Gaza, 23 settembre 2025 – Moni Ovadia, noto intellettuale, attore e attivista per i diritti umani, è intervenuto con fermezza in merito all’annuncio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sull’Assemblea ONU, che ha proposto una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina subordinata a condizioni politiche precise, quali la liberazione degli ostaggi da parte di Hamas e l’esclusione del gruppo dal futuro governo palestinese.
La posizione di Moni Ovadia sul riconoscimento della Palestina
![]()
Ovadia ha espresso un netto dissenso rispetto alla linea adottata dal governo italiano. “No, non mi convince. Perché quello che fanno i palestinesi lo devono decidere i palestinesi. Non si può dire: fate questo, non fate quello“, ha dichiarato. L’intellettuale ha sottolineato come sia fondamentale rispettare l’autodeterminazione del popolo palestinese senza imporre condizioni dall’esterno.
Riguardo a Hamas, Ovadia ha ricordato che il movimento vinse regolarmente le elezioni, riconosciute valide da osservatori internazionali, e rappresenta una realtà politica significativa. Ha inoltre evidenziato che la lotta armata è riconosciuta dall’ONU come un diritto dei popoli oppressi e colonizzati, sottolineando che “continuare a parlare solo di terrorismo serve a bloccare ogni avanzamento“. Per l’artista, il riconoscimento della Palestina deve essere un atto incondizionato, accompagnato da sanzioni e boicottaggi verso Israele fino al ritiro dai territori occupati e alla liberazione dei prigionieri politici, altrimenti si tratta solo di “chiacchiere”.
Le mobilitazioni e il confronto con la politica europea
Ovadia ha anche collegato le aperture del governo italiano alle pressioni esercitate dalla società civile e dalle manifestazioni di piazza. “Spero che sia anche merito delle mobilitazioni. Il Governo italiano, se non si dà una mossa, rischia di essere isolato in Europa e nel mondo“, ha detto, citando come esempio il governo spagnolo guidato da Pedro Sánchez, che ha adottato una linea netta e coerente basata sul diritto internazionale. Sánchez ha recentemente annunciato un embargo totale sulle armi verso Israele, un gesto che Ovadia ha definito “politica vera, non partitica”, contrapponendola a una politica che si limita a “inchinarsi all’imperatore di turno”.
Intervenendo sulle polemiche nate in seguito alle manifestazioni di sabato a Milano, Ovadia è stato categorico: “Si è parlato troppo di un episodio marginale, un gesto isolato dettato dall’indignazione, e troppo poco dei decine di migliaia di morti atroci“. Ha ribadito l’importanza di riconoscere la dignità delle manifestazioni civili, che chiedono un mondo senza orrori e sottolineano il principio fondamentale della Dichiarazione universale dei diritti umani, secondo cui “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.
Moni Ovadia, nato a Plovdiv nel 1946 e attivo da decenni come attore, scrittore e musicista, è noto per il suo impegno costante nel recupero e nella riflessione sulla cultura ebraica e per la sua posizione antisionista, che lo vede schierato a difesa dei diritti dei palestinesi e critico delle politiche israeliane. La sua esperienza artistica e politica lo rende una voce autorevole nel dibattito sui conflitti mediorientali e sulle questioni di giustizia internazionale.
Fonte: Stefano Chianese - Gaza, Ovadia: "Palestina va riconosciuta senza condizioni, non si decide al posto dei palestinesi"





