Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è stato nuovamente fotografato con vistosi lividi sulla mano destra durante un incontro ufficiale nello Studio Ovale. L’episodio, avvenuto lunedì durante la firma di un ordine esecutivo e successivamente in occasione di un colloquio con il presidente sudcoreano Lee Jae Myung, ha riacceso i sospetti sulle condizioni fisiche del capo della Casa Bianca, 79 anni, già osservato in più occasioni con segni simili.
Lividi e make-up per coprirli
Nei giorni precedenti Trump era stato notato con un piccolo ematoma sulla mano sinistra, mentre venerdì, durante una visita al museo People’s House di Washington, aveva coperto il dorso della destra con un evidente strato di trucco. Secondo NBC News, i segni sulla mano destra si ripresentano con frequenza almeno dall’agosto scorso, e sarebbero stati osservati anche a novembre e febbraio, in concomitanza con la visita alla Casa Bianca del presidente francese Emmanuel Macron.
Now Trump has bruising on BOTH hands. If this was Biden, it’d be wall to wall, hysterical coverage on mainstream media. And you’d be digging on the obviously false medical reports we’ve been provided by Trump for years. pic.twitter.com/GWPses1QXe
— John Jackson (@hissgoescobra) August 24, 2025
La spiegazione della Casa Bianca
In passato, l’amministrazione aveva attribuito gli ematomi alle strette di mano ripetute, una versione confermata dallo stesso Trump in un’intervista a Time lo scorso dicembre. Nel mese di luglio, tuttavia, la Casa Bianca ha diffuso una lettera del medico personale del presidente, Sean Barbabella, che ha parlato di “irritazione dei tessuti molli dovuta a frequenti strette di mano e all’assunzione di aspirina”, prescritta come prevenzione cardiovascolare.
Diagnosi e rassicurazioni mediche
Lo stesso documento ha rivelato che a Trump è stata diagnosticata un’insufficienza venosa cronica, definita dal dottor Barbabella una patologia “benigna e comune, in particolare negli individui sopra i 70 anni”. Gli esami, ha precisato, non hanno evidenziato la presenza di trombosi venosa profonda né di malattie arteriose. Il presidente è stato inoltre fotografato in passato con caviglie gonfie, un fenomeno che la Casa Bianca ha fatto sapere essere stato indagato per scrupolo, escludendo complicazioni significative.
Che cos’è l’insufficienza venosa cronica
Secondo i dati del National Institutes of Health, questa condizione colpisce ogni anno circa 150.000 nuovi pazienti e deriva generalmente da valvole venose malfunzionanti. Se non trattata, può compromettere la qualità della vita e la capacità lavorativa, fino a provocare complicanze più gravi come le ulcere venose.
Segni sospetti in passato
Non è la prima volta che la pelle delle mani del presidente attira l’attenzione. Nel gennaio dello scorso anno Trump era stato immortalato a New York con evidenti arrossamenti sul dorso della mano destra, simili a vesciche, poi scomparsi poche ore dopo durante un comizio in New Hampshire. All’epoca, alcuni osservatori ipotizzarono collegamenti con malattie sessualmente trasmissibili come la sifilide, pur senza alcuna prova. Altri medici avanzarono invece l’ipotesi di una semplice irritazione cutanea, forse causata dall’uso delle mazze da golf o dalla secchezza della pelle.
Il contesto politico e l’età
Trump è entrato in carica all’età di 78 anni, diventando il presidente più anziano mai insediato, cinque mesi più grande di Joe Biden al momento della sua elezione. Se le difficoltà cognitive dell’ex presidente democratico hanno finito per costargli la candidatura alla rielezione, anche Trump è stato spesso criticato per i suoi discorsi prolissi e per i frequenti errori nel citare nomi di città, Paesi e leader stranieri, circostanze che hanno alimentato dubbi sulle sue capacità mentali.
Le rassicurazioni del medico
Nonostante ciò, Barbabella, che lo ha visitato nell’aprile scorso per il consueto check-up annuale, ha dichiarato che il presidente è “in eccellenti condizioni cognitive e fisiche”. Trump, dal canto suo, continua a sottolineare la propria lucidità, arrivando a sfidare Biden a un test cognitivo durante la campagna elettorale del 2024 e sostenendo che i suoi discorsi divaganti siano in realtà parte di uno stile comunicativo volutamente adottato.






