Londra, 17 dicembre 2025 – Dopo anni di assenza dal programma di scambio studentesco dell’Unione Europea, il Regno Unito sta per rientrare ufficialmente nel progetto Erasmus+, a partire da gennaio 2027. Questa decisione, svelata dal Guardian e frutto di un’intesa raggiunta tra il governo britannico e le istituzioni europee, rappresenta un passo significativo nel tentativo di rafforzare le relazioni tra Londra e Bruxelles, sotto la guida del primo ministro Keir Starmer.

Il rientro del Regno Unito in Erasmus+
Dopo l’uscita dal programma Erasmus conseguente alla Brexit, quando l’allora premier Boris Johnson aveva definito il progetto poco conveniente, il governo laburista guidato da Starmer ha avviato una fase di negoziazione per reintegrare gli studenti britannici nel sistema europeo di scambi formativi. L’accordo prevede la partecipazione degli studenti del Regno Unito al programma Erasmus+ senza l’obbligo di pagare ulteriori tasse universitarie rispetto a quelle domestiche, mantenendo la possibilità di ottenere borse di studio per sostenere i costi di vita all’estero.
Le novità introdotte consentono agli studenti britannici non solo di partecipare agli scambi universitari tradizionali, ma anche di accedere a stage di formazione professionale e programmi di scambio sportivo in tutta Europa. Al contempo, gli studenti europei, inclusi quelli italiani, potranno tornare a studiare nelle università britanniche beneficiando di una riduzione delle tasse universitarie, che saranno equiparate a quelle nazionali, fissate a un massimo di 9.535 sterline annue.
Questa riammissione nel programma Erasmus+, che attualmente ha un budget complessivo di oltre 26 miliardi di euro, si inserisce in una strategia più ampia di Keir Starmer per rilanciare i rapporti con l’UE, in un clima politico in cui l’opinione pubblica britannica sta progressivamente rivalutando la necessità di un riavvicinamento con Bruxelles.
Il ruolo di Keir Starmer nel riavvicinamento UE-Regno Unito
Primo ministro dal luglio 2024 e leader del Partito Laburista dal 2020, Keir Starmer ha portato avanti una linea politica orientata a una maggiore cooperazione con l’Unione Europea, pur senza mettere in discussione la Brexit stessa. In numerose dichiarazioni pubbliche, Starmer ha sottolineato l’importanza di “avvicinarsi all’UE” per garantire vantaggi economici e sociali, proponendo una politica pragmatica che prevede compromessi e scambi reciproci.
Il rientro nel programma Erasmus+ è considerato uno dei primi successi tangibili di questa strategia di “reset” nei rapporti con l’Europa, insieme a negoziati in corso su temi cruciali quali la mobilità giovanile, i mercati dell’energia e il commercio agroalimentare. Il ministro britannico per le relazioni con l’UE, Nick Thomas-Symonds, insieme al vicepresidente della Commissione UE, Maroš Šefčovič, ha giocato un ruolo chiave nelle trattative che hanno portato al via libera definitivo all’accordo.
Il primo ministro Starmer, noto per il suo passato da avvocato specializzato in diritti umani e per il suo approccio pragmatico e misurato, ha saputo guidare il governo verso una politica estera più aperta, conciliando la necessità di mantenere la sovranità nazionale con la partecipazione a programmi europei di grande valore per i giovani e l’istruzione superiore.
Le novità e le prospettive per studenti e università
L’accordo prevede che gli studenti britannici continuino a pagare le tasse universitarie domestiche durante l’anno di studio all’estero, con la possibilità di ricevere un contributo economico destinato a coprire le spese aggiuntive di soggiorno. Allo stesso modo, gli studenti europei in Regno Unito godranno di una tariffa ridotta, evitando i costi elevati dei normali corsi per studenti internazionali, che possono superare le 38.000 sterline annue.
Inoltre, il programma Erasmus+ non si limita più a scambi accademici tra università, ma include anche percorsi di formazione professionale e scambi sportivi, rendendolo accessibile a una fascia più ampia della popolazione studentesca, anche nelle aree del paese che avevano votato a favore della Brexit. Questo ampliamento mira a favorire l’inclusione sociale e a valorizzare la mobilità come strumento di crescita personale e professionale.
L’adesione al programma Erasmus+ consente agli studenti di vivere esperienze formative all’estero legalmente riconosciute, con la possibilità di far convalidare gli esami sostenuti presso le università ospitanti. Questo riconoscimento è fondamentale per garantire la continuità del percorso di studi e per arricchire il curriculum accademico e professionale.
Erasmus+ in un contesto europeo più ampio
Il programma Erasmus+, nato nel 1987 e intitolato all’umanista Erasmo da Rotterdam, è diventato negli anni uno dei simboli più importanti della cooperazione educativa e culturale europea. Oggi coinvolge non solo gli Stati membri dell’UE, ma anche paesi associati come Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Macedonia del Nord, Serbia e Turchia.
Con un budget previsto di 28,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, Erasmus+ supporta non solo la mobilità di studenti universitari, ma anche quella di giovani impegnati in formazione professionale e attività sportive, promuovendo inclusione, innovazione e collaborazione transnazionale.
Per l’Italia, così come per gli altri paesi europei, il ritorno del Regno Unito nel programma rappresenta una nuova opportunità per intensificare gli scambi culturali e formativi, anche grazie ai finanziamenti che le agenzie nazionali italiane – come Indire, Inapp e Ang – dedicano alla gestione e promozione delle attività Erasmus+.
Prospettive future: oltre Erasmus+ verso un’agenda di cooperazione più ampia
Il rientro nel programma Erasmus+ è solo una delle tappe previste nell’ambito del cosiddetto “reset” dei rapporti tra Regno Unito e UE. Tra le priorità per il prossimo futuro vi è la definizione di un accordo sulla mobilità giovanile che consenta a migliaia di giovani britannici ed europei di vivere e lavorare nei rispettivi paesi per diversi anni.
Nonostante alcune difficoltà incontrate nelle negoziazioni su altri fronti, come la partecipazione britannica al fondo di difesa europeo, il governo Starmer sembra determinato a proseguire un percorso di collaborazione con Bruxelles, consapevole dell’importanza di una relazione solida e pragmatica con l’Unione.
Il progressivo cambiamento dell’opinione pubblica britannica verso una visione più favorevole all’Europa, unito all’impegno politico di Starmer, lascia intravedere un futuro in cui il Regno Unito potrà riconciliarsi con il continente attraverso iniziative concrete come il programma Erasmus+, che da oltre trent’anni rappresenta una pietra miliare della cooperazione europea in ambito educativo e culturale.






