Ucraina: nella notte appena trascorsa, le Forze di Difesa di Kiev hanno condotto un attacco mirato alla raffineria di petrolio di Saratov, situata nell’omonima regione della Russia europea. Secondo quanto riportato dallo Stato Maggiore delle forze armate ucraine e rilanciato dall’agenzia Ukrinform, l’azione ha provocato colpi diretti sull’impianto e un incendio nell’area del complesso di raffinazione petrolifera Elou Avt-6.
Attacco alla raffinazione di Saratov: conferme e dettagli
Il canale Telegram Astra, citato da Ukrinform, ha confermato l’attacco sulla base di testimonianze locali e video condivisi sui social media. I residenti di Saratov hanno riferito di aver udito esplosioni nella notte, mentre l’analisi delle immagini ha permesso di identificare con certezza il bersaglio colpito. La raffineria di Saratov, una delle più antiche della Russia, ha un ruolo strategico nel supporto logistico e operativo delle Forze Armate della Federazione Russa, con un volume di raffinazione nel 2023 pari a 4,8 milioni di tonnellate. La sua importanza è sottolineata anche dalla sua funzione nel rifornimento energetico dell’esercito russo.
Parallelamente, lo Stato Maggiore ucraino ha confermato una serie di altri attacchi su infrastrutture militari russe nella regione temporaneamente occupata di Luhansk, tra cui un deposito di rifornimenti a Rozkishne e un deposito mobile di carburanti e lubrificanti a Dovzhansk.
Contesto e ripercussioni della campagna ucraina sulle infrastrutture energetiche russe
L’attacco alla raffineria di Saratov si inserisce in una più ampia campagna di Kiev volta a colpire le infrastrutture petrolifere e del gas russe, considerate fonti fondamentali per il finanziamento della guerra da parte di Mosca. Solo recentemente, l’Ucraina ha colpito anche una raffineria nella regione di Samara, oltre a un oleodotto strategico nella regione di Bryansk, provocando incendi e danni che, secondo le fonti ucraine, hanno interessato impianti coinvolti nel supporto militare russo.
Questa strategia è stata accolta con favore dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha sottolineato come le sanzioni europee e gli attacchi mirati mirino ai “motori chiave dell’economia di guerra” russa, intensificando la pressione su Mosca. Le tensioni tra le parti rimangono alte nel 1.292° giorno di conflitto, mentre da entrambe le parti si registrano attacchi a infrastrutture civili e militari, con conseguenze umanitarie significative.
L’episodio di Saratov conferma la capacità di attacco ucraina oltre confine e la centralità delle infrastrutture energetiche nella strategia bellica in corso. Le autorità russe, al momento, non hanno fornito conferme ufficiali sull’entità dei danni o sulle eventuali vittime dell’attacco.






