San Francisco, 24 dicembre 2025 – Una svolta clamorosa scuote le indagini sui misteri criminali più celebri e inquietanti degli Stati Uniti: l’FBI sta valutando una nuova teoria che potrebbe collegare il killer dello Zodiac e l’assassino noto come Black Dahlia come una sola e medesima persona. Questa ipotesi si basa su dettagli che collegano le modalità, le lettere inviate alla stampa, e soprattutto le competenze mediche attribuite al sospettato, un ex militare con conoscenze anatomiche.

La connessione tra i due casi più famosi della California
Per oltre sette decenni, il caso della Black Dahlia e quello del Killer dello Zodiac sono stati considerati eventi separati, distanti nel tempo e nello spazio. La vicenda della Black Dahlia riguarda l’omicidio di Elizabeth Short, trovata uccisa e mutilata a Los Angeles nel gennaio 1947. Il corpo della giovane aspirante attrice, sezionato con precisione chirurgica e disposto in modo macabro, aveva destato sin da subito sospetti sull’autore, ritenuto esperto in anatomia.
Il Killer dello Zodiac, invece, seminò il terrore nella California settentrionale tra il 1968 e il 1969 con almeno sette omicidi accertati, principalmente di giovani coppie e un tassista, accompagnando i delitti con lettere cifrate inviate ai media, una caratteristica che ha alimentato il mistero e l’ossessione pubblica attorno alla sua figura. L’omicidio al lago Berryessa, con l’uso di una baionetta simile a quella giapponese riportata dal sospettato durante la Seconda guerra mondiale, costituisce un altro elemento di collegamento tra questi due casi.
Il sospettato: Marvin Margolis, ex militare e studente di medicina
La nuova teoria, emersa da una lunga inchiesta del Daily Mail e sostenuta da indagini dell’FBI, identifica in Marvin Margolis (nato nel 1925 a Chicago), veterano della Marina statunitense e infermiere militare, il possibile autore di entrambi i crimini. Margolis, che dopo la guerra assunse il nome di Marvin Merrill, frequentò la University of Southern California come studente di medicina, e secondo i documenti del gran giurì di Los Angeles del 1949-1950, fu uno dei ventidue sospetti ufficiali per l’omicidio di Elizabeth Short. Furono accertati anche legami sentimentali tra Margolis e la vittima, con testimonianze che indicano una convivenza temporanea.
Le indagini dell’epoca attribuivano all’assassino competenze mediche, date le modalità di mutilazione e precisione anatomica sul cadavere di Short. Inoltre, Elizabeth Short avrebbe confidato a conoscenti di temere un ex fidanzato geloso e minaccioso, corrispondente al profilo di Margolis.
L’aspetto comunicativo è un altro punto cruciale: sia il Black Dahlia Avenger che il Killer dello Zodiac inviarono lettere e pacchi alla stampa, rivendicando i delitti con toni simili, mentre recenti analisi calligrafiche e stilistiche indicano possibili somiglianze tra le missive di entrambi.
Dopo l’omicidio della Black Dahlia, Margolis si spostò attraverso vari Stati e tornò in California all’inizio degli anni Sessanta, periodo in cui iniziano le azioni del Killer dello Zodiac, che sembra aver utilizzato un’arma compatibile con quella militare posseduta da Margolis.
I messaggi cifrati e la possibile identificazione nel cifrario Z13
Un elemento di svolta nell’indagine riguarda la presunta decifrazione del messaggio criptato Z13, inviato dal Killer dello Zodiac nel 1970 e rimasto irrisolto ufficialmente per decenni. L’investigatore indipendente Alex Baber, utilizzando tecniche di crittografia classica, archivi del censimento e strumenti di intelligenza artificiale, sostiene di aver estrapolato il nome “Marvin Merrill” dal codice. Questa scoperta, sottoposta a revisione da esperti di crittografia e ex agenti dell’intelligence, potrebbe rappresentare la prima prova che lega in modo inequivocabile l’identità del killer.
Ancora più inquietante è il ritrovamento di un disegno realizzato da Merrill poco prima della sua morte nel 1993: una figura femminile nuda con la scritta “Elizabeth” e la parola “Zodiac” nascosta sotto l’inchiostro, interpretata dagli investigatori come una confessione postuma che collega direttamente i due casi.
Il fascino e il mito dietro i delitti irrisolti
Il caso della Black Dahlia ha ispirato numerose opere culturali, tra cui il romanzo di James Ellroy e il film diretto da Brian De Palma, che ne hanno fatto una metafora della corruzione morale e del lato oscuro di Hollywood. Il Killer dello Zodiac, invece, è stato oggetto di film e libri, tra cui il celebre “Zodiac” di David Fincher (2007), tratto dai testi di Robert Graysmith, che raccontano l’ossessione collettiva e l’enigma irrisolto che ha consumato investigatori e giornalisti.
Le indagini ufficiali su Zodiac, inizialmente chiuse nel 2004 e riaperte nel 2007, continuano a essere uno dei cold case più studiati, con molteplici vittime attribuite al serial killer e numerosi messaggi cifrati ancora in parte indecifrati. Le ricerche più recenti beneficiano anche delle potenzialità dell’intelligenza artificiale nella decodifica dei crittogrammi.
Se le autorità confermeranno le nuove ipotesi, si tratterebbe di un unicum nella storia criminale americana: un’unica figura responsabile di due dei più spietati e misteriosi assassini del XX secolo, con un arco temporale che si estende dal 1947 fino agli anni Settanta, unendo in un solo enigma il volto oscuro di Los Angeles e la paura che terrorizzò la Bay Area.






