Donald Trump torna a difendere con decisione la politica dei dazi doganali adottata dalla sua amministrazione, sottolineando il ruolo cruciale di questo strumento come meccanismo di difesa nazionale. Nel corso di una serie di dichiarazioni rilasciate oggi, il presidente e attuale inquilino della Casa Bianca ha rivendicato i risultati ottenuti in termini di riduzione dei prezzi al consumo e ha espresso forte preoccupazione per l’eventuale bocciatura da parte della Corte Suprema della legittimità delle tariffe.
“Non voglio parlarne ora. Penso che avremo un piano B se la Corte Suprema dovesse bocciare i dazi“, ha inoltre aggiunto il presidente statunitense.
I dazi come strumento di difesa nazionale
Trump ha chiarito che i dazi non devono essere intesi come una semplice tassa, ma come una misura strategica indispensabile per garantire la sicurezza economica e nazionale degli Stati Uniti. “Senza i dazi saremmo indifesi,” ha affermato, rimarcando che, nonostante qualche costo a carico dei consumatori, nel complesso gli americani ne traggono vantaggio in termini di rispetto e protezione del proprio paese. L’amministrazione Trump ha infatti reintrodotto tariffe significative su acciaio, alluminio e prodotti provenienti da paesi come Cina, Canada e Messico, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza estera e difendere l’industria domestica.
“La cena del giorno del Ringraziamento costerà quest’anno il 25% in meno: noi siamo quelli che abbiamo ridotto i prezzi, i democratici dicono bugie“, ha aggiunto poi il tycoon, rivendicando il suo operato.
La decisione della Corte Suprema e le implicazioni economiche
In attesa della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, che dovrà valutare la legittimità delle tariffe doganali, Trump ha espresso timori concreti sulle conseguenze di una possibile bocciatura. La sentenza potrebbe determinare l’obbligo di restituire miliardi di dollari di dazi già incassati, con un impatto devastante sull’economia e sugli equilibri politici. Questo pronunciamento è atteso con grande attenzione, anche perché riflette una partita complessa che coinvolge non solo aspetti commerciali ma anche questioni di sicurezza nazionale e geopolitica.
Le politiche tariffarie inaugurate da Trump nel suo secondo mandato mostrano un approccio più aggressivo e selettivo rispetto al passato, con dazi mirati per paese e prodotto, volti a negoziare obiettivi complessi come il contenimento tecnologico della Cina e la protezione delle filiere industriali strategiche. Tuttavia, i dazi rappresentano anche un aumento temporaneo dei prezzi al consumo e possono avere effetti negativi sulla crescita economica a lungo termine, fenomeno che alimenta dibattiti e tensioni sia a livello interno sia internazionale.






