Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha risposto con durezza alla risoluzione approvata oggi dal Parlamento europeo, che lo accusa di essere il “responsabile politico dell’escalation“ della crisi in Serbia. Nel corso di una conferenza stampa a Belgrado, Vucic ha definito gli europarlamentari come “bugiardi patologici“, contestando le accuse mosse contro il suo governo e la gestione delle proteste in corso nel Paese.
Serbia: il duro attacco di Vucic agli eurodeputati
Nel testo della risoluzione, approvata con 457 voti favorevoli, 103 contrari e 72 astensioni, gli eurodeputati denunciano la crescente polarizzazione politica e la repressione delle manifestazioni pacifiche in Serbia, chiedendo anche un’indagine completa sulla tragedia di Novi Sad che un anno fa ha causato sedici morti e ha scatenato un’ondata di proteste. Nel commentare la risoluzione, Vucic ha respinto con forza le accuse, in particolare riguardo all’uso di un cannone sonoro contro i manifestanti del 15 marzo scorso a Belgrado, definendole “menzogne mostruose”.
“Dimostrate nei fatti che è stato utilizzato un cannone sonoro, e nello stesso giorno io mi dimetterò e non sarò più presidente della Serbia”, ha dichiarato Vučić, sottolineando come tali affermazioni siano dettate da un odio politico verso la Serbia. Il presidente serbo ha inoltre accusato gli eurodeputati croati di aver preso una posizione particolarmente aggressiva nel dibattito, con sei interventi critici, e ha definito la risoluzione parte di un piano più ampio di “rivoluzione colorata” volto a destabilizzare il suo governo.
La richiesta di giustizia e il contesto politico europeo
Il Parlamento europeo, nel testo adottato, ha espresso preoccupazione per il clima di tensione politico-sociale nel Paese, condannando la stretta autoritaria emanata dal governo serbo e la diffusione di propaganda filo-russa e anti-europea. La risoluzione chiede inoltre agli alti funzionari dell’Unione di evitare dichiarazioni premature che lodino i processi di riforma in Serbia, mentre accoglie con favore il nuovo tono adottato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante la sua recente visita a Belgrado.
Un ulteriore elemento di criticità riguarda la posizione del Partito Progressista Serbo (SNS) di Vucic, membro associato del Partito Popolare Europeo (PPE) dal 2016. A Bruxelles, infatti, è in corso un dibattito interno che potrebbe portare all’espulsione o alla sospensione del SNS dalla famiglia politica europea, a causa del deterioramento della situazione democratica e delle continue proteste e repressioni in Serbia. Il leader del PPE, Manfred Weber, ha annunciato un imminente processo di scrutinio che valuterà la permanenza del partito serbo nel gruppo.
Aleksandar Vucic, presidente della Serbia dal 2017 e leader del SNS fino al 2023, ha una lunga carriera politica alle spalle, iniziata negli anni ’90 nel Partito Radicale Serbo. La sua leadership è stata spesso oggetto di critiche per la gestione autoritaria e per la repressione dei media indipendenti, nonché per il suo passato controverso durante i conflitti balcanici, che lui stesso ha in parte riconsiderato nel corso degli anni.






