La Commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo ha dato il primo via libera alla creazione di un elenco europeo dei Paesi sicuri. La decisione, approvata con 39 voti favorevoli, 25 contrari e 8 astensioni, rappresenta un passo importante verso una più rapida gestione delle procedure di asilo nell’Unione Europea.
Elenco dei Paesi Sicuri e condizioni di sospensione
L’elenco approvato comprende Bangladesh, Colombia, Egitto, Kosovo, India, Marocco e Tunisia. Inoltre, i paesi candidati all’adesione all’UE sono considerati paesi di origine sicuri, salvo condizioni specifiche come la presenza di conflitti armati o violenze indiscriminate. I deputati hanno introdotto emendamenti che prevedono la sospensione della designazione di paese sicuro in caso di attivazione della protezione temporanea, tassi di riconoscimento delle domande di asilo superiori al 20% o sanzioni economiche legate a violazioni dei diritti fondamentali.
La Commissione europea avrà il compito di monitorare costantemente la situazione nei paesi designati e potrà sospenderne temporaneamente lo status, anche solo per parti del territorio. Gli Stati membri manterranno la possibilità di indicare ulteriori paesi sicuri a livello nazionale, fatta eccezione per quelli sospesi dall’elenco comunitario.
Procedure accelerate e applicazione anticipata
In linea con la proposta della Commissione, sia l’elenco europeo che quelli nazionali potranno essere applicati già prima dell’entrata in vigore della nuova legislazione europea sull’asilo, prevista per giugno 2026. Ciò consentirà agli Stati membri di avviare procedure di frontiera accelerate per i richiedenti asilo provenienti da nazionalità con tassi di riconoscimento inferiori al 20%.
Il via libera è stato raggiunto grazie a un’alleanza decisiva tra il Partito Popolare Europeo (PPE) e le forze di destra, mentre i Socialisti hanno espresso voto contrario. Contestualmente, la commissione Libe ha approvato anche il mandato negoziale sull’applicazione delle norme relative ai paesi terzi considerati sicuri, parte integrante del Patto europeo su migrazione e asilo.
Questa decisione segna un passo significativo nella gestione comune dell’asilo, mirata a garantire procedure più efficaci e rapide, nel rispetto dei diritti fondamentali e delle condizioni di sicurezza.






