Roma, 7 novembre 2025 – La comunità ucraina a Roma si è mobilitata questa mattina in piazza, a pochi passi dal Ministero della Giustizia, per manifestare a sostegno del soldato ucraino Serhii Kuznetsov, attualmente detenuto in Italia e coinvolto in una controversa vicenda giudiziaria legata al sabotaggio del gasdotto russo-tedesco Nord Stream.
La protesta della comunità ucraina: diritti e non estradizione

Serhii Kuznetsov, ex ufficiale dell’esercito ucraino, è in carcere dal 21 agosto 2025 su mandato di cattura europeo emesso dalla Germania, accusato di aver partecipato al sabotaggio del gasdotto Nord Stream nel 2022. A sostenere il militare sono scesi in piazza i suoi connazionali, che chiedono la sua scarcerazione e il rispetto dei diritti fondamentali garantiti dalle Convenzioni internazionali, tra cui condizioni sanitarie adeguate, accesso all’informazione e visite dei familiari.
Dal 31 ottobre, Kuznetsov ha iniziato uno sciopero della fame che sta provocando un grave deterioramento delle sue condizioni di salute. Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione Cristiana degli Ucraini in Italia, ha dichiarato: “Chiediamo il rispetto dei diritti umani e che l’Italia eviti l’estradizione in Germania, dove rischierebbe di essere accusato di terrorismo“. Horodetskyy ha inoltre sottolineato l’assenza di prove concrete da parte delle autorità tedesche e ha richiamato l’attenzione sul contesto di guerra in cui si inserisce la vicenda, evidenziando come il gasdotto Nord Stream rappresentasse un flusso di fondi verso la Russia.
Aggiornamenti giudiziari: la decisione della Cassazione
Il caso di Serhii Kuznetsov è tornato al centro dell’attenzione dopo che, il 3 settembre 2025, la Corte di Cassazione italiana ha annullato con rinvio la decisione della Corte d’Appello di Bologna che aveva autorizzato la sua estradizione in Germania. La Suprema Corte ha rilevato un errore nella qualificazione giuridica dei fatti contestati, accogliendo il ricorso della difesa.
L’avvocato di Kuznetsov, Nicola Canestrini, ha evidenziato che la decisione della Cassazione apre la strada a una possibile rivalutazione del caso e a una richiesta di scarcerazione, considerando venuto meno il fondamento giuridico del provvedimento restrittivo.
Secondo le indagini tedesche, Kuznetsov avrebbe coordinato nel settembre 2022 un’operazione di sabotaggio al gasdotto Nord Stream nel Mar Baltico, ma l’ex militare ha sempre negato ogni coinvolgimento, sostenendo di essere vittima di pressioni politiche in un contesto internazionale particolarmente teso.
La vicenda, che coinvolge questioni di cooperazione giudiziaria internazionale e diritti fondamentali, rappresenta un punto delicato nei rapporti tra Italia, Germania e Ucraina, con la comunità ucraina italiana che continua a chiedere un intervento deciso da parte del governo italiano per garantire la tutela del proprio connazionale.
Fonte: Davide Di Carlo - Ucraina, la comunità in piazza per il soldato Serhii Kuznetsov: "Italia eviti estradizione"






