Roma, 10 ottobre 2025 – Israele ha autorizzato le Nazioni Unite a iniziare la distribuzione di aiuti umanitari a Gaza a partire da domenica 12 ottobre, segnando un passo importante in un contesto di emergenza umanitaria che da mesi affligge la Striscia. La decisione è stata confermata da un funzionario Onu, come riportato dall’agenzia Ap online.
L’avvio degli aiuti umanitari a Gaza
Secondo quanto riferito da Ap, le forniture di aiuti includeranno le 170.000 tonnellate di materiali già stoccate in Paesi confinanti come Giordania ed Egitto. Fino a oggi, i funzionari umanitari erano in attesa del via libera da parte delle forze israeliane per poter riprendere le operazioni di soccorso nella regione. Il responsabile umanitario Onu, Tom Fletcher, ha sottolineato come negli ultimi mesi solo il 20% degli aiuti necessari sia stato effettivamente consegnato, aggravando la crisi umanitaria a Gaza.
La situazione resta critica, con la popolazione locale che soffre per la carenza di beni essenziali causata dal blocco e dai ripetuti conflitti. L’intervento delle Nazioni Unite mira a fornire un sollievo immediato, anche se la complessità geopolitica continua a rappresentare un ostacolo significativo per il pieno accesso agli aiuti.
I preparativi per lo scambio di ostaggi e la stabilità regionale
Parallelamente, a Tel Aviv, si sono intensificati i colloqui tra il delegato israeliano per gli ostaggi, Gal Hirsh, e Julien Lerisson, capo della Croce Rossa in Israele, per organizzare lo scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi. L’ufficio del primo ministro ha confermato che le trattative coinvolgono i responsabili della sicurezza israeliani e i rappresentanti della Croce Rossa, con l’obiettivo di garantire l’accoglienza degli ostaggi e il rilascio dei prigionieri.
Nel frattempo, Hamas ha confermato l’entrata in vigore dell’accordo di cessate il fuoco, dichiarando di monitorare il ritiro delle truppe israeliane e di opporsi a qualsiasi tentativo di sfollamento. Il portavoce Hazem Qassem ha ribadito che il movimento non intende fornire a Israele giustificazioni per una ripresa del conflitto.
Questi sviluppi si inseriscono in un quadro diplomatico complesso, dove le garanzie offerte da leader internazionali, come Donald Trump, hanno contribuito a convincere Hamas ad accettare l’intesa. La comunità internazionale rimane attenta all’evoluzione della situazione umanitaria e politica nella regione.






