Un intenso confronto diplomatico si è svolto oggi a Palazzo Berlaymont, sede della Commissione Europea, tra il commissario europeo per l’Energia, Dan Jørgensen, e il segretario di Stato statunitense per l’Energia, Chris Wright. Al centro dell’incontro, la richiesta avanzata dagli Stati Uniti affinché l’Unione Europea si impegni con maggiore determinazione a porre fine alla dipendenza energetica dal gas e petrolio russi.
Pressioni USA per l’addio all’energia russa da parte dell’Ue
Dan Jørgensen ha dichiarato in conferenza stampa di aver percepito chiaramente quale fosse il messaggio dell’amministrazione americana: “la certezza che facciamo sul serio quando diciamo che vogliamo liberarci dalla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi”. Dopo aver ricevuto Chris Wright, esponente di spicco della nuova amministrazione Trump e noto per la sua esperienza nel settore dei combustibili fossili, il commissario ha confermato la volontà europea di raggiungere un accordo sullo stop alle importazioni di gas e petrolio provenienti dalla Russia.
La proposta di phase out energetico russo è attualmente all’esame del Parlamento e del Consiglio UE. Jørgensen ha espresso fiducia nell’approvazione imminente, pur riconoscendo le resistenze di alcuni Stati membri come Ungheria e Slovacchia. Ha inoltre sottolineato che la legislazione può essere approvata anche a maggioranza qualificata, senza la necessità dell’unanimità.
Tempistiche ambiziose ma confermate
Sul possibile avvicinamento delle scadenze per il completo abbandono delle fonti energetiche russe, richiesto dagli Stati Uniti, Jørgensen ha sottolineato come il calendario attuale sia “molto ambizioso” e non facilmente realizzabile, ma comunque “possibile”. Il commissario ha precisato che, per ora, non sono previste modifiche ai tempi, lasciando la decisione finale ai co-legislatori europei.
Chris Wright, che dal febbraio 2025 guida il Dipartimento dell’Energia statunitense, è conosciuto per la sua lunga esperienza nel settore degli idrocarburi, in particolare nel campo dello shale gas, e per la sua posizione scettica nei confronti della crisi climatica e delle energie rinnovabili. La sua presenza a Bruxelles sottolinea la forte pressione degli Stati Uniti affinché l’Europa acceleri la transizione energetica allontanandosi dalla Russia.
L’incontro di oggi è dunque un ulteriore capitolo nel complesso dialogo transatlantico sull’energia, in un contesto globale caratterizzato da tensioni geopolitiche e dalla necessità di garantire sicurezza energetica e sostenibilità.






