Bruxelles, 19 ottobre 2025 – L’Unione europea si prepara a rafforzare le misure contro la cosiddetta flotta ombra russa, un sistema di petroliere che trasporta il greggio di Mosca aggirando le sanzioni internazionali attraverso l’uso di bandiere di comodo. La proposta, contenuta in un documento riservato visionato dall’ANSA, sarà sottoposta domani all’esame dei ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo.
Nuove misure per contrastare la flotta ombra
L’intento dell’UE è di andare oltre il semplice inserimento dei singoli cargo nelle liste nere, mirando a colpire l’intera rete che consente a queste navi di operare. Nel mirino ci sono non solo i singoli natanti, ma anche le compagnie assicurative, i registri navali e i servizi di rifornimento e logistica che supportano questa attività. L’obiettivo è di interrompere in modo più efficace la catena di supporto che permette il trasporto illegale di greggio russo.
Tra le ipotesi allo studio vi è anche il rafforzamento del quadro giuridico europeo. Bruxelles intende rafforzare il controllo su queste navi: oltre alle 562 già inserite nelle liste nere sanzionatorie, si valuta l’introduzione di ispezioni e abbordaggi preventivi di cargo sospetti. Questo sarà possibile grazie a una nuova dichiarazione giuridica comune, in linea con la Convenzione Onu sul diritto del mare (Unclos), che permetterà alle autorità dei Paesi Ue di intervenire direttamente in mare.
Il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) ha pubblicato un documento di cinque pagine in cui sottolinea come questa flotta non solo favorisca il finanziamento del conflitto in Ucraina, ma possa anche essere impiegata come piattaforma per attacchi ibridi contro il territorio Ue. Tra le minacce individuate vi sono operazioni di ricognizione con droni russi su infrastrutture strategiche europee e azioni di disturbo al traffico aereo.
Le sanzioni
Il Consiglio Ue ha approvato un pacchetto sanzionatorio che rappresenta il più vasto mai adottato contro la flotta ombra russa, raddoppiando il numero delle navi soggette a divieto di accesso ai porti e a una vasta gamma di servizi, ora 342 in totale. Le misure mirano a smantellare la capacità operativa della flotta, riducendo significativamente le entrate petrolifere che finanziano la guerra russa.
Parallelamente, le sanzioni colpiscono anche gli operatori e le compagnie di navigazione che consentono o facilitano le pratiche di trasporto irregolari, coinvolgendo entità provenienti da Emirati Arabi Uniti, Turchia, Hong Kong e altri paesi. Tra le misure restrittive figura anche il congelamento dei beni e il divieto di accesso ai fondi per gli attori principali di questo ecosistema.






