Il mondo del giornalismo statunitense si trova nuovamente sotto tensione dopo l’imposizione di nuove restrizioni da parte del Dipartimento della Difesa americano, che hanno scatenato una forte reazione tra le maggiori testate del paese. Tra queste, The Washington Post, The New York Times, The Atlantic, CNN e The Guardian hanno espresso una ferma opposizione, rifiutandosi di aderire alle nuove norme entro la scadenza fissata.
Giornalisti contro Hegseth: nuove restrizioni e la reazione dei media
Le recenti misure del Pentagono impongono ai giornalisti di non poter ottenere né sollecitare informazioni non esplicitamente autorizzate dal Dipartimento della Difesa. Inoltre, chi non firmerà il nuovo protocollo entro le 17 di oggi (le 23 in Italia) dovrà consegnare le proprie credenziali e lasciare le sedi del Dipartimento entro 24 ore. Questa imposizione è stata definita da molte testate come un vero e proprio ultimatum che mina la libertà di stampa garantita dal Primo Emendamento statunitense.
Matt Murray, direttore esecutivo del Washington Post, ha stigmatizzato le misure dichiarando che esse rappresentano un indebolimento delle tutele costituzionali e impongono “vincoli inutili alla raccolta e alla pubblicazione delle notizie”. Richard Stevenson, caporedattore dell’ufficio di Washington del New York Times, ha aggiunto che il pubblico ha il diritto di conoscere il funzionamento delle forze armate statunitensi, un settore finanziato con quasi mille miliardi di dollari ogni anno dalle tasse dei contribuenti americani.
Critiche da parte delle associazioni e figure di spicco
La Pentagon Press Association, che rappresenta i giornalisti accreditati presso il Pentagono, ha condannato le nuove politiche, definendole un attacco alla libertà di informazione. Jeffrey Goldberg, direttore di The Atlantic e protagonista di una controversia recente con il commentatore veterano Pete Hegseth, ha sottolineato come le richieste del Dipartimento violino chiaramente i diritti sanciti dal Primo Emendamento. Goldberg, che è stato inserito in una chat di gruppo su Signal insieme a Hegseth, ha vissuto in prima persona l’escalation delle tensioni tra media e rappresentanti militari.
Questa nuova ondata di contrasti evidenzia come il delicato equilibrio tra sicurezza nazionale e libertà di stampa continui a essere un tema di grande attualità negli Stati Uniti, con i giornalisti pronti a difendere con forza il proprio ruolo di controllo nei confronti dell’amministrazione pubblica.






