Migliaia di documenti relativi ad Amelia Earhart, la celebre aviatrice scomparsa nel 1937 durante il tentativo di circumnavigare il globo, sono stati pubblicati online dai National Archives statunitensi. L’iniziativa, voluta dall’amministrazione del presidente Donald Trump, mira ad aumentare la trasparenza sulla misteriosa scomparsa della pioniera del volo.
La pubblicazione dei documenti governativi su Amelie Earhart
Sono state rese disponibili oltre 4.600 pagine, comprendenti fotografie e vari documenti già noti al pubblico. Secondo quanto riportato dal New York Times, la raccolta non contiene però nuove informazioni rilevanti, suscitando una certa delusione tra gli esperti di Earhart. Richard Gillespie, direttore esecutivo dell’International Group for Historic Aircraft Recovery, ha sottolineato che molti dei file pubblicati erano già accessibili, anche tramite la sua organizzazione, da tempo impegnata nel recupero di documenti storici e nella ricerca dei resti dell’aereo.
La scomparsa di Amelia Earhart e del navigatore Fred Noonan nell’ultimo volo del luglio 1937 resta uno dei grandi misteri dell’aviazione. Nonostante ripetute ricerche, i resti dell’Lockheed Electra 10E non sono mai stati trovati, alimentando teorie e speculazioni da quasi un secolo.
Nuove ricerche su un’isola deserta nel Pacifico
Parallelamente alla divulgazione dei documenti, si prepara una nuova spedizione scientifica a Nikumaroro, un atollo disabitato nel Pacifico meridionale dove potrebbero trovarsi i resti dell’aereo di Earhart. L’isola, parte della Repubblica di Kiribati, è stata protagonista di recenti scoperte: fotografie satellitari del 2015 mostrerebbero ciò che potrebbe essere una sezione del velivolo affiorante dalla sabbia.
La spedizione, finanziata dall’Università Purdue – dove Earhart insegnava – intende verificare queste tracce sul terreno, con il supporto di archeologi e specialisti. Nel corso degli ultimi decenni, sull’atollo sono emersi reperti americani risalenti agli anni ’30, tra cui frammenti di bottigliette e un foglio di alluminio che potrebbero essere collegati alla vicenda.
Tulsi Gabbard, direttore dell’intelligence nazionale, ha annunciato che la pubblicazione dei documenti è solo la prima fase di un processo continuo di declassificazione voluto da Trump, che intende “trovare la verità e raccontarla”. Tuttavia, il mistero su Amelia Earhart continua a solleticare l’interesse di storici e appassionati, mentre le ricerche proseguono tra nuove tecnologie e vecchie piste investigative.
La storia della scomparsa di Amelia Earhart
Il fidato Lockheed Electra di Amelia Earhart decollò da Oakland, in California, il 1º giugno 1937, tra un’ondata di entusiasmo internazionale. I suoi sostenitori seguirono con trepidazione ogni tappa del viaggio, mentre lei e il navigatore Fred Noonan atterravano in vari punti del globo per rifornirsi. Tuttavia, dopo la partenza da Lae, in Nuova Guinea, per uno degli ultimi tratti della circumnavigazione, il 2 luglio, l’aereo scomparve dai radar. Di Earhart, Noonan e del loro velivolo non si ebbero più notizie.
Nonostante una vasta e intensa operazione di ricerca, né i corpi né l’aereo furono mai ritrovati. Earhart fu dichiarata morta poche settimane dopo la scomparsa, ma il mistero del suo ultimo volo ha continuato ad alimentare indagini e spedizioni per decenni.
Numerose teorie cercano di spiegare cosa accadde davvero. Furono forse catturati dai giapponesi e giustiziati con l’accusa di spionaggio? Rimasero senza carburante, precipitando nel Pacifico, con il relitto adagiato sul fondo dell’oceano? Oppure trascorsero i loro ultimi giorni da naufraghi su un’isola remota? La verità rimane sfuggente. Generazioni di esploratori hanno continuato le ricerche, avvalendosi più recentemente di tecnologie avanzate come sonar e veicoli subacquei autonomi nel tentativo di individuare il celebre aereo scomparso.






