Khartum, 11 dicembre 2025 – Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a quattro persone e quattro società coinvolte nel reclutamento di mercenari colombiani per combattere e addestrare un gruppo paramilitare sudanese, accusato da Washington di genocidio. Questa decisione segna un passo importante nella lotta internazionale contro l’uso di combattenti stranieri in conflitti interni, specialmente in un contesto come quello del Sudan, devastato da guerre e crisi umanitarie.
Il ruolo dei mercenari colombiani nel conflitto in Sudan
Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha reso noto che la rete sanzionata è principalmente composta da cittadini colombiani e società colombiane. Centinaia di ex militari colombiani, noti per la loro esperienza maturata nei decenni di guerra civile nazionale, sono stati reclutati per combattere al fianco delle Forze di Supporto Rapido (RSF), un gruppo paramilitare accusato di gravi crimini di guerra, tra cui massacri etnici e rapimenti di massa.
Un’inchiesta del 2024 del portale colombiano La Silla Vacía ha rivelato che oltre 300 ex soldati colombiani sono stati impiegati in Sudan, provocando un’eccezionale presa di posizione del ministero degli Esteri colombiano, che ha formalmente chiesto scusa per il coinvolgimento di propri cittadini in un conflitto così sanguinoso. Secondo alcune testimonianze raccolte da testate internazionali, questi mercenari hanno addestrato anche bambini-soldato, insegnato l’uso di droni e preso parte direttamente alle battaglie, come nella sanguinosa presa di El Fasher.
Tra gli individui sanzionati si segnala Álvaro Andrés Quijano Becerra, ex ufficiale colombiano con doppia cittadinanza italiana, residente negli Emirati Arabi Uniti, accusato di un ruolo chiave nel reclutamento e dispiegamento dei mercenari. Con lui sono stati colpiti anche la moglie Claudia Viviana Oliveros Forero e altre due persone legate alla gestione finanziaria di questa rete, tra cui il colombiano-spagnolo Mateo Andrés Duque Botero, coinvolto in flussi di denaro per milioni di dollari attraverso aziende basate negli Stati Uniti.

La crisi umanitaria e il contesto del conflitto sudanese
Il Sudan è ormai da mesi teatro di un conflitto interno devastante tra le Forze Armate Sudanesi (SAF), guidate dal generale Abdel Fattah Abdelrahman Burhan, e le RSF, comandate da Mohamed Hamdan Dagalo. Questa guerra, iniziata nell’aprile 2023, ha generato una delle peggiori crisi umanitarie al mondo: oltre 60.000 morti, 11 milioni e mezzo di sfollati interni e quasi 4 milioni di profughi nei Paesi vicini, secondo le stime di marzo 2025. Le violenze si sono estese da Khartum al Darfur, regione già tormentata da anni di instabilità.
Le Forze di Supporto Rapido, nate nel 2013 da milizie Janjaweed accusate di genocidio nel Darfur, sono state finanziate e armate da potenze regionali come gli Emirati Arabi Uniti, che hanno negato ogni coinvolgimento diretto nelle violenze ma sono oggetto di crescenti sospetti per il loro ruolo nelle forniture di armi.
Medicali Senza Frontiere e altre organizzazioni umanitarie denunciano l’impossibilità di operare liberamente, vista la distruzione di ospedali e infrastrutture civili, e sottolineano la priorità di interventi per il trattamento della malnutrizione e la vaccinazione della popolazione colpita..






