Roma, 4 ottobre 2025 – Un primo gruppo di 26 cittadini italiani appartenenti alla Global Sumud Flotilla è prossimo a lasciare Israele a bordo di un volo charter organizzato dalle autorità italiane. Lo ha annunciato oggi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, tramite un post su X. Gli italiani, trasferiti alla base aerea di Ramon, partiranno dall’aeroporto di Eilat, dopo essere stati imbarcati su un volo della Turkish Airlines diretto a Istanbul.
Flotilla, situazione degli altri italiani fermati
Secondo quanto dichiarato da Tajani a Firenze, dove ha preso parte a un’iniziativa di Forza Italia, i primi 26 passeggeri italiani della Flotilla sono già in partenza dall’aeroporto di Eilat, diretti in Turchia. Questi cittadini hanno accettato di firmare la liberatoria richiesta dalle autorità israeliane, condizione necessaria per poter lasciare il paese senza ulteriori complicazioni. Tra i 26 italiani ci sarebbe anche Paolo Romano, consigliere PD Lombardia.
Rimangono ancora 15 italiani trattenuti in Israele che non hanno accettato di firmare il documento per il rilascio volontario e, secondo quanto dichiarato da Tajani, saranno soggetti all’espulsione giudiziaria prevista per la prossima settimana. Il ministro ha inoltre ribadito di aver dato disposizioni all’Ambasciata italiana a Tel Aviv affinché venga garantito un trattamento rispettoso dei diritti dei connazionali ancora detenuti.
Secondo fonti dei legali della Flotilla, tutti gli attivisti, inclusi parlamentari e giornalisti, sono stati trasferiti nel carcere di Ketziot nel deserto del Negev, dove attenderanno la conclusione delle procedure per il rimpatrio. L’espulsione, che sarà un provvedimento unico e coattivo, dovrebbe avvenire entro lunedì 6 o martedì 7 ottobre dall’aeroporto Ben Gurion, con destinazioni europee come Madrid e Londra; attualmente non è previsto un volo diretto in Italia.
Un primo gruppo di 26 cittadini italiani che erano sulla Flottilla sta per lasciare Israele con un charter.
Li abbiamo inseriti in un volo della Turkish per Istanbul. Sono già stati trasferiti nella base aerea di Ramon e partiranno da aeroporto di Eilat.
Gli altri 15 italiani…— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) October 4, 2025
Stato degli attivisti italiani e interventi diplomatici
Gli attivisti italiani della Global Sumud Flotilla fermati dalle autorità israeliane stanno tutti bene, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di un evento elettorale di Forza Italia a Firenze. Attualmente, sono 40 gli italiani in stato di fermo, di cui 15 ancora trattenuti, e si stanno svolgendo le visite consolari per verificare le loro condizioni.
Il ministro Tajani ha confermato che ieri è stata effettuata la visita consolare agli attivisti e stamattina sono state reiterate le richieste alle autorità israeliane di rispettare tutti i diritti degli italiani fermati. Pur essendo in una condizione di limitazione della libertà, Tajani ha sottolineato l’importanza che il trattamento riservato sia individuale e non violento. “Abbiamo chiesto di migliorare le condizioni di detenzione e speriamo di farli rientrare in Italia al più presto”, ha aggiunto.
La Farnesina ha inoltre riferito che le autorità israeliane stanno valutando l’organizzazione di voli charter per il rimpatrio degli attivisti in due capitali europee, sebbene non sia previsto che i voli arrivino in Italia.
Precisazioni sul gruppo di italiani che stanno tornando in Italia
Questo gruppo, precisa una nota della Farnesina, “ha accettato di firmare il foglio di via e ha avuto quindi una procedura accelerata per la partenza. Assistito dall’ambasciata a Tel Aviv, il gruppo è stato trasferito dal carcere di Ketziot alla base aerea di Ramon, nei pressi di Eilat“. “Grazie a un intervento personale del ministro Tajani anche con le autorità turche, il gruppo prenderà un volo speciale della Turkish Airlines che dovrebbe decollare alle 14 circa (ora locale, le 13 in Italia) diretto a Istanbul. In Turchia i connazionali verranno assistiti da un team del Consolato Generale a Istanbul che è pronto anche a fornire documenti di viaggio provvisori a chi ne avesse bisogno”.
“Sono invece 15 – ribadisce il ministero – i connazionali che hanno deciso di non firmare il foglio di via: le autorità israeliane ne disporranno l’espulsione coatta per via giudiziaria nel corso della prossima settimana“. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti “appena disponibili”.
Flotilla, chi rientra e chi resta: strategia condivisa per tutelare la causa
Prosegue intanto con forte determinazione la missione della Global Sumud Flotilla, iniziativa umanitaria internazionale nata per rompere il blocco navale israeliano sulla Striscia di Gaza e portare aiuti fondamentali alla popolazione palestinese. L’attenzione è ora focalizzata sul rientro di alcuni attivisti italiani che hanno scelto di tornare in patria, mentre altri restano ancora detenuti nelle prigioni israeliane.
In una conferenza stampa tenuta a Roma, Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, ha spiegato che tra gli italiani coinvolti nella missione “ci sono 26 persone che stanno per rientrare, mentre 15 restano nelle prigioni israeliane“. Il rientro anticipato avviene principalmente perché alcuni attivisti hanno accettato una procedura di rito abbreviato, scelta condivisa con gli altri membri del movimento. “Chi rientra lo fa perché è importante raccontare, chi resta è perché con i nostri passaporti privilegiati possono tutelare gli altri”, ha affermato Delia, sottolineando che si tratta di decisioni concordate fin dall’inizio e di un movimento internazionale e internazionalista.
Accuse di sequestro e gestione della detenzione
Parallelamente, il team legale della Global Sumud Flotilla ha presentato un esposto alla Procura di Roma contro il sequestro degli attivisti da parte della Marina militare israeliana. Maria Elena Delia ha denunciato che “gli attivisti sono stati detenuti illegalmente senza alcuna base giuridica, prelevati senza aver commesso alcun reato” e che “sono stati sequestrati, non arrestati, perché l’arresto presuppone un’ipotesi di reato”. Durante la detenzione, hanno subito la negazione dei diritti basilari di difesa e la mancanza dei servizi fondamentali, come acqua, cibo e accesso ai servizi igienici.
Reazioni e manifestazioni in Italia
La missione ha suscitato un ampio movimento di solidarietà in Italia e nel mondo. In diverse città italiane, come Roma, Milano e Bologna, si sono svolte manifestazioni di massa con decine di migliaia di partecipanti. La portavoce Maria Elena Delia ha risposto alle accuse di strumentalizzazione delle piazze, affermando che “non sono strumentalizzazioni, ma la conseguenza di una gestione connivente di questo genocidio”. Alcuni cortei hanno chiesto le dimissioni del Governo Meloni, accusato di inerzia nella gestione della crisi umanitaria palestinese.
A Roma, a piazza della Repubblica, è stata issata la bandiera palestinese su un pennone, mentre sono stati segnalati episodi di imbrattamento di vetrine con scritte solidali verso Gaza. Il clima nelle strade resta acceso, con momenti di tensione tra manifestanti e forze dell’ordine. Anche i portuali italiani hanno minacciato blocchi coordinati per sostenere la causa della Flotilla.
La richiesta di trasparenza sui nomi degli italiani detenuti
Arturo Scotto, deputato del Partito Democratico e tra i quattro politici italiani partecipanti alla spedizione della Global Sumud Flotilla, è rientrato ieri in Italia e ha tenuto una conferenza stampa a Roma per fare il punto sulla situazione dei connazionali coinvolti nella missione umanitaria.
Durante l’incontro con la stampa, Scotto ha rivolto un accorato appello affinché vengano resi noti i nomi dei 26 italiani fermati dalle autorità israeliane. “Non abbiamo ancora la lista dei 26 nomi degli italiani che stanno rientrando – ha dichiarato – Crediamo sia rilevante e chiediamo che venga resa pubblica.” Ha inoltre sottolineato l’importanza di garantire tutta l’assistenza possibile ai detenuti anche una volta giunti in Turchia, dove è prevista la tappa successiva del loro trasferimento.
La vicinanza a Gaza e la denuncia della mancanza di pressione diplomatica
Il deputato ha ricordato che la Flotilla è riuscita ad avvicinarsi molto alla Striscia di Gaza, raggiungendo una distanza di circa 35 miglia nautiche. “Non era affatto scontato – ha evidenziato – Quelle miglia che ci distanziavano non sono state raggiungibili perché il governo non ha fatto una pressione vera per riaprire quel corridoio umanitario, chiuso da anni“. Scotto ha quindi puntualizzato che “chi era nell’illegalità è chi ha impedito a quelle barche di arrivare a Gaza“, riferendosi implicitamente alla gestione del blocco navale da parte dello Stato israeliano.
Gasparri critica il comportamento della sinistra
Intanto arrivano polemiche da parte di Maurizio Gasparri: il senatore di Forza Italia, ha espresso oggi a Firenze, a margine di un evento elettorale, un duro giudizio sull’atteggiamento di alcuni parlamentari della sinistra riguardo al recente impegno diplomatico in Medio Oriente.
“Sono rimasto un po’ sconcertato dal vedere i parlamentari della sinistra lasciare per primi Israele“, ha affermato Gasparri, sottolineando come “la buona regola è che chi ha un ruolo rappresentativo attende che l’ultimo dei comuni mortali lasci un luogo difficile e poi se ne va“. Il senatore ha definito questo comportamento “non brillante” e ha aggiunto che potrebbe utilizzare “parole più severe“, ma ha preferito limitarsi a sottolineare come questo atteggiamento sia “tipico di una sinistra che preferisce la scena alla serietà dei comportamenti“.
Gasparri ha poi rivolto una critica diretta nei confronti di Antonio Conte, leader di un movimento politico di sinistra, che in Parlamento aveva definito “codardo” il governo italiano. “Forse i codardi li ha nelle sue file e li abbiamo visti sbarcare ieri”, ha detto il senatore riferendosi al rientro anticipato di alcuni parlamentari e attivisti.
Situazione generale della Flotilla e reazioni internazionali
La Global Sumud Flotilla, composta da circa 450 membri provenienti da 47 Paesi, è stata intercettata dalla marina israeliana e la maggior parte degli attivisti è stata trasferita al carcere di Ketziot, nel deserto del Negev, dove si svolgeranno le procedure per l’espulsione o eventuali procedimenti giudiziari per ingresso illegale. Tra i fermati vi sono anche parlamentari e giornalisti.
Le autorità israeliane hanno dichiarato che nessuna imbarcazione è riuscita a violare il blocco navale verso Gaza e che l’operazione si è conclusa senza incidenti gravi. Parallelamente, in diverse città europee si sono svolte manifestazioni di solidarietà con la Flotilla, tra cui un sit-in davanti al Parlamento europeo a Bruxelles, dove migliaia di sostenitori hanno chiesto la liberazione immediata degli attivisti.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso il sostegno alla protezione dei cittadini francesi coinvolti e ha ribadito la necessità di rispettare le regole internazionali. Intanto, in Italia e in altri Paesi si sono registrate proteste e tensioni, con interventi delle forze dell’ordine per contenere manifestazioni che in alcuni casi hanno creato disordini.






