Parigi, 10 novembre 2025 – La Corte d’Appello di Parigi ha accolto la richiesta presentata da Nicolas Sarkozy, autorizzandone l’uscita dal carcere della Santé, dove l’ex presidente francese era detenuto dal 21 ottobre nell’ambito dell’inchiesta sui presunti finanziamenti libici. La decisione prevede l’immediata applicazione della misura: Sarkozy dovrebbe lasciare il penitenziario già nel corso della giornata.
Escluso il rischio di manipolazione delle prove
L’inizio dell’udienza e la presenza in videoconferenza di Sarkozy
L’udienza si è aperta questa mattina con Sarkozy collegato via videoconferenza. Il magistrato ha ricapitolato la condanna e le motivazioni dell’esecuzione provvisoria, spiegando l’eccezionale gravità dei reati contestati. L’ex presidente ha seguito attentamente l’esposizione, annuendo più volte, assistito dall’avvocato Jean-Michel Darrois.
Famiglia in aula per sostenere l’ex presidente
Per l’inizio dell’udienza, la famiglia di Sarkozy, guidata dalla moglie Carla Bruni, è comparsa in aula, seduta in prima fila su disposizione del presidente della Corte per consentire all’ex presidente di vederli. Bruni, vestita di nero e visibilmente tesa, era accompagnata dal figlio Jean e dalla sua compagna. Sarkozy, pallido e con indosso un maglione blu e camicia, ha rivolto parole calme e determinate al presidente del tribunale, dichiarando: “Risponderò alle vostre domande”.
Richiesta della procura per la libertà vigilata
La procura generale ha chiesto che Sarkozy venga rilasciato sotto regime di libertà vigilata, imponendo il divieto di contatti con gli altri imputati e i testimoni del caso libico. Secondo le disposizioni della legge francese, la detenzione preventiva è giustificata solo in presenza di rischi concreti, come la manipolazione delle prove, l’inquinamento dei testimoni, la fuga o il pericolo di recidiva.
Le dichiarazioni di Sarkozy
Durante l’udienza, Sarkozy ha negato ogni addebito, sottolineando di non aver mai avuto intenzione di chiedere fondi a Gheddafi: “Mai confesserò qualcosa che non ho commesso. Ho sempre risposto a tutte le convocazioni. Non avrei mai immaginato di conoscere il carcere a 70 anni. Questa prova mi è stata imposta: è dura, molto dura. È estenuante, un incubo”.
Omaggio al personale penitenziario
L’ex presidente ha inoltre ringraziato il personale del penitenziario di La Santé, definendolo “umanità eccezionale” e riconoscendo che la loro professionalità ha reso sopportabile il periodo di detenzione.






