Roma, 28 ottobre 2025 – La situazione a Gaza rimane estremamente tesa e complessa, con un’escalation di attacchi aerei israeliani su Gaza City e un bilancio delle vittime in costante aggiornamento. Nel frattempo, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha espresso preoccupazione per la fragilità della tregua in corso, sottolineando l’impegno italiano nel tentativo di rafforzarla.
Tajani: “La tregua a Gaza è debole, lavoriamo per rafforzarla”
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto da Nouakchott, ha riferito di aver parlato con l’ambasciatore italiano a Tel Aviv riguardo alla crescente tensione nell’area. Tajani ha definito la tregua attuale “debole” e ha auspicato che gli scontri in corso siano solo “segnali” e “scaramucce” da superare. Ha inoltre chiesto che Hamas restituisca tutti i cadaveri e che Israele rispetti gli impegni presi nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco.

“Noi lavoriamo affinché la tregua possa essere rinforzata e trasformarsi in un momento di pace”, ha affermato Tajani, sottolineando la necessità di un impegno congiunto di tutte le parti. Ha anche evidenziato il ruolo degli Stati Uniti, attesi a inviare “segnali forti” per sostenere questo processo. Il ministro ha riconosciuto la difficoltà della situazione ma si è detto “convinto che alla fine si potrà trovare una soluzione e sostenere ancora per qualche settimana la tregua per poi passare alla seconda fase”.
Gaza City sotto attacco: bombe vicino all’ospedale Al-Ahli
Nelle ultime ore, almeno tre attacchi aerei israeliani hanno colpito Gaza City, con i bombardamenti che hanno interessato anche un’area adiacente al più grande ospedale ancora operativo nel nord della Striscia di Gaza, l’ospedale battista Al-Ahli. Secondo la difesa civile di Gaza e fonti locali riprese da media internazionali, i raid hanno causato danni significativi alla struttura, compreso il pronto soccorso e il reparto di accoglienza.
L’ospedale, che già in passato era stato bersaglio di un razzo partito dalla Jihad islamica palestinese, è ora fuori servizio e centinaia di pazienti sono stati evacuati nelle ore notturne, molti dei quali senza assistenza medica adeguata. La Chiesa battista di Gerusalemme e del Medio Oriente, che gestisce l’ospedale, ha denunciato l’attacco e ha lanciato un appello alla comunità internazionale per proteggere le strutture sanitarie nella Striscia. Tra le vittime dell’attacco, si segnala il decesso di un bambino ricoverato per trauma cranico durante lo spostamento.
I media palestinesi hanno riferito di un’ondata di raid israeliani che hanno colpito diverse zone di Gaza City, inclusi quartieri densamente popolati come Sabra e Zeitoun, provocando almeno 61 morti solo nell’ultimo giorno. Anche altre località della Striscia, come Khan Younis, Rafah e Nuseirat, sono state interessate da attacchi aerei con numerose vittime civili.
Israele: risposta agli attacchi di Hamas e alle violazioni dell’accordo
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dichiarato che Hamas “pagherà caro” per l’attacco contro le truppe israeliane a Rafah, nel sud di Gaza, e per la mancata restituzione dei corpi degli ostaggi secondo gli accordi presi. Katz ha definito l’aggressione di Hamas una “palese linea rossa” e ha promesso una risposta “con grande forza” da parte delle Forze di Difesa israeliane (IDF).
L’esercito israeliano ha confermato un’intensificazione delle operazioni militari, con oltre 90 lanci aerei nelle ultime 48 ore. Le forze di Tel Aviv hanno inoltre colpito un centro di comando di Hamas a Deir al-Balah e altri siti militari nella Striscia di Gaza.
L’escalation militare si inserisce in un contesto di conflitto aperto tra Israele e Hamas, in atto dalla massiccia offensiva lanciata dal gruppo palestinese il 7 ottobre 2023, che ha provocato migliaia di vittime e la presa in ostaggio di centinaia di israeliani.
L’attenzione internazionale resta alta mentre si cerca di evitare un ulteriore peggioramento della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, dove gli ospedali sono ormai al collasso e la popolazione civile paga il prezzo più alto degli scontri in corso.






