Istanbul, 7 novembre 2025 – La giustizia turca ha emesso mandati di arresto per genocidio nei confronti del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e di altri alti funzionari israeliani, tra cui il ministro della Difesa Israel Katz e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. Lo ha reso noto la procura generale di Istanbul in un comunicato, precisando che i mandati riguardano un totale di 37 sospetti, senza tuttavia fornire un elenco completo.
Mandati d’arresto per “genocidio”: i dettagli della procura turca contro Netanyahu
L’emissione dei mandati di arresto, che costituisce un atto senza precedenti nei rapporti tra Turchia e Israele, si basa sulle accuse relative a crimini considerati di genocidio. Tra i destinatari figurano personalità politiche di primo piano del governo israeliano. La procura di Istanbul, pur non divulgando l’elenco integrale, ha sottolineato che il procedimento coinvolge complessivamente 37 persone, segnalando un’inchiesta ampia e complessa.
Questa iniziativa si inserisce in un quadro di tensioni diplomatiche e giuridiche internazionali, in cui Netanyahu, in carica come primo ministro di Israele dal dicembre 2022 per il suo attuale mandato, è già ricercato dalla Corte Penale Internazionale dal novembre 2024 per crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella Striscia di Gaza.

La dura replica di Israele
Israele ha respinto con fermezza e disprezzo l’emissione dei mandati d’arresto da parte della Turchia nei confronti del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e di altri funzionari di alto livello, tra cui il ministro della Difesa Israel Katz e il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir. La notizia è stata resa nota oggi dalla procura generale di Istanbul, che ha accusato i sospetti di genocidio, senza tuttavia fornire un elenco completo.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha definito questa iniziativa come l’ultima trovata pubblicitaria del “tiranno” Recep Tayyip Erdoğan, sottolineando come la magistratura turca sia ormai uno strumento per mettere a tacere i rivali politici. Saar ha ricordato il recente arresto del sindaco di Istanbul, fermato solo per aver osato candidarsi contro Erdoğan, evidenziando che in Turchia si arrestano giornalisti, giudici e sindaci con finalità politiche.
Recep Tayyip Erdoğan, attuale presidente della Turchia e leader del Partito della Giustizia e dello Sviluppo (AKP), al potere dal 2014 e figura centrale nella politica turca da oltre due decenni, è noto per la sua gestione autoritaria del Paese. La sua amministrazione ha imposto un progressivo arretramento della democrazia, con crescenti limitazioni della libertà di stampa e repressioni contro oppositori politici.






