Donald Trump ha firmato l’accordo di pace che prevede un cessate il fuoco immediato tra Israele e Hamas, segnando la prima fase del processo di pace. Alla firma, avvenuta al vertice di Sharm El-Sheikh, sono seguiti gli interventi del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, co-presidente del vertice insieme a Trump, del presidente turco Recep Tayyip Erdogan e del premier del Qatar, tutti Paesi mediatori dell’intesa. L’evento è stato accolto con un caloroso applauso dal pubblico presente. Qui il testo integrale.
La firma dell’accordo e la partecipazione internazionale
Trump ha sottolineato come questo sia “un momento storico per il Medio Oriente“, un risultato per il quale “ci sono voluti tremila anni”. “Oggi abbiamo cambiato la storia, questo è il giorno per cui le persone in questa regione e in tutto il mondo hanno lavorato, lottato, sperato e pregato“. Il presidente ha definito l’accordo appena firmato come la realizzazione dell’impossibile, una risposta alle preghiere di milioni di persone, e ha ribadito con fermezza: “Finalmente, abbiamo la pace in Medio Oriente“.
“Abbiamo dimostrato come la pace sia possibile, con nazioni responsabili che mettono da parte le loro differenze, cercano un terreno comune e perseguono un mondo migliore per tutti noi“. Inoltre, ha evidenziato come questa sia la prima volta nella vita in cui si presenti una “occasione irripetibile di lasciarci alle spalle vecchie faide e odi acerrimi“ per costruire un futuro non segnato dalle lotte delle generazioni precedenti.
Trump ha espresso la sua convinzione che questo momento rappresenti “un nuovo inizio per l’intero Medio Oriente” con l’obiettivo di costruire una regione “forte, stabile, prospera e unita” che rigetti definitivamente il terrorismo.
Trump: “Ok ad Hamas come forza di polizia”
Trump ha riferito di aver dato via libera ad Hamas per svolgere le funzioni di forza di polizia a Gaza, seppur per un breve periodo: “Abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo“. Ha inoltre sottolineato che Hamas ha espresso la volontà di porre fine ai problemi nella regione, aggiungendo ottimisticamente: “Penso che andrà tutto bene“.
Trump: “L’Egitto ha fatto un grande lavoro per Gaza”
Prima della firma, nel corso del suo incontro bilaterale con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, Trump ha elogiato l’operato dell’Egitto nella gestione dell’accordo per la Striscia di Gaza. “L’Egitto ha fatto un gran lavoro per l’accordo a Gaza. Al-Sisi è un leader potente,” ha affermato Trump.
Il tycoon ha inoltre affermato che “la fase due dell’accordo per Gaza è già iniziata“, sottolineando come vorrebbe che Al-Sisi facesse parte del consiglio per la pace dedicato alla crisi. “Molti leader vogliono farne parte”, ha poi aggiunto.
A confermarlo anche gli inviati speciali di Donald Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner (genero del tycoon), attivamente impegnati nella fase due. Witkoff ha dichiarato, sulla composizione del consiglio per la pace, che “abbiamo una lunga lista di candidati”.
Iniziativa egiziana per la ricostruzione di Gaza
Il presidente egiziano ha annunciato la convocazione di una conferenza a novembre al Cairo dedicata alla “rapida ripresa e ricostruzione” della Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dalla presidenza egiziana, il vertice si propone di sviluppare un piano concreto per la ricostruzione dell’enclave palestinese. Viene sottolineata anche l’importanza di sostenere la popolazione civile, fortemente provata dagli attacchi israeliani.
Al-Sisi ha chiesto anche un impegno internazionale condiviso per garantire la stabilità e il rilancio delle infrastrutture essenziali. Nel bilaterale con il presidente statunitense, al-Sisi ha auspicato il sostegno degli Stati Uniti a questa iniziativa.
Vertice di pace a Sharm El-Sheikh: i protagonisti e gli incontri bilaterali
Il summit di Sharm El-Sheikh riunisce un gruppo selezionato di leader occidentali e mediorientali. Tra i partecipanti figurano la premier italiana Giorgia Meloni, il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al Thani, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il re di Giordania Abdullah II. Presente anche il presidente della Fifa Gianni Infantino.
In un incontro bilaterale tra Meloni e al-Sisi, la premier italiana ha espresso apprezzamento per la crescita della collaborazione bilaterale e ha auspicato lo sviluppo di ulteriori legami commerciali e di scambi tra le comunità imprenditoriali dei due paesi. Meloni ha sottolineato «i progressi nelle eccellenti relazioni tra Egitto e Italia» e l’importanza di rafforzare la cooperazione in politica, economia, energia, agricoltura, edilizia e turismo.
Assente il premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha indicato come giustificazione la festività religiosa del Sukkoth. Più plausibile è invece la sua ritirata a causa delle pressioni internazionali, tra cui quella della Turchia.
Al vertice di Sharm El-Sheikh partecipano: Stati Uniti, Egitto, Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi, Grecia, Norvegia, Ungheria, Cipro, Turchia, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Autorità Nazionale Palestinese, Giordania, Bahrein, Iraq, Kuwait, Oman, Armenia, Azerbaigian, Canada, Giappone, India, Indonesia e Pakistan
Progresso nei negoziati e rilascio degli ostaggi
Il vertice si svolge dopo l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, che ha portato al rilascio di tutti e 20 gli ostaggi israeliani vivi e alla liberazione di circa 2.000 detenuti palestinesi. 154 di questi sono stati trasferiti in Egitto. Hamas ha inoltre confermato che nella giornata saranno restituiti i corpi di quattro ostaggi deceduti: Guy Illouz, Yossi Sharabi, Bipin Joshi e Daniel Perez. Secondo le IDF, i prigionieri liberati sono stati accolti da folle festanti a Gaza e Ramallah.
Donald Trump, nel suo discorso alla Knesset, ha salutato la fine della guerra definendola “l’alba storica di un nuovo Medio Oriente”. Il tycoon ha poi ribadito l’impegno degli Stati Uniti nella ricostruzione di Gaza e nella stabilizzazione della regione.
Il suo arrivo a Sharm El-Sheikh, previsto inizialmente per le 13:45 ora locale, ha subito un ritardo di oltre tre ore a causa della sua visita prolungata in Israele. L’Air Force One, scortato da sei caccia militari, ha sorvolato l’area dello scalo per alcuni minuti prima dell’atterraggio, un momento seguito in diretta dalle televisioni internazionali.
Il summit di Sharm El-Sheikh rappresenta una tappa fondamentale per il futuro della pace in Medio Oriente, con Egitto, Qatar e Usa che svolgono un ruolo di mediatori. Le dichiarazioni ufficiali evidenziano l’importanza di consolidare l’accordo di cessate il fuoco, aumentare l’afflusso di aiuti umanitari e avviare la ricostruzione della Striscia di Gaza, ponendo le basi per la creazione di uno Stato palestinese indipendente.






