Pechino, 17 settembre 2025 – La Repubblica Popolare Cinese si è espressa con fermezza contro l’escalation militare israeliana nella Striscia di Gaza, invitando Tel Aviv a cessare immediatamente le operazioni militari. Lo ha dichiarato oggi un portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, in una conferenza stampa a Pechino.
Cina condanna l’escalation militare israeliana a Gaza
Il portavoce Lin Jian ha sottolineato che la Cina “si oppone fermamente all’escalation delle operazioni militari israeliane” nella regione e ha lanciato un appello affinché Israele ascolti le richieste internazionali di un cessate il fuoco immediato. La Cina ha inoltre condannato tutte le azioni che causano danni ai civili, esprimendo preoccupazione per la crisi umanitaria in corso a Gaza, aggravata dalla recente offensiva terrestre lanciata dalle forze israeliane a Gaza City. Lin Jian ha ribadito la necessità di un cessate il fuoco completo e duraturo per evitare un peggioramento della situazione umanitaria.
Un contesto di crescente tensione regionale
L’intervento cinese si inserisce in un contesto di tensioni che coinvolgono non solo Israele e i territori palestinesi, ma anche la regione più ampia del Medio Oriente. Negli ultimi mesi, Israele ha intensificato le sue operazioni militari, con piani approvati per estendere il controllo sulla Striscia di Gaza, provocando la condanna di diverse nazioni e organismi internazionali. Parallelamente, la situazione si è complicata con il conflitto tra Israele e l’Iran, che ha visto attacchi a siti nucleari iraniani da parte degli Stati Uniti e di Israele, con minacce di ritorsioni e manifestazioni di protesta a Teheran.
La Cina, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, continua a mantenere una posizione di condanna verso l’uso della forza che colpisce la popolazione civile e promuove il dialogo e la diplomazia per risolvere le tensioni in Medio Oriente. Il richiamo cinese al rispetto del diritto internazionale e alla protezione dei civili si aggiunge a quello di altri attori globali che chiedono un ritorno alla negoziazione e alla pace nella regione.






