Otto Paesi dell’Unione Europea continuano a importare gas naturale e GNL dalla Russia, nonostante gli sforzi comunitari per ridurre la dipendenza energetica da Mosca. A renderlo noto è stata la portavoce della Commissione europea, Anna-Kaisa Itkonen, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.
Paesi Ue ancora dipendenti dal gas russo
Secondo le ultime informazioni in possesso della Commissione europea, i Paesi membri che importano gas russo tramite gasdotto e navi metaniere sono: Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Slovacchia e Ungheria. Tuttavia, la portavoce non ha fornito dettagli sui volumi di gas importati né indicazioni precise sulla destinazione del gas una volta entrato nei confini dell’Unione.
Questa situazione emerge in un contesto in cui l’UE continua a negoziare e implementare misure per limitare la dipendenza energetica dalla Russia, specialmente dopo la crisi geopolitica che ha interessato il continente negli ultimi anni.
Commissione Ue e il futuro delle politiche energetiche
Bruxelles mantiene una posizione chiara riguardo al price cap sul gas, un meccanismo introdotto nel 2022 per contenere i prezzi eccessivi del metano sul mercato europeo, ma che è scaduto a gennaio 2025. La portavoce Itkonen ha dichiarato che al momento non è in discussione una proroga di tale misura, nonostante le richieste di diversi Paesi, Italia inclusa, che temono un aumento incontrollato dei prezzi.
L’Unione europea sta invece valutando alternative come il disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità, già attuato con successo in Spagna e Portogallo. Tale strategia mira a limitare l’impatto dell’aumento del costo del gas sulle bollette elettriche, garantendo maggiore stabilità ai consumatori e alle imprese.
Nel frattempo, l’Italia e altri Stati membri stanno adottando misure temporanee per affrontare il caro-bollette, tra cui l’anticipazione delle aste per il gas per assicurare scorte a prezzi più bassi e ridurre la vulnerabilità del sistema energetico nazionale.
Il dibattito sulle importazioni di gas russo e sulle strategie energetiche europee rimane dunque aperto, con Bruxelles al centro delle decisioni sul futuro della sicurezza energetica del continente.






