Le forze armate ucraine hanno rivendicato un’azione militare di rilievo contro la Russia, colpendo nella notte tre impianti energetici strategici situati in profondità nel territorio russo. La notizia è stata diffusa dallo Stato maggiore di Kiev e riportata da diversi media, tra cui Ukrinform.
Gli obiettivi colpiti: raffinerie e deposito carburante
Secondo le informazioni ufficiali, l’attacco ha interessato una grande raffineria nella regione di Samara, una delle principali zone industriali russe a oltre 800 km dal fronte, capace di lavorare circa 4,9 milioni di tonnellate di greggio all’anno e di produrre una vasta gamma di derivati petroliferi. Contestualmente, è stato colpito un impianto di raffinazione del gas a Orenburg, situato a più di 1.300 km dal confine ucraino, tra i maggiori complessi gasieri russi, con capacità di trattamento di 45 miliardi di metri cubi di gas e 6 milioni di tonnellate di condensato all’anno. Le prime ricostruzioni parlano di danni a una delle unità di trattamento e purificazione del gas, con esplosioni e incendi su larga scala.
Infine, le forze di Kiev hanno colpito un deposito di carburante e lubrificanti a Berdyansk, città situata nella regione ucraina di Zaporizhzhia, ma attualmente sotto controllo russo, dove sono state segnalate analoghe esplosioni e incendi. L’entità complessiva dei danni ai tre siti è ancora in fase di valutazione.
Motivazioni strategiche e contesto del conflitto
Lo Stato Maggiore ucraino ha sottolineato che tali operazioni mirano a indebolire la capacità militare-industriale russa e a limitare la prosecuzione dell’aggressione contro l’Ucraina. L’attacco si inserisce in un contesto di crescente tensione, segnato da una serie di raid e contromisure militari tra le due parti.
Parallelamente, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato che nella stessa notte la Russia ha lanciato un massiccio attacco contro l’Ucraina con oltre 400 droni e 40 missili, causando almeno quattro morti e 80 feriti. Zelensky ha evidenziato la necessità di una forte pressione internazionale per arrivare a un cessate il fuoco.
Intanto, il Cremlino ha definito la consegna di armamenti avanzati, come i missili Tomahawk, da parte degli Stati Uniti a Kiev, come una “seria escalation” del conflitto, sottolineando il rischio associato a sistemi capaci di trasportare ordigni nucleari.
In questo clima di alta tensione, continuano a susseguirsi attacchi e controffensive, mentre gli sforzi diplomatici internazionali cercano di mantenere aperti i canali per una possibile mediazione.






