Kiev, 17 ottobre 2025 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso noto di aver incontrato i rappresentanti di un’importante azienda statunitense produttrice dei missili Tomahawk e dei sistemi di difesa aerea Patriot, armi da tempo richieste da Kiev per rafforzare la protezione del proprio territorio contro l’aggressione russa.
Incontro con Raytheon per potenziare la difesa aerea ucraina
Durante il colloquio, Zelensky ha discusso con i vertici di Raytheon Technologies la capacità produttiva dell’azienda, focalizzandosi sulle possibili collaborazioni per sviluppare le capacità di difesa aerea e missilistica dell’Ucraina. Il presidente ha sottolineato l’importanza di esplorare le prospettive di una produzione congiunta ucraino-americana, un passo strategico per garantire un supporto militare sostenibile e a lungo termine. L’incontro si inserisce nel quadro della continua richiesta ucraina di sistemi avanzati per contrastare le offensive e le incursioni militari della Russia, che persistono nonostante le sanzioni internazionali e il sostegno occidentale.
Perché l’Ucraina ha bisogno dei Tomahawk e dei Patriot?
L’invasione su larga scala della Russia, iniziata nel febbraio 2022, ha spinto Zelensky a intensificare la ricerca di supporto militare internazionale, con particolare attenzione a sistemi di difesa a lungo raggio come i Tomahawk e i Patriot. Questi armamenti rappresentano un elemento cruciale nella strategia di Kiev per difendersi dagli attacchi missilistici e di artiglieria russi. Nel frattempo, la Russia continua una campagna di intimidazioni verso l’Europa, con incursioni di droni e sabotaggi che aumentano il senso di insicurezza nei paesi alleati dell’Ucraina. Secondo recenti rapporti, le azioni di disturbo e sabotaggio orchestrate dai servizi segreti russi sono in crescita, mirate a destabilizzare l’Europa e punire il sostegno occidentale a Kiev. In questo scenario, la cooperazione tecnologica e militare tra Ucraina e Stati Uniti assume un rilievo strategico fondamentale per la difesa nazionale ucraina e la stabilità regionale.
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