Secondo i media statunitensi, Trump avrebbe fatto marcia indietro sul licenziamento di Jerome Powell: ecco per quale motivo
Donald Trump ha fatto marcia indietro sulla decisione di licenziare Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, a seguito dell’intervento di alcuni legali che hanno messo in guardia l’ex presidente sull’esito incerto di una tale mossa dal punto di vista legale. Secondo quanto riportato dai media americani, infatti, le ragioni addotte da Trump — legate ai lavori di ristrutturazione della sede della banca centrale — difficilmente reggerebbero in tribunale.
Il dietrofront di Trump sul licenziamento di Jerome Powell
La possibile rimozione di Powell era stata motivata da Trump con un’accusa basata sulla gestione dei lavori di ristrutturazione della sede della Federal Reserve, un progetto approvato nel 2017 e in corso da anni. Tuttavia, i legali della Casa Bianca hanno evidenziato come questa giustificazione non avrebbe solide basi legali per giustificare un licenziamento. All’interno dell’amministrazione sono emersi dubbi sulla tenuta di queste accuse, che si affidano esclusivamente alla questione edilizia, senza elementi più concreti di malgoverno o inefficienza.
Jerome Hayden Powell, avvocato e banchiere, è stato nominato presidente della Federal Reserve da Trump nel 2017 e ha assunto l’incarico il 5 febbraio 2018. Powell è noto per la sua esperienza nel settore finanziario e per aver guidato la banca centrale attraverso periodi di turbolenza economica. La decisione di Trump di non procedere con il licenziamento testimonia l’attenzione al rispetto delle procedure legali anche in contesti politici complessi.
Le implicazioni politiche e istituzionali
La vicenda arriva in un momento delicato della presidenza Trump, che nel 2025 è al suo secondo mandato non consecutivo come 47º presidente degli Stati Uniti. Il ruolo del presidente della Federal Reserve è cruciale per la politica monetaria americana e gli equilibri economici globali, e la stabilità di tale incarico è fondamentale per il mercato.
Il confronto interno alla Casa Bianca e il contributo dei legali hanno evitato una decisione che avrebbe potuto innescare contenziosi giudiziari e instabilità istituzionale. La questione evidenzia inoltre le dinamiche di potere tra il presidente e le istituzioni indipendenti come la Fed, la cui autonomia è considerata un pilastro della governance economica statunitense.
In conclusione, l’episodio conferma la complessità delle decisioni presidenziali quando si tratta di figure di spicco nell’apparato governativo e la necessità di un attento bilanciamento tra potere esecutivo e rispetto delle norme legali.






