbe cambiato il mondo. Un filo invisibile lega i cimiteri alle reti, i fiori ai bit. Ricordare i morti, in fondo, è un modo per restare vivi. E connettersi, oggi come allora, è solo un altro modo per non sentirsi soli.






