Continua a peggiorare la situazione umanitaria in Sudan, dove il conflitto in corso ha causato oltre 1.600 morti solo per gli attacchi a ospedali e centri sanitari, secondo quanto riferito dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. Questa crisi si inserisce in un contesto di guerra civile tra le Forze armate sudanesi e le Forze di Supporto Rapido (FRS), che si protrae dal 15 aprile 2023 e ha già provocato decine di migliaia di vittime e milioni di sfollati.
Attacchi mirati alle strutture sanitarie del Sudan
L’Oms ha documentato 65 attacchi contro strutture sanitarie da gennaio 2025, con un bilancio di oltre 1.600 morti e 276 feriti tra medici, infermieri, pazienti e personale sanitario. L’ultimo episodio grave è avvenuto domenica scorsa a Diling, capoluogo del Kordofan Meridionale, epicentro degli scontri tra esercito e paramilitari. Un attacco con drone ha colpito un ospedale militare, provocando la morte di nove persone e il ferimento di altre 17. Il direttore generale dell’Oms ha sottolineato su X che ogni attacco priva la popolazione di accesso a servizi essenziali e medicinali, aggravando una situazione già critica.
Il Sudan Doctor’s Network, gruppo di professionisti sanitari che monitora la guerra, ha attribuito l’attacco con droni alle Forze di Supporto Rapido. Tra le strutture colpite figura anche l’ospedale saudita di El-Fasher, nel Darfur, dove in ottobre uomini armati hanno ucciso almeno 460 persone e rapito medici e infermieri, evidenziando la gravità del fenomeno.
Crisi energetica e blackout nelle principali città
Parallelamente agli attacchi alle strutture sanitarie, nelle ultime ore le principali città sudanesi, tra cui Khartoum e Port Sudan, sono rimaste al buio dopo un attacco con droni a una centrale elettrica nel sud del paese. L’incendio causato dall’attacco ha provocato la morte di due soccorritori intervenuti per spegnere le fiamme. Un funzionario della centrale ha imputato l’azione alle Forze di Supporto Rapido, mentre testimoni hanno segnalato fiamme e fumo anche nella città di Atbara, teatro di continui scontri fra esercito e paramilitari.
Questo blackout si aggiunge alle difficoltà quotidiane della popolazione civile, che vive una situazione di instabilità politica e sociale senza precedenti, aggravata da una crisi economica profonda e dalla mancanza di servizi essenziali.
Diplomazia in azione: incontro tra Al Burhan e Al-Sisi
Nel tentativo di trovare una soluzione alla crisi, oggi al Cairo il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi riceverà il presidente del Consiglio Sovrano Sudanese, Abdel Fattah Al Burhan. L’incontro, a poche ore dalla visita di Al Burhan in Arabia Saudita, mira a rafforzare le relazioni bilaterali tra Egitto e Sudan e a discutere le modalità per risolvere il conflitto che ha sconvolto il paese africano.
Il Sudan, diviso tra le forze governative di Burhan e i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, affronta una delle peggiori crisi umanitarie contemporanee. Con oltre 60.000 morti e 11 milioni di sfollati stimati dall’inizio del conflitto, la comunità internazionale monitora con attenzione l’evolversi degli eventi.






