Washington, 18 dicembre 2025 – La scena politica americana è stata nuovamente animata dalle dichiarazioni di Donald Trump, che ha deciso di riscrivere con toni durissimi l’eredità politica di alcuni suoi predecessori, attraverso un’iniziativa simbolica molto particolare: la modifica delle targhe commemorative sotto i loro ritratti lungo una cosiddetta “Walk of Fame” dedicata ai presidenti degli Stati Uniti. Questa mossa, che ha attirato grande attenzione mediatica, si inserisce in un contesto di crescente polarizzazione politica e di un confronto acceso con l’attuale amministrazione guidata da Joe Biden.
Trump riscrive la memoria dei predecessori nella “Walk of Fame”
Il presidente ha voluto presentare una sua versione della storia recente, attribuendo giudizi arbitrari agli uomini che lo hanno preceduto alla Casa Bianca. Ronald Reagan, ad esempio, viene definito come «un tifoso di Trump prima ancora che diventasse presidente», un’affermazione che sottolinea come Trump si consideri l’erede politico di quella tradizione repubblicana, ma con un approccio decisamente più aggressivo.
Più critico è il giudizio su John F. Kennedy, ricordato soprattutto per il «doloroso fallimento dell’invasione alla Baia dei Porci», uno dei momenti storici più controversi della Guerra Fredda e un episodio che gli è costato molte critiche anche dalla storiografia ufficiale.
Il colpo più duro è riservato a Joe Biden, che Trump definisce «di gran lunga il peggior presidente della storia americana». Il tycoon non si limita a un giudizio politico, ma accusa apertamente Biden di aver assunto la carica a seguito «delle elezioni più corrotte mai viste negli Stati Uniti» e di aver condotto la nazione «sull’orlo della distruzione» attraverso una gestione che egli descrive come disastrosa. Nella targa, Biden viene chiamato “Sleepy Joe“, soprannome spesso affibbiatogli da Trump stesso.
Le dure accuse contro Barack Obama e gli altri ex presidenti
Non si risparmia nemmeno Barack Obama, primo presidente afroamericano degli Stati Uniti, che viene definito «un organizzatore di comunità, senatore dell’Illinois per un solo mandato e una delle figure politiche più divisive della storia americana». Trump contesta inoltre l’approvazione dell’Affordable Care Act (l’Obama Care), etichettandolo come «estremamente inefficace», e gli accordi di Parigi sul clima, considerati da lui un errore strategico.
Anche Bill Clinton viene menzionato, con un riconoscimento parziale dei suoi risultati politici, ma con un riferimento alla sconfitta della moglie Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali del 2016: «La moglie del presidente Clinton ha perso la presidenza a favore del presidente D.J. Trump!».
Non risparmia critiche neppure ai predecessori repubblicani: George W. Bush viene descritto come il leader che ha gestito l’amministrazione durante eventi traumatici come l’11 settembre 2001 e le successive guerre in Afghanistan e Iraq, guerre che Trump definisce «che non sarebbero mai dovute accadere». Viene inoltre ricordata la crisi finanziaria globale e la grande recessione che hanno caratterizzato la fine del suo mandato.
La targa di Trump e la sua “Età d’Oro dell’America”
La targa dedicata a Trump stesso celebra la sua vittoria alle elezioni del 2024, evidenziando la sua presunta capacità di superare «l’incredibile strumentalizzazione delle forze dell’ordine contro di lui, oltre a due tentativi di assassinio». Trump sottolinea inoltre di aver mantenuto la promessa di inaugurare una nuova «Età d’Oro dell’America», un’espressione che riecheggia il suo slogan elettorale e il racconto di un ritorno alla grandezza nazionale.
Questa iniziativa è stata ufficialmente commentata dalla portavoce Karoline Leavitt, che ha definito le targhe «descrizioni eloquenti dell’eredità di ogni presidente». Tuttavia, il tono e i contenuti indicano più una rappresaglia personale e politica che un tentativo serio di analisi storica.






