Washington, 1 ottobre 2025 – Nella notte appena trascorsa, gli USA sono entrati nuovamente in una fase di shutdown del governo federale, a causa del mancato accordo tra le forze politiche sul bilancio statale. Il provvedimento, disposto dalla Casa Bianca e firmato dal direttore dell’ufficio bilancio Russel Vought, ha bloccato le attività non essenziali dello Stato, con conseguenti licenziamenti temporanei e sospensione di numerosi servizi pubblici. Questa situazione riflette la profonda frattura politica che continua a paralizzare l’amministrazione statunitense, in un contesto segnato dall’attuale mandato del presidente Donald Trump, tornato alla Casa Bianca nel gennaio 2025 per un secondo mandato non consecutivo.
Cause e dinamiche dello shutdown
La legge federale impone al Congresso di approvare, entro il 1° ottobre di ogni anno, dodici distinti provvedimenti finanziari, che riguardano le cosiddette “spese discrezionali” pari a circa un quarto del bilancio totale federale. Gli altri capitoli di spesa, come pensioni e interessi sul debito, sono automatici e non richiedono nuove approvazioni. Quando il Congresso non riesce a deliberare su queste leggi di bilancio entro la scadenza, entra in vigore lo shutdown, ovvero una sospensione progressiva delle attività governative considerate non essenziali.
Quest’anno, la crisi è stata alimentata dal rifiuto reciproco tra democratici e repubblicani di approvare la cosiddetta “stopgap continuing resolution”, una misura temporanea che avrebbe mantenuto i finanziamenti ai livelli dell’anno precedente senza variazioni. Il gruppo repubblicano, guidato dal presidente Trump, ha richiesto tagli significativi al sistema sanitario pubblico, in particolare la riduzione dei sussidi previsti da Obamacare, per finanziare gli sgravi fiscali approvati nel “Big Beautiful Bill” firmato da Trump lo scorso luglio. Dall’altro lato, i democratici hanno utilizzato il loro potere di veto in Senato, grazie al meccanismo del filibustering, impedendo l’approvazione delle misure proposte dai repubblicani.
Impatto sociale ed economico dello shutdown
Secondo le stime più recenti, l’interruzione dei fondi per Obamacare condurrà ad un aumento mensile dei costi assicurativi tra 400 e 600 dollari per singola famiglia. Si prevede che circa 4 milioni di americani perderanno l’assistenza sanitaria a partire dall’anno prossimo, mentre 20 milioni vedranno lievitare il prezzo delle polizze. Il Congressional Budget Office stima inoltre che entro il 2034 altri 10 milioni di cittadini rimarranno senza copertura sanitaria a causa di questi tagli.
Lo shutdown si traduce immediatamente nella sospensione di servizi pubblici come la chiusura di musei e parchi nazionali, la riduzione delle attività della NASA, la sospensione di alcune funzioni dei centri di ricerca medica e dei servizi di assistenza ai veterani. Circa 330.000 dipendenti del Dipartimento della Difesa, 35.000 del Commercio, oltre 30.000 della Sanità, e decine di migliaia in altri dipartimenti come Stato, Homeland Security, Ambiente e Giustizia sono stati messi in congedo non retribuito.
Le attività essenziali, come la gestione dell’immigrazione, il controllo del traffico aereo, i servizi postali e di emergenza, continuano invece a operare regolarmente. Tuttavia, il blocco pone un freno significativo all’efficienza amministrativa e rischia di danneggiare ulteriormente la fiducia dei cittadini nel sistema politico.
Lo scontro politico e le strategie elettorali
Il presidente Trump ha dichiarato apertamente che lo shutdown rappresenta uno strumento per eliminare posti di lavoro e programmi apprezzati dai democratici, accusando l’opposizione di voler estendere la sanità gratuita anche agli immigrati illegali. La campagna politica si è fatta aspra, con l’uso di video manipolati e polemiche sui social media, mentre il leader democratico alla Camera, Hakeem Jeffries, ha risposto pubblicando immagini che mettono in discussione la credibilità del presidente, alimentando un clima di forte tensione.
I democratici confidano che le conseguenze sociali e l’impatto negativo sull’assistenza sanitaria si rifletteranno alle urne, indebolendo la maggioranza repubblicana alle elezioni di metà mandato del 2026 e bloccando l’agenda politica di Trump. Dal canto loro, i repubblicani puntano a far ricadere la colpa del blocco sui democratici, sperando di rafforzare il consenso nelle prossime consultazioni elettorali.
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Il quadro istituzionale e storico dello shutdown negli USA
Il blocco delle attività amministrative è una procedura peculiare degli USA, prevista dall’Antideficiency Act, una legge che impedisce agli enti pubblici di spendere oltre gli stanziamenti approvati. Se il Congresso non autorizza il finanziamento entro il termine fiscale, il governo deve sospendere tutte le attività non essenziali fino a nuova approvazione.
Questa norma risale al XIX secolo e si è evoluta nel tempo, con interpretazioni giuridiche sempre più rigorose a partire dagli anni ’80. Storicamente, la prima chiusura governativa avvenne nel 1976 durante l’amministrazione Ford. Da allora, si sono verificati oltre venti shutdown, alcuni dei quali molto brevi, altri prolungati fino a quasi tre settimane, come nel caso del 2013 sotto Obama.
Diversamente da altri sistemi parlamentari, dove il mancato accordo sul bilancio può portare a elezioni anticipate senza interrompere i servizi pubblici, negli Stati Uniti lo shutdown può paralizzare la macchina statale e impattare milioni di cittadini.





