Manca ancora il consenso tra gli Stati membri dell’Ue sull’utilizzo degli asset russi congelati per finanziare prestiti di riparazione all’Ucraina. Lo riferiscono fonti diplomatiche europee a seguito dell’ultimo incontro tra ambasciatori, tenutosi questa mattina, durante il quale non si è giunti a un accordo definito su questo tema cruciale.
Ue, utilizzo degli asset russi per l’Ucraina: il nodo delle garanzie e del rischio per gli Stati membri
La questione, altamente delicata, riguarda in particolare la natura delle garanzie che gli Stati membri dovranno fornire per coprire i prestiti concessi all’Ucraina. Un punto di frizione è rappresentato dall’analisi del rischio a cui sarà esposto il Belgio, che detiene la maggior parte degli asset russi congelati. Inoltre, permane incertezza sul tipo di utilizzo che sarà concesso ai fondi che verranno erogati a Kiev, capitale di un Paese ancora impegnato a resistere all’invasione russa iniziata nel 2022.
Secondo una fonte diplomatica Ue, il testo delle conclusioni del Consiglio Europeo sarà inserito tra parentesi nel documento finale e rimandato ai leader degli Stati membri per ulteriori decisioni. La Commissione Europea continuerà comunque a lavorare sulla proposta, valutando tutti gli aspetti più complessi, con l’obiettivo di formalizzare una posizione definitiva entro il vertice di dicembre.
Strategia europea per sostenere l’Ucraina
L’esecutivo comunitario adotta il classico approccio europeo, partendo dagli aspetti più difficili per poi procedere più rapidamente sulle altre questioni. Il sostegno finanziario è ritenuto essenziale per consentire all’Ucraina di restare nella partita e continuare a fronteggiare la Russia sul campo. La crisi in Ucraina, iniziata con l’annessione della Crimea da parte di Mosca nel 2014 e degenerata nell’invasione su larga scala del 2022, ha profondamente segnato la geopolitica europea e mondiale.
Kiev, che oggi conta circa 38 milioni di abitanti ed è una repubblica semipresidenziale, affronta una guerra che ha causato vasti danni umani e materiali. Nel frattempo, l’Unione Europea cerca di trovare strumenti finanziari innovativi e solidi per assicurare la continuità del sostegno al governo di Volodymyr Zelens’kyj, senza però mettere a rischio la stabilità finanziaria degli Stati membri.
La situazione rimane dunque in stallo, con la Commissione Ue impegnata a raccogliere input e a preparare una proposta definitiva, che potrebbe essere sottoposta all’approvazione dei leader europei entro fine anno.






