Roma, 20 agosto 2025 – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato l’accelerazione delle operazioni militari per la conquista di Gaza City, cuore della Striscia di Gaza, attualmente sotto il controllo di Hamas. La decisione arriva in un contesto di intensificazione dei raid dell’esercito israeliano (IDF) e di crescenti tensioni geopolitiche nella regione.
Netanyahu ordina l’accelerazione dell’offensiva su Gaza City
Secondo quanto riferito da fonti militari israeliane, i piani operativi per la presa di Gaza City saranno presentati a Netanyahu già domani. Il premier ha dato istruzioni di abbreviare i tempi per la sconfitta delle “ultime roccaforti terroristiche”, esprimendo al contempo il suo profondo apprezzamento ai riservisti mobilitati e a tutte le forze armate israeliane. L’offensiva, soprannominata “I carri di Gideon B”, è vista come una fase cruciale nella strategia militare di Israele per estirpare la presenza di Hamas dalla città densamente popolata.
Nel frattempo, i raid israeliani nel nord della Striscia di Gaza, comprese località come Jabaliya, Beit Lahiya e Beit Hanoun, si sono intensificati, con un crescente bilancio di vittime civili. Secondo dati palestinesi, oltre 62.000 persone sono state uccise dall’inizio del conflitto, con più di 11.000 corpi ancora dispersi sotto le macerie degli edifici distrutti.
Progetto E1 e crisi umanitaria: l’isolamento della Cisgiordania
Parallelamente all’offensiva militare, il governo israeliano ha dato il via libera definitivo al controverso progetto di insediamento “E1”, rilanciato dal ministro delle Finanze Bezalel Smotrich. Questa iniziativa prevede la costruzione di oltre 3.400 unità abitative per coloni e mira a creare un corridoio che colleghi Gerusalemme a Ma’ale Adumim, dividendo di fatto la Cisgiordania in due e compromettendo seriamente la possibilità di uno Stato palestinese unito.
Il progetto è stato duramente condannato dalla Comunità Internazionale, inclusa l’Unione Europea, che lo definisce illegale e lesivo del diritto internazionale. Nel frattempo, a Gaza continua la grave crisi umanitaria: l’ingresso di aiuti è bloccato, e le organizzazioni umanitarie denunciano l’impossibilità di raggiungere la popolazione civile, esposta a fame e bombardamenti continui.
Infine, Netanyahu ha espresso soddisfazione per le sanzioni statunitensi contro alcuni giudici della Corte Penale Internazionale, viste da Israele come una difesa contro quella che definisce una campagna diffamatoria contro lo Stato e le sue forze armate.






