Roma, 9 ottobre 2025 – In un momento cruciale per la stabilità mediorientale, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato la sua intenzione di accettare l’invito del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a parlare alla Knesset, il Parlamento israeliano. La conferma arriva dopo una serie di sviluppi diplomatici che hanno portato alla firma della prima fase di un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas.
Trump accetta l’invito di Netanyahu: visita in Israele prevista per la prossima settimana
Secondo quanto riportato da fonti israeliane e confermato dai media internazionali, tra cui Axios e Ynetnews, il presidente Trump dovrebbe recarsi in Israele all’inizio della prossima settimana per partecipare a un evento di grande rilievo politico. La visita segue una conversazione telefonica definita “eccellente” e “molto emozionante” tra Trump e Netanyahu, nel corso della quale i due leader hanno discusso dell’accordo storico appena raggiunto e si sono scambiati ringraziamenti per gli sforzi compiuti.
Il premier Netanyahu, a sua volta, ha espresso la sua gratitudine per la leadership americana e ha ufficialmente invitato Trump a tenere un discorso davanti alla Knesset, il quale ha accettato con entusiasmo. La visita e il discorso rappresentano un segnale forte di sostegno reciproco e di cooperazione tra USA e Israele in questa fase delicata.
Trump, da parte sua, ha condiviso su Truth un video dei familiari degli ostaggi che lo ringraziano per aver annunciato il ritorno a casa dei loro cari. Le famiglie sottolineano però che la lotta continuerà finché non sarà liberato l’ultimo dei 48 ostaggi, tra cui figurano figure come Lavi-Miran, moglie dell’ostaggio Omri Miran, e Yotam Cohen, fratello del soldato Nimrod Cohen.
Accordo di pace tra Israele e Hamas: la prima fase firmata e la liberazione degli ostaggi
L’accordo, annunciato dal presidente Trump, prevede la liberazione di 20 ostaggi vivi da parte di Hamas, in cambio del rilascio di circa 1.950 prigionieri palestinesi da parte di Israele, oltre a un ritiro parziale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. La firma ufficiale dell’intesa è prevista per domani, con il governo israeliano che si riunirà per ratificare il documento.
Le famiglie degli ostaggi hanno espresso un sentito ringraziamento al presidente americano, definendo l’accordo “un progresso importante” e auspicando una rapida approvazione da parte del governo israeliano. Il rilascio degli ostaggi, che avverrà entro 72 ore dall’entrata in vigore dell’accordo, rappresenta un momento di grande sollievo per le famiglie e per l’intera comunità internazionale.
Nel frattempo, le autorità israeliane hanno già avviato i preparativi per il ritiro parziale delle truppe dalla Striscia di Gaza, mentre Hamas ha confermato il proprio impegno a rispettare i termini dell’intesa, sottolineando la volontà di mantenere i diritti nazionali fino al raggiungimento della libertà, indipendenza e autodeterminazione.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha accolto con favore la firma dell’accordo, invitando tutte le parti a rispettare pienamente i termini, garantendo un cessate il fuoco permanente e l’ingresso senza ostacoli di aiuti umanitari nel territorio. Inoltre, i media israeliani riferiscono di festeggiamenti nelle strade di Gaza, un segnale di speranza per una possibile riconciliazione e stabilità nella regione.






